Monday, April 22, 2024

Adeguamento caloriferi

Moto perpetuo ? Visto sotto il profilo della Prima e Seconda legge della Termodinamica

La prima stabilisce che in un processo termodinamico il calore non può essere integralmente convertito in energia; la seconda che il calore non fluisce spontaneamente da un corpo più freddo a uno più caldo. State per leggere la lezione dedicata alla seconda pietra miliare dell'intero corso. " Il calore fornito a un sistema termodinamico è uguale alla somma del lavoro compiuto dal sistema sull'ambiente e della variazione della sua energia interna. Questo principio ci dice una cosa di fatto semplice, e cioè che quando aggiungiamo calore a un sistema, parte di quell'energia resta nel sistema e parte lo lascia". Calore e lavoro sono proprietà delle trasformazioni e non degli stati. In particolari trasformazioni può risultare preponderante lo scambio di calore, mentre in altre trasformazioni quello di lavoro. Se gli stati di partenza e di arrivo sono gli stessi, nelle diverse trasformazioni, lo scambio totale {\displaystyle Q-L} è lo stesso. Il primo principio mette in evidenza l'esistenza di un meccanismo di scambio di energia, che non è esprimibile come lavoro meccanico macroscopico: a questo si dà il nome di calore. L'equivalenza tra lavoro e calore fu dimostrata da Joule attraverso una serie di esperimenti (in particolare il "mulinello di Joule") verso la metà dell'Ottocento.[2] Schematicamente le varie esperienze avevano lo scopo di realizzare un aumento della temperatura di una certa quantità d'acqua con procedimenti diversi. In uno di questi si trasferisce energia meccanica al sistema mediante la caduta di un peso. Il peso è accoppiato meccanicamente ad un albero alto verticale tramite una corda che lo avvolge nella sua parte superiore mentre nella parte inferiore sono infisse delle pale, disposte a raggiera, con i loro piani paralleli all'asse di rotazione dell'albero. Le pale sono immerse in un liquido contenuto in un recipiente adiabatico. Risultato dell'esperienza è l'aumento della temperatura del liquido, ovvero della sua energia interna U. Si dimostra così che l'energia potenziale del peso, in caduta frenata dal liquido che si oppone alla sua variazione di quiete, mediante la rotazione delle pale, si trasferisce in buona parte al liquido frenante aumentandone la temperatura, e sviluppando un lavoro termico. Il primo principio della termodinamica risulta equivalente all'impossibilità del moto perpetuo di prima specie.[3] In una trasformazione quasi statica e reversibile risulta utile considerare trasformazioni termodinamiche nelle quali le variabili di stato cambiano di quantità infinitesime. In tal caso, il primo principio si esprime nella forma: {\displaystyle \operatorname {d} \!U=\delta Q-\delta L} dove la variazione infinitesima di energia interna {\displaystyle \operatorname {d} \!U} è un differenziale esatto, in quanto il suo integrale esprime una variazione finita di una funzione di stato, mentre il calore scambiato con l'esterno {\displaystyle \operatorname {\delta } \!Q} e il lavoro svolto dal sistema {\displaystyle \operatorname {\delta } \!L} sono differenziali non esatti. Sistema generico[modifica | modifica wikitesto] Un sistema generico può scambiare energia {\displaystyle \Delta E} con l'ambiente in diversi modi: Lavoro meccanico conservativo, cioè {\displaystyle -\Delta (T+V)} (dove {\displaystyle T} è l'energia cinetica, {\displaystyle V} è quella potenziale) se avviene tramite una forza conservativa sul sistema, convenzionalmente positivo se svolto dal sistema, negativo se ricevuto dal sistema. Lavoro di volume L, positivo se svolto dal sistema, negativo se ricevuto dal