Sunday, June 30, 2024

Come funzionano gli interruttori differenziali puri funzionamento interruttore differenziale In fisica la prima legge di Kirchhoff afferma che in un circuito elettrico deve essere nulla la somma algebrica di tutte le energie entranti ed uscenti da un certo nodo. Significa che la corrente entrante in un nodo deve essere pari a quella uscente. L'interruttore differenziale opera in base a questo principio fisico e controlla costantemente la differenza tra la corrente che fluisce al proprio morsetto di ingresso e la corrente che attraversa quello in uscita. Se tale valore supera una certa soglia di sicurezza, interviene una bobina di sgancio che apre il circuito ed interrompe il flusso di corrente e quindi la diffusione di elettricità. Soglie di intervento e sensibilità di un interruttore differenziale Si è visto che gli interruttori differenziali sono dispositivi di sicurezza che intervengono automaticamente in caso di sperisione di corrente elettrica. L'intervento però non avviene sempre ma solo quando vengono superati dei limiti bene definiti, chiamati soglie di intervento e si riferiscono al valore della corrente verso terra. Il valore massimo permesso della differenza di corrente tra ingresso e uscita di un diffenziale, è indicato con la lettera Δ (Delta). **La soglia d'intervento Δ viene chiamata anche sensibilità **dell'interruttore differenziale ed il suo valore dipende dagli ambiti: Δ<= 0,03 Ampere per gli impianti residenziali e superiore per quelli industriali e commerciali. Parametri dell'interruttore differenziale Negli interruttori differenziali in commercio, sono presenti targhette con diciture precise di riferimento per il loro utilizzo: T o Test: è un pulsante utilizzato per testare il corretto funzionamento del differenziale. IΔN o corrente nominale differenziale di intervento: la differenza tra corrente in ingresso e quella di uscita che provoca l'apertura del circuito. Rappresenta la sensibilità del circuito ed ha un valore prefissato. IN o corrente nominale: la corrente di lavoro, quella per cui il differenziale deve lavorare. Il valore più piccolo è 25 Ampere e permette al dispositivo di lavorare con valori di corrente compresi tra 0 e 25 A. UN o tensione nominale d'impiego: la tensione di lavoro dell'impianto elettrico; per gli impianti civili è pari a 230 V. Tipologie di interruttori differenziali Gli interruttori differenziali si dividono in 4 categorie a seconda della natura della corrente con cui essi possono lavorare. Esistono delle normative che regolano sia la classificazione che la scelta di questi dispositivi perchè gli impianti possano essere messi in sicurezza a norma di legge. Gli interruttori differenziali sono quindi classificati in: tipo AC, tipo A, tipo F e tipo B. Differenziale di tipo AC Differenziale di tipo AC lavora bene con le correnti alternate sinusoidali differenziali improvvise o che aumentano piano, ed è impiegato in particolare negli impianti civili. Sono utilizzati prevalentemente quando nell'impianto si prevedono "pochi" apparecchi "elettronici" costantemente in uso, come ad esempio in seconde case dove il periodo di stazionamento è limitato e con esso il fabbisogno energetico. Differenziale di tipo A Differenziale di tipo A lavora in modo ottimale con correnti alternate sinusoidali e correnti unidirezionali improvvise o che aumentano nel tempo. Si possono considerare come i sostituti degli AC e si trovano nella maggioranza degli impianti moderni, in quanto sono sensibili oltre che alle correnti sinusoidali anche a quelle pulsanti e unidirezionali. La loro efficacia si nota in particolare con la presenza di brevi sovratensioni dovute ad apparecchiature elettroniche, variazioni di tensione dovute a temporali, ecc.

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