Saturday, July 22, 2023

Scienza Aristotelica

Aristotele - Dottrina delle scienze Appunto di filosofia che brevemente spiega che cosa sia la dottrina delle scienze nel pensiero di Aristotele. La filosofia prima fa parte delle scienze teoretiche, è la scienza dell’ente in quanto ente, e poiché l’ente esiste grazie all’essere (caratteristica), questa è anche la scienza dell’essere in quanto essere. L’ente è ciò che può dirsi e darsi i tanti modi. Gli enti sono numerosi e sono raggruppati in dieci gruppi, che sono i modi più generali dell’essere. Le categorie non sono interscambiabili né divisibili in quanto le categorie hanno una logica. Il gruppo fondamentale è la sostanza che significa stare sotto, è ciò che è alla base, infatti questa è elemento di riferimento per le altre categorie, in quanto sono le uniche a poter essere prese isolatamente. Senza sostanza non si potrebbe parlare in quando è ciò su cui si basano i discorsi. Secondo Aristotele esistono due tipi di sostanza: la sostanza prima, che è sempre un ente singolo (cavallo, tavolo…), e la sostanza seconda, che è la definizione di un oggetto e ne esprime l’essenza o la natura. La sostanza prima è sempre soggetto nelle proposizioni, la sostanza seconda può essere sia soggetto che oggetto. La sostanza è l’ente sostanziale, il quale è un sinolo, cioè l’unione di due elementi fondamentali: materia e forma. Materia e forma sono entrambi indispensabili affinché si formi il sinolo, ma nella definizione dell’ente la forma è più importante della materia. Tutto ciò che esiste secondo Aristotele ha una causa per essere, e la conoscenza delle cause la scienza. Per avere scienza dell’ente bisogna conoscere le sue 4 cause: causa materiale, è la materia di cui qualcosa si compone, causa efficiente, causa che interviene nel cambiamento della materia in ente, causa formale, che determina la forma dell’ente, e causa finale, che è il fine per cui quell’ente esiste. Oltre alle quattro cause Aristotele individua anche l’accidente, cioè la possibilità di un ente di assumere una posizione, ma questo non è determinante nella definizione di un ente. Aristotele divide gli enti naturali e quelli artificiali, negli enti artificiali la causa finale, quella formale e quella efficiente sono esterne, e la causa finale coincide con quella finale ed entrambe sono determinate dalla causa efficiente. La causa finale denota una visione finalistica del mondo da parte di Aristotele. Secondo Aristotele si può avere scienza di tutto ciò che vi è in natura, la scienza aristotelica è causale cioè governata da rapporti causa-effetto. Anche il divenire, condannato da Platone, è studiabile attraverso la coppia concettuale: potenza-atto. La potenza è la possibilità insita di qualcosa di diventare atto. L’atto è la realizzazione della potenza. Qualcosa è quando ha realizzato tutta la capacità dell’ente in potenza, l’ente capace di sviluppare a pieno le proprie possibilità è detto enteletia. Con questa coppia concettuale viene giustificato il divenire, il quale è determinato dall’interno negli enti naturali e dalla causa efficiente negli enti artificiali. In relazione alla coppia materia-forma la potenza è la materia e la forma è l’atto. Nel contesto della società viene l’atto precede la potenza dal punto di vista gnoseologico, cronologico e ontologico. Gnoseologico: possiamo conoscere una cosa in potenza in quanto la conosciamo già come atto. Cronologico: si conosce un ente in potenza perche già l’abbiamo conosciuto in atto. Ontologico: l’esistenza di un ente in atto scaturisce l’ente in potenza. Il ragionamento con cui Aristotele spiega il divino è a posteriori cioè parte dall’effetto (mondo fisico) per arrivare alla causa (metafisico): il divenire con la coppia potenza-atto si presenta infinito, ma la reiterazione all’infinito non è possibile perché si andrebbe a perdere di significato e quindi si arriverà ad un ente che non ha potenza ma è atto puro e di conseguenza non avrà materia e sarà forma pura, sarà quindi immateriale e spirituale, è eterno e incorruttibile perché non ha materia ed è infinito. È perfetto. La divinità è priva di volontà perché questa è degli enti che hanno potenza. La divinità aristotelica, diversamente dal Demiurgo, è estranea a ciò che riguarda il mondo mortale in quanto questo è imperfetto, egli si dedica al pensiero, e pensa la perfezione cioè sé stesso, quindi egli essendo spirituale e quindi pensiero è pensiero di pensiero. Aristotele spiega la divinità anche parte dal rapporto causa-effetto e arrivando ad una causa incausata e partendo dal rapporto motore-mosso e arrivando al primo motore immobile. Fisica