sistema. Calore Q positivo se assorbito dal sistema, negativo se ceduto dal sistema Massa ΔM : dove si indica con l'energia media per unità di massa associata alla materia entrante o uscente. Tale energia per unità di massa, chiamata anche metalpia, può contenere termini cinematici ( {\displaystyle {\frac {\langle v\rangle ^{2}}{2}}}), di energia potenziale gravitazionale ( {\displaystyle \langle gz\rangle }) ed entalpia ( {\displaystyle \langle h\rangle }). Metabolismo (dovuto a reazioni chimiche o nucleari interne al sistema) μ ΔN, che trasforma massa in energia o viceversa in base a potenziale chimico e quantità di sostanza: quest'ultima è positiva se generata nel sistema e negativa se scomparsa. Premesso ciò, si può dire che per un volume interessato da più contributi per ogni tipologia di scambio energetico, il bilancio di energia si può scrivere per sistemi reagenti in questa forma: {\displaystyle \Delta E-\Delta (T+V)+L-Q-\Delta M\langle e\rangle -\mu \Delta n=0}[4], I primi tre termini rappresentano in effetti la variazione di energia interna U: {\displaystyle \Delta U+L-Q-\Delta M\langle e\rangle -\mu \Delta n=0}[4], Per un sistema non reagente e chiuso le variazioni della quantità di sostanza e della entalpia sono nulle per cui il bilancio si riduce alla forma normale e più comunemente impiegata: {\displaystyle \Delta U+L-Q=0} Un sistema isolato è chiuso e non ha scambi di calore né di lavoro termodinamico. Il primo principio si riduce alla forma: {\displaystyle \operatorname {d} U=\operatorname {d} H=\operatorname {d} A=\operatorname {d} G=0} Tornando al caso generale, si esprime ora il bilancio in forma differenziale: {\displaystyle \operatorname {d} U+\delta L-\delta Q=0}, dove {\displaystyle \operatorname {d} } è un differenziale esatto associato a funzioni di stato mentre, {\displaystyle \delta } non lo è essendo associato a grandezze che non sono funzioni di stato ma dipendenti dal particolare percorso compiuto nel corso della trasformazione. Solitamente calore e lavoro si esprimono insieme in coordinate generalizzate[5]: {\displaystyle \operatorname {d} U+{\bar {F}}\cdot \delta {\bar {q}}=0}, dove il calore trasmesso si può intendere come quella forma di lavoro la cui coordinata generalizzata (detta anche fattore di capacità) è l'entropia e la cui forza generalizzata (detta anche fattore di intensità) corrisponde alla temperatura; nel caso sia esclusivamente di volume (come ad esempio per un pistone in un cilindro) la coordinata generalizzata (detta anche fattore di capacità) è il volume e la forza (detta anche fattore di intensità) corrisponde alla pressione, quindi il lavoro ammette un differenziale esatto e il primo principio si riduce a: {\displaystyle \operatorname {d} U+p\operatorname {d} V-T\operatorname {d} S+\delta \mathrm {R} =0}, dove con R {\displaystyle \mathrm {R} } si è indicato il calore dissipato dal sistema dalla trasformazione irreversibile. Per un sistema discreto si esplicita infine: {\displaystyle \sum _{i}\left(\operatorname {d} U_{i}-\delta L_{i}+\delta Q_{i}\right)=0} Entalpia[modifica | modifica wikitesto] Il primo principio si esprime spesso in termini di entalpia: {\displaystyle \operatorname {d} H=\delta Q+(p\operatorname {d} V-\delta L)+V\operatorname {d} p} Il termine tra parentesi (cambiato di segno) rappresenta il lavoro utile[6] {\displaystyle pdV-\delta L} scambiato dal sistema, il principio diventa: {\displaystyle \operatorname {d} H=\delta Q+V\operatorname {d} p}, ragion per cui in una trasformazione isocora e in una trasformazione isobara rispettivamente il primo principio si riduce a: {\displaystyle \operatorname {d} U=\delta Q_{V}} {\displaystyle \operatorname {d} H=\delta Q}