La fisica fa parte delle tre scienze teoretiche, questa studia gli enti dotati di movimento. La fisica aristotelica è qualitativa cioè cerca l’essenza dei fenomeni rispondendo alla domanda “che cos’è?”. I movimenti sono: secondo sostanza- che tocca le sostanze e può essere di generazione o corruzione, di qualità- alterazioni, secondo quantità- comporta un accrescimento o una diminuzione, moto locale o movimento in senso stretto- cioè lo spostamento che può essere circolare o rettilineo. Il moto circolare appartiene ai corpi celesti, poiché più si avvicina alla condizione di stasi. I cieli sono anche immateriali e privi di potenza infatti il moto circolare è perfetto e Aristotele spiega attraverso questo il movimento visibile attraverso l’esperienza. Il moto rettilineo è invece appartenente agli enti terrestri e dà la sensazione di ricerca e quindi potenza poiché è imperfetto. Può essere naturale, cioè gli enti cercano di arrivare ai luoghi per essi naturali (enti compatti cercano la terra che è compatta, gli enti eterei cercano il cielo che è etereo), e il moto violento che è causato da una forza esterna che porta l’ente a distaccarsi dal moto naturale. Nella fisica affronta anche l’infinito infatti egli afferma che l’infinito esiste solo in potenza e non in atto, in quanto un atto è definito e l’infinito non può essere definito. Aristotele definisce il tempo come un susseguirsi di momenti (unità di tempo) di cui si conta la successione, il misurante è l’anima cioè il principio di vita e movimento di cui sono dotati gli enti fisici. Per Aristotele l’anima vivifica il corpo, questa è enteletia di un corpo che è potenza, in quanto ne sviluppa le piene potenzialità. Esistono quattro tipi di anima: vegetativa o nutritiva, esprime la capacità di nutrizione e riproduzione appartiene ai vegetali agli animali e all’uomo, sensitiva, esprime la capacità sensibile e appartiene agli animali e agli uomini, e razionale, esprime la capacità intellettuale e appartiene all’uomo. Il processo conoscitivo secondo Aristotele avviene grazie la facoltà sensoriale e quella razionale, le quali fungono da coppia potenza-atto. La conoscenza sensibile produce sensazioni, l’oggetto percepito dai sensi è in potenza finché non viene a contatto con l’organo sensibile che lo trasforma in atto (viceversa anche l’organo è in potenza finché non incontra l’oggetto. I sensibili propri sono oggetti che possono essere percepiti da un solo senso, i sensibili comuni possono essere percepiti da più sensi. Il sesto senso è un senso non definito che ha il compito di associare i sensibili e la conoscenza di sensazioni. Quando veniamo a contatto con un oggetto abbiamo sensazione dell’oggetto finché questo si trova a portata dei nostri sensi, le sensazioni sono vive, immediate e ricche di particolari. Quando non siamo più a contatto con un oggetto abbiamo immagine di quell’oggetto, che è sbiadita e essenziale, che viene conservata nella memoria attivata dall’immaginazione. L’intelletto (nous) astrae dalle immagini il concetto (o idea) che è universale e immanente. L’intelletto agisce attivamente o passivamente. L’intelletto passivo conosce tutto in potenza, mentre quello attivo conosce in atto ciò con cui è stato a contatto. L’intelletto attivo è come la luce sull’intelletto passivo cioè ne permette il funzionamento, è esterno ma non separato. Scienze pratiche Sono le scienze della possibilità e si occupano dei rapporti tra gli uomini (etica) e dei rapporti tra l’uomo e le istituzioni (politica). Nell’etica Aristotele afferma che tutte le azioni dell’uomo hanno una finalità, ma per raggiungere questo fine ci serviamo di mezzi e un fine può risultare mezzo di un fine superiore. Quindi esisterà un fine superiore agli altri, che Aristotele chiama bene sommo. Conseguendo il bene sommo si arriva alla felicità, che è l’espressione piena di sé stessi. L’uomo è un essere libero in quanto può scegliere sia il mezzo che il fine, scegliere lo strumento migliore per conseguire un fine porta alla bontà dell’azione, la cui negatività o positività dipende dal rapporto fra mezzo e fine. La capacità di scegliere il mezzo giusto è la virtù che può essere di due tipi: etica che viene dalla nostra parte volitiva e si evidenzia quando scegliamo il giusto mezzo equidistante dai due eccessi, una virtù etica è la giustizia la quale è conforme alle leggi, è distributiva (si distribuisce in base al merito) e compensativa (compensa un vantaggio o uno svantaggio), e dianoetiche, che appartengono alla sfera razionale, le più importanti sono la saggezza (capacità di scegliere i migliori mezzi e i migliori fini) e la sapienza (capacità di esercitare le scienze teoretiche). Secondo Aristotele l’aggregarsi in una società è un istinto naturale dell’uomo, e anche un bisogno, se questo non accade o è una bestia o un Dio. Da queste associazioni nascono le forme di governo che sono: monarchia, aristocrazia e polizia (simile alla democrazia). Queste tre forme sono tutte giuste, la migliore secondo Aristotele è la polizia, ma queste posso degenerare rispettivamente in tirannia, oligarchia e demagogia o anarchia, che sono sbagliate perché prevarrebbero gli interessi di una classe sociale in questi tipi di governo.

Friday, July 21, 2023

Norme Tecniche

Lecablocco

Tagliafuoco

Utenze divisionali

2. IL QUADRO NORMATIVO E REGOLATORIO DI RIFERIMENTO: PER LA FATTURAZIONE VALE SOLO L’UNICO PUNTO DI CONSEGNA CONDOMINIALE Le norme statali in materia di servizio idrico, dalla Legge Galli al Testo Unico Ambientale (TUA) , non affronta- no in maniera organica il tema della misurazione dei consumi, se non sotto il profilo del controllo della risorsa i- 7 drica e della gestione del risparmio. A tal proposito, infatti, già la Galli e poi il TUA hanno stabilito l’obbligo di installare contatori per il consumo dell’acqua in ogni singola unità abitativa, nonché contatori differenziati per le attività produttive e del settore terziario esercitate nel contesto urbano, con l’obiettivo di razionalizzare i consumi e ridurre gli sprechi. In particolare il TUA assegna alle Regioni il compito ad adottare norme e misure volte a ra- zionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi idrici, anche tramite l’installazione dei contatori suddetti. Sul tema specifico della misura, l’unico riferimento sembra rintracciabile nel D.P.C.M. del 4 marzo 1996 che contiene norme, tuttora in vigore, afferenti al servizio di lettura dei contatori e nello specifico prevede che “la mi- surazione dei volumi consegnati all’utente si effettua, di regola, al punto di consegna, mediante contatori rispon- 8 denti ai requisiti imposti dalla normativa statale ”. Inoltre il decreto prevede che nelle utenze a cosiddetta “boc- 9 ca tarata” a cui corrispondono contratti di distribuzione a forfait o con contatori non conformi ai requisiti norma- tivi “è necessario prevedere e programmare l’installazione di contatori a norma”. Infine, nel caso di utenze raggruppate, tipicamente condominiali, è stabilito che la ripartizione interna è organiz- zata, a cura e spese dell’utente, tramite l’installazione di singoli ripartitori per ciascuna unità abitativa. Essendo un servizio a mercato, il gestore in tali circostanze ha il solo obbligo di offrire, a pagamento e senza peraltro a- verne l’esclusiva, il servizio di lettura e riparto tra le sottoutenze. Da tale normativa emerge quindi che l’unico punto ufficiale riconosciuto per la misurazione dei consumi di ac- qua relativi alla fattispecie delle utenze condominiali (raggruppate) è il cosiddetto contatore stradale (unico strumento metrico fiscalmente valido), ovvero il “punto di consegna”, aspetto che sarà ripreso da ARERA nel- la regolazione della qualità contrattuale e del servizio di misura. In questo senso dunque, è opportuno osservare come non esista una disciplina univoca e completa in materia di servizi di manutenzione, di lettura, di ripartizione, di fatturazione ed esazione dei ripartitori delle utenze divisio- nali, mentre esiste una chiara distinzione tra servizio di somministrazione di acqua potabile alle utenze, rientrante a tutti gli effetti nell’ambito del SII e qualificabile come servizio pubblico essenziale, ed il solo servizio di lettura dei ripartitori delle singole unità immobiliari, rientrante invece nel perimetro delle altre attività, accessorie ed ul- teriori rispetto al servizio di somministrazione del SII. A conferma di un quadro che deve trovare ancora una maggiore chiarezza, un primo aspetto che merita attenzio- 10 ne riguarda le definizioni adottate da ARERA nell’ambito della regolazione della qualità contrattuale , nella qua- le definisce: • l’utenza condominiale come “l’utenza servita da un unico punto di consegna che distribuisce acqua a più u- nità immobiliari, anche con diverse destinazioni d’uso”; • l’utente finale come colui che ha stipulato un contratto di fornitura per uso proprio di uno o più servizi del SII, chiarendo in questo caso che le utenze condominiali sono equiparate a tutti gli effetti alle utenze finali; • il misuratore come il “dispositivo posto al punto di consegna dell’utente finale atto alla misura dei volumi consegnati”; • il punto di consegna come “punto in cui la condotta di allacciamento idrico si collega all’impianto o agli impianti dell’utente finale”, sul quale è appunto installato il misuratore dei volumi. Non ci rinvengono invece definizioni o riferimenti ai ripartitori divisionali che, a differenza del misuratore, do- 56 5 Legge n. 36/1994. 6 D.lgs. 152/2006, come modificato dal Decreto Sblocca Italia (D.L. 133/2014) 7 Art. 146, comma, lettera f). 8 D.P.R. 854/1982, che recepisce la Direttiva Comunitaria n. 75/33. 9 Si tratta di piccoli cilindri installati al posto dei normali contatori, tipicamente uno per ciascun condominio, che distribuiscono un flusso costante e continuato di acqua previsto dal contratto, a prescindere da quanta se ne consuma. Qualora il prelievo sia inferiore alla quantità prestabilita, l’eccedenza passa direttamente nella rete fognaria. 10 Deliberazione n. 655/2015/R/idr recante “Regolazione della qualità contrattuale del Servizio Idrico Integrato ovvero di ciascuno dei singoli ser- vizi che lo compongono”. L'ACQUA 4/2019 - 61 GESTIONE DEI SERVIZI IDRICI vrebbero essere definiti quali strumenti di ripartizione dei consumi nel caso di utenza multipla, come quella con- dominiale, privi di valenza fiscale e in quanto tali non utilizzabili ai fini della fatturazione, proprio perché instal- lati all’interno delle singole unità immobiliari e non al punto di consegna. Un secondo aspetto meritevole di attenzione è la collocazione del servizio di lettura dei ripartitori divisionali ri- spetto al perimetro del SII. Dalle Delibere di approvazione dei metodi tariffari (nn. 585/2012/R/idr, 11 643/2013/R/idr e 664/2015/R/idr) servizi conto terzi, tra i quali è ricompresa la lettura dei contatori divisionali : tale attività è quindi esclusa dal perimetro del SII classificabile quale servizio pubblico, anche se ricompresa all’interno del calcolo dell’aggior- namento tariffario. Nulla invece viene detto in merito all’attività di subfatturazione ovvero alla suddivisione delle spese della fornitura di acqua nei condomini, attività offerta sul libero mercato da numerose imprese private e non facente parte del SII. 13 ha definito la misura di utenza quale “l’insieme delle attività di misura funzionali alla gestione efficiente dei misuratori, con particolare riferimento agli strumenti conformi alle normative e prescrizioni vigenti, installati presso gli utenti finali e alla produzione di dati utilizzabili (validati) ai fini della fatturazione”. In questo modo il regolatore conferma che il consumo di ciascun utente debba essere determinato in base alla misura rilevata da un apposito misuratore instal- lato in corrispondenza del punto di consegna. Sugli altri aspetti ha poi esplicitamente richiamato le previsioni del D.P.C.M. 1996, soprattutto con riferimento all’obbligo di installazione di misuratori per singola unità immobiliare rispetto ai quali ha precisato che le u- tenze condominiali sono considerate come un’unica utenza a fini della misura e fatturazione dei consumi. 14 si evince che tra le “Altre Attività Idriche” rientra lo svolgimento di lavori e 12 Sul tema della misura dei consumi, ARERA nella Delibera di approvazione del TIMSI A tal proposito, nel documento di consultazione sono riportati i risultati di una ricognizione relativa alle misure intraprese a livello regionale per il risparmio idrico e riconducibili all’obbligo di installazione di “contatori per il consumo dell’acqua in ogni singola unità abitativa”, dal quale emerge che molte Regioni sono ancora in eviden- 15 te stato di ritardo , nonché una sintesi della prassi seguita nella gestione delle utenze condominiali, dalla quale e- merge che in alcune zone del Paese, in particolare dove si riscontra una elevata urbanizzazione, la formula con- trattuale prevalente è quella che prevede il condominio come unica utenza di riferimento per il gestore. E proprio in quella sede l’Autorità si è impegnata ad approfondire la possibilità di soluzioni in cui il condominio si avvalga di soggetti terzi per la determinazione puntuale dei consumi, qualora permanga il misuratore stradale, ma non as- sume una posizione precisa ed univoca con riferimento agli obblighi delle società di ripartizione rispetto ai ripar- titori installati nelle singole unità immobiliari facenti parte di un’utenza condominiale, né degli obblighi degli stessi rispetto alla regolazione (es. iscrizione anagrafica, allineamento TICSI, ecc.). Infine, sempre nello stesso documento, vengono sollevati i problemi più ricorrenti nel caso di utenze condomi- niali, quali ad esempio l’impossibilità di determinare consumi effettivi, anche ex post e, di conseguenza, una scarsa sensibilizzazione dei titolari delle unità abitative al tema del consumo responsabile. Del resto, essendo un tema che rientra nella potestà legislativa concorrente delle Regioni, non è chiaro come si possa intervenire senza l’adozione di atti specifici da parte delle amministrazione regionali. 3. UTENZE CONDOMINIALE E MOROSITÀ: IL NODO DA SCIOGLIERE Come accennato in premessa, nei giorni scorsi si è chiusa la consultazione in materia di contenimento della moro- sità nel servizio idrico integrato16 con cui ARERA intende arrivare, entro il mese di giugno 2019, all’adozione di 17 una regolazione definitiva della morosità del SII (REMSI) contenente le procedure per la gestione della morosità e per la sospensione della fornitura, compito assegnatole dalla normativa statale (art. 61 della legge 221/2015).