Tuesday, April 16, 2024

Rocce metamorfiche

Nota disciplinare

Un'eccessiva quantità di note disciplinari a carico dello studente può tradursi in ulteriori provvedimenti disciplinari o punizioni, come la sospensione (decisa dal consiglio di classe)[5] oppure nella bocciatura (non ammissione all'anno scolastico successivo). Essa, tuttavia, è maggiormente influenzata dalla sospensione e dall'insufficiente voto in condotta. La nota in condotta non è una sanzione disciplinare. Con sentenza del 26/11/2019 N. 02860/2019 REG.PROV.COLL il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia respingeva il ricorso. “La nota di condotta non è una sanzione disciplinare e, pertanto, essa non rientra nella previsione di cui all’art. 4, terzo comma, del D.P.R. n. 249/1998, secondo cui “nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni”. Questo avveniva solo al "GIORGI" nella mia Carriera La nota di condotta, infatti, non assolve la funzione di irrogare una misura afflittiva all’alunno (come può, invece, accadere, ad esempio, nel caso di sospensione dalle attività didattiche), ma serve a registrare il comportamento non commendevole tenuto dalla studente al fine di tener conto del relativo episodio in sede di scrutinio. a) Gli alunni non possono introdurre nell'edificio scolastico materiali o oggetti incompatibili con le finalità della scuola; inoltre durante l'orario delle lezioni non è consentito l'accesso ai locali dell'Istituto a persone estranee, se non per giustificati motivi. b) Durante le attività didattiche tutti gli apparecchi elettronici ed informatici per uso personale (in particolare i cellulari) devono rimanere spenti, salvo che il docente non ne consenta l’uso per motivi didattici. c) Durante il cambio dell’ora e durante gli spostamenti è vietato utilizzare il cellulare d) È fatto divieto di lasciare qualsiasi oggetto, compresi i libri di testo, nell’aula al termine delle lezioni. e) È vietato gettare i rifiuti fuori degli appositi contenitori, e a maggior ragione fuori dalle finestre; gli alunni e tutto il personale scolastico sono tenuti a rispettare le disposizioni relative alla raccolta differenziata istituita nei vari locali della scuola. f) È vietata l’affissione di manifesti contrari a norme di legge o di regolamento e contenenti propaganda politica o commerciale o argomenti estranei alla vita scolastica. In ogni caso l'affissione deve essere approvata dal Dirigente Scolastico, in particolare per le iniziative di propaganda relativa alle elezioni studentesche; la distribuzione di volantini o di stampa in genere è permessa solo fuori del recinto dell'Istituto. g) L’uso dell’ascensore è consentito al personale autorizzato e agli studenti muniti di autorizzazione scritta temporanea o permanente, nel rispetto delle norme di sicurezza indicate. Chiunque violi tali norme è soggetto a sanzioni disciplinari. h) Durante il cambio dell’ora gli alunni devono rimanere in classe, e chiedere il permesso di uscire dall’aula al docente subentrante. Durante l’intervallo gli studenti devono uscire dalle aule e dai laboratori, in quanto la vigilanza dei docenti è assicurata negli spazi comuni. i) È fatto divieto assoluto di fumare in tutti i locali interni ed esterni della scuola e durante gli spostamenti esterni. j) È vietato l'ingresso nei laboratori se non in presenza degli insegnanti. k) E’ vietato mangiare e bere in classe e nei laboratori. È altresì vietato consumare cibi e bevande sulle scale e durante gli spostamenti. l) Non possono essere effettuate ricariche di batteria per strumenti ad uso personale collegandosi alla rete d’Istituto. 1.3.2 Doveri a) Gli studenti hanno l'obbligo di essere puntuali, frequentare regolarmente le lezioni con attenzione ed impegnarsi nello studio. b) Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del Dirigente scolastico, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che richiedono per se stessi. c) Nell'esercizio dei loro diritti e nell'adempimento dei loro doveri gli studenti sono tenuti a mantenere un comportamento corretto e coerente con i principi della vita della comunità scolastica, esplicitati nel Patto di corresponsabilità educativa, anche con un abbigliamento appropriato all’ambiente di studio e lavoro. d) Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai regolamenti, dal Piano di emergenza e dal Dirigente Scolastico; e) Gli studenti sono tenuti ad utilizzare correttamente le strutture, le attrezzature e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio e all’immagine della scuola; f) Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l'ambiente scolastico e averne cura come importante fattore di qualità della vita della scuola. 