Wednesday, July 19, 2023

Digiuno

Codice della crisi e dell'insolvenza

Artrite Reumatoide

Artrite reumatoide : guarigione possibile. 1. Come abbiamo detto, l'infiammazione da cibo può essere fortemente stimolata sia da alcuni alimenti, sia da cibi conservati contenenti istamina. Tutti questi cibi, che la medicina ufficiale considera antinfiammatori (!), in realtà possono attivare i linfociti B e squilibrare il Sistema Immunitario verso Th2 forte. Quando lo stimolo è ripetuto spesso, l'infiammazione può diventare cronica e sistemica, e può dar luogo a malattie autoimmuni. Ci sono moltissime persone sensibili all'istamina. Basta mangiare alcuni cibi conservati e subito arrivano i sintomi : dolori articolari e muscolari, ecc. L'istamina stimola le stesse cellule del Sistema Immunitario attivate dai granulociti, e può scatenare un'infiammazione sistemica. Alcune persone si possono ammalare di LES, altre di Artrite reumatoide, ecc. Perché non continuare le ricerche in tal senso ? 2. Mi sono fatto alcune domande. a) Se è il cibo che fa ammalare, non potrebbe essere il cibo che può far guarire ? b) La possibilità di ridurre i livelli di infiammazione dovuta al cibo non potrebbe contribuire al controllo dei sintomi e alla guarigione ? 3. Uso della dieta per tenere sotto controllo l’infiammazione. Il controllo dell'infiammazione prodotta dai linfociti B, può essere possibile anche senza usare farmaci che eliminano le cellule B, e che rendono l'organismo più suscettibile alle infezioni e al cancro. Si può, in ogni caso, ritardare l’utilizzo dei farmaci (forse, anche evitare), se la malattia non è ancora in fase avanzata e se si segue una dieta appropriata. L’artrite reumatoide, inoltre, può migliorare notevolmente se alle cure mediche si affianca un’alimentazione che aiuti a controllare l’infiammazione e il dolore. Per cercare di guarire, invece e secondo me, si potrebbe provare a riequilibrare il Sistema Immunitario, verso Th1. Ci sono alimenti e vitamine che possono farlo, in maniera più lenta dei farmaci, ma con effetti più stabili e duraturi. E, magari, fino alla guarigione. Sono alimenti e vitamine che non fanno male, ma è meglio chiedere al medico … se potete mangiare le ciliegie : non si sa mai! 4. Vediamo (come ho fatto io) : a) diminuire o evitare i cibi che contengono istamina, e mangiare soltanto cibi freschissimi. b) diminuire o evitare alimenti del tipo Th2. c) fare attività fisica dolce e lunghe camminate al Sole. ("Chi si ferma è perduto!" Forse Totò... aveva l'artrite!) d) preferire l'alimentazione del tipo Th1. e) Secondo Eurosalus attenzione, anche, a non eccedere con il fruttosio : zucchero, miele, marmellata, succhi di frutta, sciroppi, ecc. Non esagerare nemmeno con la frutta. 5. E’ difficile applicare una dieta con costanza, ma dopo le iniziali difficoltà si impara a gestirsi al meglio. Non si deve essere troppo rigidi, perché il cibo non è un farmaco ; ma anche per evitare di arrendersi. Ricordarsi che quando ci si concede un giorno o due di pausa, anche il processo di guarigione rallenta. Ma poi riprende. Quando si starà meglio, si potranno reintrodurre tutti gli alimenti (limitando quelli dannosi), e ricordando che la varietà dell'alimentazione è sinonimo di salute. Francesco Valori

Frollatura della Carne

Principi di Progettazione di "CUCINE"

Tuesday, July 18, 2023

Dimensionamento Canne fumarie

Chiusura dei Camini

Riscaldamento, come mettere a norma i caminetti aperti con gli incentivi del conto termico Redazione QualEnergia.it L'uso dei tradizionali camini a legna è ormai vietato in diverse aree del paese a causa delle emissioni di particolato. Possono però diventare impianti ad alta efficienza (termocamini) utilizzando degli inserti. Con l’arrivo della stagione fredda si inizierà ad accendere i camini a legna, ma va ricordato che in diverse regioni italiane è vietato usare camini aperti. Infatti, per ridurne l’inquinamento sull’aria (emissioni di polveri sottili, cioè PM10) è vietato per legge, pena sanzioni, l’uso dei caminetti aperti nei comuni al di sotto dei 300 metri di altitudine, ad esclusione dei comuni montani, poiché producono emissioni di particolato troppo elevate (con problemi anche all’interno delle abitazioni). Questo divieto è operativo in Emilia-Romagna e Lombardia, ma sono presenti stringenti limitazioni anche in Piemonte, Veneto e in diverse province. Tuttavia, per riqualificare e mettere a norma un camino aperto utilizzando degli inserti che lo renderanno un sistema di riscaldamento ad alta efficienza (termocamino), si possono sfruttare gli incentivi del Conto Termico erogati dal GSE, per ottenere un contributo fino al 65% della spesa sostenuta. L’incentivo viene calcolato in base alla potenza del nuovo generatore, alla fascia climatica in cui si trova l’edificio in cui avviene l’installazione e a un fattore premiante che garantisce importi maggiori tanto quanto sono più basse le emissioni di polveri nell’aria. Per incentivi di importo fino a 5.000 euro, il rimborso avviene in un’unica rata, erogata entro 60 giorni dall’accettazione della domanda di incentivo. L’inserto per caminetto è un focolare che può essere alimentato a ciocchi di legna o a pellet progettato per essere inserito in un caminetto a fiamma aperta così da riqualificaarlo dal punto di vista del funzionamento, del rendimento e anche delle emissioni dal camino. Inserendosi nel caminetto, l’apparecchio, chiuso con un vetro temperato, si collega alla canna fumaria già presente, rendendo possibile l’installazione senza richiedere modifiche strutturali o interventi di muratura. La circolazione dell’aria calda prodotta può avvenire per irraggiamento, a ventilazione forzata, oppure può essere canalizzata per portare il calore in uno o più ambienti adiacenti. L’inserto a legna o a pellet, grazie alla semplicità d’installazione, può essere utilizzato anche per la realizzazione di nuovi caminetti. L’associazione Aiel ricorda in sintesi i vantaggi di un inserto: • a parità di legna utilizzata, i caminetti moderni scaldano di più e sono meno inquinanti; • grande praticità d’utilizzo; sono facili da inserire ed estrarre; • agevolano pulizia e manutenzione di tutto l’impianto. Se poi si ha la possibilità di svolgere qualche piccolo intervento murario, la scelta migliore potrebbe essere un inserto ad aria canalizzabile; in questo modo si potranno scaldare più stanze contemporaneamente e garantire significativi risparmi. Ricordiamo inoltre che va fatta sempre una verifica annuale della canna fumaria. Nel sito del GSE è presente un catalogo (in continuo aggiornamento) di queste apparecchiature incentivabili con il conto termico. In particolare, sono segnalate una ventina di marche e diversi prodotti (termocamini): Brisach Caminetti Montegrappa Carinci CTM Dal Zotto Edilkamin Extraflame (solo a pellet) Famar Italiana Camini Jolly Mec Kalor La Nordica MCZ Palazzetti Piazzetta Red (solo a pellet) Scan Superior (solo a pellet) Thermorossi Nell’ambito dei Piano Aria Integrato Regionale 2020 (PAIR) la regione Emilia-Romagna ha pubblicato un breve video che fornisce alcune indicazioni su come sfruttare l’incentivo GSE per mettere a norma il proprio caminetto aperto. Un altro video ci spiega come eseguire una corretta sequenza di accensione del camino che renda minima la produzione di fumi. Sullo stesso tema si veda anche: Come abbassare le emissioni delle stufe a legna: i 5 errori da evitare Potrebbe interessarti anche: Gse, l’elenco aggiornato delle proroghe dei termini per accedere agli incentivi Pellet, superata quota 100 certificazioni ENplus in Italia Aggiornato contatore Conto Termico: superato il miliardo di euro di incentivi Come abbassare le emissioni delle stufe a legna: i 5 errori da evitare Riscaldamento a Gpl e a biomasse: prezzi a confronto

Digiuno

Canna Fumaria

La presunzione di pericolosità e il rispetto delle distanze dal confine non può ammettere prova contraria se il regolamento comunale fissa dei limiti; altrimenti è il giudice a decidere caso per caso. Anche le canne fumarie e i camini devono rispettare una distanza minima dalla proprietà del vicino di casa e ciò perché si presumono pericolose per natura. La legge non dice quale sia questa distanza, rinviando al regolamento edilizio comunale. In mancanza di tale regolamentazione locale, bisognerà valutare, caso per caso, quale sia la distanza necessaria a non recare pericolo e alla sicurezza del fondo del vicino: una valutazione che può portare ad avere distanze più ampie in alcune situazioni ed in altre meno estese. A decidere e a determinare, in assenza dei regolamenti comunali, quale sia la distanza dal confine delle canne fumarie e dei camini sarà il giudice, sulla base dello stato dei luoghi. Di recente, la Cassazione [1] è intervenuta sull’argomento stabilendo che la distanza giusta dovesse essere un metro e mezzo. La norma di riferimento base per stabilire a quale distanza vanno posizionate canne fumarie e camini è contenuta nel codice civile [2]. Esso stabilisce che: «Chi presso il confine, anche se su questo si trova un muro divisorio, vuole fabbricare forni, camini, magazzini di sale, stalle e simili, o vuol collocare materie umide o esplodenti o in altro modo nocive, ovvero impiantare macchinari, per i quali può sorgere pericolo di danni, deve osservare le distanze stabilite dai regolamenti e, in mancanza, quelle necessarie a preservare i fondi vicini da ogni danno alla solidità, salubrità e sicurezza». Detto ciò, come deve comportarsi concretamente il giudice nel caso di controversia sul rispetto delle distanze di una canna fumaria o di un camino dal confine della proprietà del vicino o da una finestra situata sopra o sotto nello stesso edificio? Le possibilità sono due: se esistono delle distanze specifiche inserite nei regolamenti comunali, il giudice è tenuto a farle rispettare sempre, a prescindere dalla valutazione sulla pericolosità o meno della canna fumaria o del camino. La presenza di una regolamentazione da parte del Comune toglie al tribunale ogni potere in merito. Infatti, per legge, ai comignoli e alla canna fumaria è collegata a una presunzione di assoluta nocività e pericolosità che prescinde da ogni accertamento concreto nel caso in cui vi sia un regolamento comunale che stabilisca la distanza medesima. In altre parole non è ammessa la prova contraria sulla non pericolosità della costruzione; viceversa se il Comune nulla ha determinato in merito, il tribunale deve decidere la distanza minima caso per caso, valutando la possibile pericolosità concreta della canna fumaria o del camino. Sarà dunque il magistrato – e non la legge o il regolamento comunale – a determinare la distanza minima in base al caso concreto, in modo da preservare i fondi vicini da ogni danno alla solidità, salubrità e sicurezza. Il tribunale dovrà tenere conto anche di un’altra previsione del codice civile [3]: il proprietario di un terreno non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.
L’ultima norma di riferimento è contenuta nel codice penale [4] e stabilisce che chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a euro 206. Ricapitolando, se il regolamento comunale indica le distanze minime di comignoli e canna fumaria, queste costruzioni si presumono sempre pericolose e nocive; pertanto, non essendo ammessa alcuna prova contraria, dovranno sempre rispettare dette distanze dal confine. Viceversa, in assenza di una disposizione regolamentare si ha una presunzione relativa, che può essere superata ove la parte interessata al mantenimento del manufatto dimostri che, mediante opportuni accorgimenti, può ovviarsi al pericolo od al danno del fondo vicino.

Monday, July 17, 2023

ASTINENZA

Priapismo

Detta anche il lusso dell’angelo o erezione terminale, è una erezione post mortem, tecnicamente definita: priapismo, ciò che si osserva nei cadaveri di uomini che hanno ricevuto l’esecuzione capitale per impiccagione, o in genere nelle morti violente per soffocamento o altre lesioni. Questo fenomeno dell’erezione post mortem è attribuito alla pressione del cervelletto creato dal cappio. IL cervelletto è una struttura localizzata nella parte posteriore del cervello ed è da sempre associato alle funzioni deputate alla ricezione di informazioni degli organi di senso da parte del midollo spinale e da altre aree cerebrali per poi coordinare i movimenti volontari come postura, equilibrio e parola. Le lesioni al cervelletto o al midollo spinale sono spesso associate con il priapismo nei pazienti vivi. IL priapismo è una condizione in cui il pene rimane in posizione eretta per ore anche in assenza di stimolazione. Un priapismo post mortem è un indicatore altamente attendibile che la morte è avvenuta in modo veloce e violento Nei casi di morte, sopraggiunta per impiccagione, che sia una esecuzione o un suicido, o uno sparo mortale alla testa, un danno ai vasi sanguigni o avvelenamento, è stata osservato questo fenomeno in riferimento ai genitali del corpo sia degli uomini che delle donne. Nelle donne, le labbra e il clitoride rimangono irrorati di sangue e ci potrebbe essere una perdita di sangue dalla vagina, mentre negli uomini, si assiste ad uno stato più o meno completo dell’erezione del pene, talvolta con perdite di urina, muco o liquido prostatico presente Ai tempi delle impiccagioni nella pubblica piazza, è stato notato che un impiccato su tre moriva con un’erezione. A volte il condannato moriva eiaculando e/o urinando, per questo motivo nel 1600 l’asfissia finì per essere pericolosamente prescritta agli uomini per curare l’impotenza ed è a questo che alcune pratiche di sesso estremo prevedono comportamenti sessuali atipici e pericolosi come l asfissia erotica o anche autoerotica che consiste nella privazione di ossigeno al cervello per aumentare il piacere sessuale. Sono moltissimi i casi riportati dalla letteratura antica che testimoniano di morti in cui l’erezione post-mortem è avvenuta.

Recuperare "Pier Paolo Pasolini"

Thursday, July 13, 2023

Docenti minacciati

Minacce alla prof che sgrida l'alunna per il cellulare in classe: genitori denunciati Il caso avvenuto in un istituto comprensivo della provincia e riportato dal sindacato insegnanti Gilda di Piacenza. Già a processo anche una madre che ha insultato un insegnante Minacce alla prof che sgrida l'alunna per il cellulare in classe: genitori denunciati «Una docente di un istituto comprensivo con sede in provincia di Piacenza ha denunciato i genitori di una studentessa che durante l’orario di lezione si sono introdotti senza autorizzazione nell’edificio scolastico avvicinando la professoressa in corridoio e proferendo minacce di vario tipo dopo che l’insegnante aveva “osato” redarguire la figlia che usava il telefono cellulare durante una lezione». Lo riporta in una nota il sindacato insegnanti Gilda di Piacenza. «Abbiamo preferito darne notizia ad anno scolastico concluso - spiega il sindacato - per non turbare ulteriormente la serenità degli istituti interessati e non creare situazioni di polemica che potessero disturbare il delicato lavoro degli inquirenti». «La professoressa - scrive il sindacato - che nei giorni successivi ha persino temuto per la sua incolumità, anche con il supporto della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza ha sporto regolare denuncia all’autorità giudiziaria e, sempre assistita dall’associazione sindacale, ha chiesto alle autorità scolastiche di ottenere l’azione difensiva da parte dell’Avvocatura dello Stato, così come indicato recentemente dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, e come del resto è previsto da una norma sin dal lontano 1933». Il sindacato riporta poi un altro caso che vede ancora coinvolto un docente piacentino di un istituto di secondo grado: «Con la sua denuncia - scrive il sindacato Gilda - ha ottenuto il rinvio a giudizio di una donna, madre di una studentessa, che lo aveva pesantemente offeso relativamente alla sua professione. In questo caso il processo a carico dell’indagata è già iniziato davanti al giudice monocratico del Tribunale di Piacenza. Il professore si è anche costituito parte civile». «I docenti nell’esercizio delle loro funzioni sono pubblici ufficiali ed hanno poteri “autoritativi”, aspetti giuridici che talvolta sfuggono - commenta il coordinatore sindacale di Piacenza e Parma, Salvatore Pizzo - per questo stiamo monitorando le varie realtà scolastiche del territorio per contrastare i fenomeni di delegittimazione e vilipendio dell’autorità del corpo docente, che spesso sono anche dovuti ad un becero aziendalismo che porta a considerare gli studenti e i loro genitori come clienti, e ad un esasperato permissivismo che calpesta il galateo. Non si esclude per il futuro, in casi simili, di chiamare in correità quanti a vario titolo dovessero agire giustificando l’indisciplina, il poco impegno per lo studio e i fenomeni delinquenziali che si consumano ai danni del corpo docente»

Fuoco di "Satana"

Si può andare al mare a prendere il sole con il Fuoco di Sant’Antonio ? Hai il fuoco di sant’Antonio e ti stai chiedendo se puoi andare al mare a prendere il sole? Bene, sei nell’articolo giusto ! L’herpes zoster – detto anche Fuoco di Sant’Antonio – è una patologia virale della pelle causato dallo stesso virus responsabile della varicella. È dimostrato che questa lesione della pelle colpisce maggiormente i soggetti "anziani" e le persone con un sistema immunitario debole. Quindi non esiste nessun motivo per cui non dovresti andare al mare, in quanto l’aria di mare è ricca di sali minerali in grado di migliorare la risposta immunitaria e la salute generale del corpo. Inoltre, la luce solare è di vitale importanza per aumentare i livelli di serotonina e dopamina del corpo, neurotrasmettitori che aumentano l’umore e l’energia del corpo. Allo stesso modo, assorbire i raggi solari aumenta la produzione naturale della vitamina d, una vitamina indispensabile per la salute delle ossa. Se decidi di andare al mare, è necessario tenere in considerazione alcuni fattori, al fine di non irritare le vescicole. Posso prendere il sole con il Fuoco di Sant'Antonio? L’herpes zoster è una patologia della pelle caratterizzata da eruzioni cutanee , tuttavia in casi rari questa malattia può esordire senza nessun sfogo infiammatorio sulla pelle. Nel caso delle persone con il Fuoco di Sant’Antonio privi di eruzione cutanee non c’è nemmeno bisogno di coprire le vescicole contenenti il siero, poichè il rischio di contagio – seppur improbabile – può esserci solo entrando in contatto con questo liquido. Se la patologia è al secondo stadio e quindi sono presenti le lesione cutanee , è consigliabile tenere l’area della pelle infiammata coperta tramite l’utilizzo di una garza o di una stoffa per eliminare anche la più minima possibilità di contagio. In presenza di malattie infiammatorie – come il Fuoco di Sant’Antonio – è consigliabile andare al mare durante le ore più fredde, in quanto l’eccesso di calore può irritare ulteriormente la pelle . Se non puoi optare per le ore meno calde, cerca di soggiornare sotto l’ombrellone o nella penombra durante le ore in cui i raggi solari sono più forti. SCOPRI IL MIGLIOR INTEGRATORE PER AUMENTARE LE DIFESE IMMUNITARIE DEL CORPO Si può fare il bagno al mare e in piscina ? Certo che puoi fare il bagno al mare, ma ricorda che durante il bagno qualsiasi sostanza può entrare nella vescicola e irritare l’eruzione cutanea. Il nostro consiglio è di fare il bagno solamente "nell’ultima fase della patologia" , in quanto la presenza di vescicole seccate elimina qualsiasi rischio di infezione. Se vuoi fare ugualmente il bagno, ricordati di disinfettare immediatamente la lesione cutanea con una crema specifica. Io ti consiglio di aspettare prima di andare in piscina , infatti , oltre al rischio di irritare la parte infiammata, devi minimizzare qualsiasi sforzo fisico in quanto il sistema immunitario ha bisogno di energia per poter guarire. fuoco di sant'antonio si può andare al mare a prendere il sole Ulteriori considerazioni Analogamente alla doccia, se decidi di andare al mare con il Fuoco di Sant’Antonio non scambiare l’asciugamano con le altre persone, e una volta guarito lavalo accuratamente. L’alimentazione è un fattore di primaria importanza per favorire la guarigione dell’herpes zoster : 👉 Clicca qui per leggere l’articolo completo Il sole è veramente un toccasana per la salute dell’organismo, infatti migliora l’umore, esercitando un impatto positivo sul sistema immunitario . Un sistema immunitario forte ed energico è essenziale per combattere questa patologia, in quanto è una malattia che trae origine da cause psicosomatiche e fattori stressogeni. Come posso ridurre il dolore e guarire dal Fuoco di Sant'Antonio ? Se durante la tua vacanza al mare dovessi percepire un forte dolore, utilizza sempre rimedi che possano lenire e raffreddare lo sfogo cutaneo, come: TERAPIA DEL FREDDO: Il ghiaccio è davvero un toccasana per diminuire il dolore e l’infiammazione delle patologie cutanee di natura infiammatoria. Nota bene : Non mettere il ghiaccio a diretto contatto con la cute, ma utilizza sempre un asciugamano o un pezzo di stoffa per fare da divisorio. Per rinfrescare la zona velocemente potresti optare per utilizzare delle borse in gel del ghiaccio subito pronte all’uso. UTILIZZA L’ALOE VERA: questa pianta è un rinforzante naturale del sistema immunitario, che alcalinizza e riduce l’infiammazione del corpo. Nell’organismo funge da vero e proprio antibiotico naturale. 👉 LEGGI LE RECENSIONI DELLE PERSONE CHE HANNO PROVATO QUESTO PRODOTTO CONSUMA UN MULTIVITAMINICO: In presenza di Fuoco di Sant’Antonio l’organismo ha bisogno di aumentare le proprie barriere immunitarie. Purtroppo, nella maggioranza dei casi Il Fuoco di Sant’antonio colpisce persone caratterizzate da una debolezza del sistema immunitario. In questo caso è altamente consigliabile utilizzare un buon multivitaminico in grado di aumentare l’energia e le difese immunitarie. MIGLIOR MULTIVITAMINICO IN COMMERCIO Considerazioni finali Si, è possibile andare al mare a prendere il sole con il Fuoco di sant’Antonio, tuttavia occorre prendere delle contromisure per non irritare eccessivamente la zona dolorante ed infiammata. SCOPRI IL MIGLIOR INTEGRATORE PER AUMENTARE LE DIFESE IMMUNITARIE DEL CORPO VUOI FARE UNA DOMANDA, DESCRIVERE LA TUA ESPERIENZA O SEMPLICEMENTE SCRIVERE UN TUO PENSIERO? SOTTO TROVI IL MODULO DEI COMMENTI! Il fuoco di Sant’Antonio è contagioso? E per i bambini ?|Si può uscire di casa ? Fuoco di Sant’Antonio cura naturale e rimedi omeopatici J@TCompany

Tuesday, July 11, 2023

I FURBETTI DELLE DICHIARAZIONI DI CONFORMITA'

Si informa che a seguito del comportamento scorretto messo in atto da taluni soggetti che attraverso portali internet offrono la vendita online di Dichiarazioni di Conformità e Dichiarazione di Rispondenza degli impianti (elettrici, idraulici, termoidraulici e a gas), Confartigianato Impianti ha ritenuto opportuno segnalare alle Autorità competenti (Ministeri e INAIL) tali condotte contrarie alle regole che ledono l’immagine del tecnico abilitato e contrastano con i principi previsti dalla legge n. 46/90 prima e confermati dal D.M. 37/08. La “Certificazione di Conformità” o “Dichiarazione di Rispondenza Impianti” è infatti una fase estremamente delicata che si pone al termine del processo di realizzazione dell’impianto (o di verifica visiva e strumentale dell’impianto nel caso della Dichiarazione di Rispondenza) e non è una pura formalità come invece sembrerebbe apparire da questi siti dove pare che tali attestazioni si possano ottenere online senza nemmeno la presa visione dell’impianto da parte del tecnico abilitato. E’stato pertanto chiesto di procedere con tutti gli strumenti a disposizione, tra questi la immediata chiusura dei siti internet in via cautelare, per tutelare le imprese operanti nel settore e, elemento ancora più importante,i cittadini che potrebbero essere indotti a fare scelte non consone alle regole, ignorando che la mancata conformità alla normativa è il principale fattore di rischio negli incidenti domestici e nei luoghi di lavoro. PRENOTAZIONI Prenotazione manutenzione per il nuovo anno termico 2023 Stube o stufa in maiolica ad accumulo di calore, vari casi buoni e cattivi Fori di ispezione nel giro fumi delle stube Canne fumarie condominiali collettivo ramificate

Monday, July 10, 2023

Dimensionamento Canne Fumarie

Dimensionamento della canna fumaria del camino a legna? Ecco come fare… norme, soluzioni ed esempio di calcolo della canna fumaria più corretto. Per il corretto dimensionamento della canna fumaria del camino a legna tradizionale bisogna tener conto sia delle caratteristiche dell’impianto fumario (camino a legna, canna fumaria, prese d’aria, ecc) sia dei parametri di esercizio (accensione, spegnimento, ricarica, ecc.) sia dei parametri ambientali esterni (altitudine, temperatura esterna, pressione, ecc). Fra tutti questi elementi si instaura una situazione di equilibrio da cui dipende la capacità dell’impianto di funzionare correttamente e soddisfare le esigenze di benessere, sicurezza e economicità dell’impianto. Dimensionamento canna fumaria camino legna – Norma UNI EN 13384-1 La normativa tecnica di riferimento per il calcolo corretto della canna fumaria del camino a legna è la UNI EN 13384-1:2008, “Metodi di calcolo termico e fluido dinamico – Parte 1: Camini asserviti a un solo apparecchio“. Il calcolo della dimensione interna (sezione trasversale) del camino si basa sul confronto tra la pressione in corrispondenza del punto di ingresso dei fumi nel camino e la pressione necessaria per avere un sufficiente tiraggio (funzione delle temperatura dei fumi) alle diverse condizioni ambientali (temperatura esterna minima e massima). Dimensionamento canna fumaria camino legna – Esempio di Calcolo Vediamo un esempio di progettazione di un camino a legna tradizionale sviluppato con l’ausilio del software di dimensionamento canne fumarie Impiantus-FUMO di ACCA, usalo ora gratis per 30 giorni. Località di installazione La località di installazione di un caminetto è un fattore importante per la progettazione. Infatti l’altitudine della località e le temperature esterne minime e massime sono fattori ambientali che influenzano l’equilibrio precario di un camino a legna tradizionale. Parametri che spesso sono sottovalutati. Parametri ambientali Località Montella (AV) Altitudine 560 m s.l.m.m. Temperatura esterna minima (*) – 2° Temperatura esterna massima (*) + 13° (*) Parametri forniti dalla norma UNI EN 13384-1 se non noti sono -15°C/+15°C. Tipo di apparecchio Le schede tecniche dei produttori di inserti contengono tutti i parametri tecnici della caldaia e dei fumi necessari per il calcolo secondo le norme UNI EN 13384-1. Se il camino è invece realizzato in maniera artigianale, la stessa normativa UNI EN 13384 dà comunque informazioni sui parametri da utilizzare nel calcolo. In questo esempio procediamo in tal senso. Parametri impianto Funzionamento Tiraggio naturale (pressione negativa) Tipo di verifica UNI EN 13384-1 A secco (senza condensazione) Parametri generatore Tipologia Caminetto Combustibile (*) Legno (umidità 23,1%) Larghezza caminetto 65 cm Altezza caminetto 50 cm (*) I possibili combustibili sono legno con umidità 23,1% (legna secca) e legno con umidità 33,3% (legna nuova) [UNI EN 13384-1] Parametri dei fumi Portata massica dei fumi (*) 0,04969 kg/s Temperatura dei fumi (*) 80 °C Tenore di CO2 (*) 1,0 % Tiraggio minimo (*) 3,0 Pa (*) Parametri forniti dalla norma UNI EN 13384-1 se non noti. Canale da fumo e camino I produttori di canne fumarie forniscono tutti i parametri tecnici necessari per il corretto dimensionamento del canale da fumo e del camino secondo le norme UNI EN 13384-1. Parametri del canale da fumo Posizione Interno all’edificio Tipologia Doppia parete (acciaio inox – lana di roccia – acciaio inox) Diametro interno 250 mm Rugosità 1 mm Resistenza termica 0.40582 m2K/W Elementi di resistenza al flusso Curva 90° (Resistenza = 0,25 m) Altezza efficace 1,0 m Lunghezza canale da fumo 1,0 m Parametri del camino Posizione Esterno all’edificio Tipologia Doppia parete (acciaio inox – lana di roccia – acciaio inox) Diametro interno 250 mm Rugosità 1 mm Resistenza termica 0.40582 m2K/W Elementi di resistenza al flusso Nessuno Altezza efficace 4,0 m Lunghezza canale da fumo 4,0 m Verifica dell’impianto fumario (Norma UNI EN 13384-1) Le verifiche previste dalla normativa UNI EN 13384-1 per l’esempio proposto sono due: Condizione A) Generatore a potenza nominale e temperatura esterna massima Condizione C) Generatore a potenza nominale e temperatura esterna minima Condizione A – Generatore a potenza nominale e temperatura esterna massima PZ ≤ PZe 7,1 Pa ≤ 5,3 Pa PZ ≤ Pb 7,1 Pa ≤ 4,0 Pa Condizione C – Generatore a potenza nominale e temperatura esterna minima Tiob ≥ Tg 48,7 °C > 17,4 °C Clicca qui per scaricare un esempio di dimensionamento della canna fumaria per un camino a legna I Focus di BibLus-net SOFTWARE Impiantus-FUMO - Software dimensionamento canne fumarie Prova Gratis Impiantus-FUMO, il software per il dimensionamento delle canne fumarie singole e collettive.

Caminetti

Friday, July 7, 2023

Scienza e Arte

Davigo

Manfredi

Pnrr dei Comuni e delle città", promosso dall'Anci alla Nuvola. Manfredi ha sottolineato quindi, "due criticità", "una che non possiamo controllare e che ci dobbiamo porre riguarda la capacità delle imprese di realizzare le opere che si sono aggiudicate. Se guardo il quadro delle imprese sia a Napoli, sia a livello nazionale, ho il vago sospetto che alcune imprese si sono prese più lavori di quelli che poi nei fatti possono realizzare, il tema va monitorato". L'altro problema sottolineato da Manfredi, "è quello dei pagamenti. Con la cassa del Comune - ha spiegato - non siamo in grado di anticipare, questo è un lavoro che va fatto con il governo, insieme con l'Anci e il Mef, dobbiamo avere la disponibilità di liquidità rispetto agli obblighi che ci assumiamo". "I Comuni - ha quindi rivendicato - hanno fatto di più di quello che ci si aspettava. Ora le opere procedano, e che ci siano quei flussi di cassa che ci permettano di pagare". "Ci sono tanti che parlano e i Comuni che fanno - ha aggiunto - quindi il dibattito ora dovrebbe essere, più orientato a chiedersi, gli altri che stanno facendo?". Secondo il sindaco di Napoli, inoltre, "Dobbiamo andare oltre la programmazione urbanistica, bisogna anche riorganizzare gli interventi per ricucire dal punto di vista sociale i territori e dare loro identità". Manfredi ha citato l'esempio del progetto di rigenerazione urbana di San Giovanni a Teduccio dove ci saranno "interventi infrastrutturali, miglioramenti della stazione metropolitana, nuove linee di bus rapido e poi il potenziamento degli investimenti dell'università e del nostro polo digitale". "Analogamente a Scampia - ha continuato -, intervento sulle Vele, demolizione delle Vele, impianti sportivi, una nuova sede dell'università, sistemi integrati di sostegno sociale. Quindi, la vera parola è l'integrazione degli interventi, quindi ancora il fatto che i Comuni si riappropriano di uno strumento di programmazione forte che riguarda sia l'ambiente urbano ma anche il sistema sociale, è la chiave di volta per poter superare gli errori del passato". (ANSA).