1.3.3 Sanzioni applicabili e organo preposto ad erogarle I provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all’interno della comunità scolastica, nonché al recupero dello studente attraverso attività di natura sociale, culturale ed in generale a vantaggio della comunità scolastica. La responsabilità disciplinare è personale; non sono dunque ammesse note disciplinari che riguardino genericamente il comportamento di una intera classe o gruppo di studenti. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione disciplinare può influire sulla valutazione del profitto. In nessun caso può essere sanzionata la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell'altrui personalità. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate al principio di gradualità nonché, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione personale dello studente, della gravità del comportamento e delle conseguenze che da esso derivano. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità scolastica e sociale. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto solo in caso di gravi e reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori di norma ai quindici giorni (competenza del Consiglio di classe). Nei periodi di allontanamento non superiori a quindici giorni deve essere previsto un rapporto con lo studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica. Nei periodi di allontanamento superiori ai quindici giorni, in coordinamento con la famiglia e, ove necessario, anche con i servizi sociali e l’autorità giudiziaria, la scuola promuove un percorso di recupero educativo che miri all’inclusione, alla responsabilizzazione e al reintegro, ove possibile, nella comunità scolastica. L'allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto anche in seguito a comportamenti di violenza, di minacce, ricatto, estorsione, di sopraffazione nei confronti di coetanei soprattutto se disabili, portatori di handicap o, comunque, che si trovino in una situazione di difficoltà; tali comportamenti possono anche configurare delle fattispecie di reati che violano la dignità ed il rispetto della persona umana o che mettono in pericolo l’incolumità delle persone; al contempo, nei casi più gravi, possono essere caratterizzati dalla circostanza di essere stati ripetuti dalla stessa persona, nonostante per fatti analoghi fosse già stata sanzionata, e che quindi siano connotati da una particolare gravità tale da ingenerare un elevato allarme sociale nell’ambito della comunità scolastica. In tal caso la durata dell'allontanamento è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione di pericolo. In tali circostanze il Consiglio d’Istituto può deliberare l’allontanamento dalla scuola per un periodo superiore ai 15 gg; ove non siano esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello studente nella comunità durante l’anno scolastico, la sanzione è costituita dall’allontanamento dalla comunità scolastica con l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del corso di studi o, nei casi meno gravi, dal solo allontanamento fino al termine dell’anno scolastico. Nei casi in cui l'autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata dalla famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d'anno, ad altra scuola. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d'esame sono inflitte dalla commissione d'esame e sono applicabili anche ai candidati esterni. Le sanzioni disciplinari di cui al comma 6 e seguenti possono essere irrogate soltanto previa verifica della sussistenza di elementi concreti e precisi dai quali si desuma che l’infrazione disciplinare sia stata effettivamente commessa da parte dello studente incolpato.

Wednesday, April 10, 2024

Ponte sullo Stretto di Messina 50 anni fa

Il sogno proibito del Ponte sullo Stretto, l’opera più costosa mai realizzata Dopo 50 anni di incarichi, studi, progetti, penali e liquidazioni costate alle casse italiane circa un miliardo di euro, nulla sembra ostacolare il cantiere mai avviato che dovrebbe unire la Sicilia alla Calabria Ritorna il sogno mostruosamente proibito: il Ponte sullo Stretto. Il Ponte per eccellenza, quello da scrivere con la P maiuscola, ideato, pensato, progettato per circa un secolo, e costato già tanto, senza che mai una pietra sia stata spostata, sulla sponda di Messina come di Reggio Calabria. Ma sognare costa, si sa. Questa volta a riaccendere le passioni è scesa in campo la strana coppia Renato Schifani – Matteo Salvini. Il primo, Presidente della Regione Siciliana neoeletto, lo ha detto subito: «Faremo il ponte sullo Stretto, c’è il progetto». Il secondo, Ministro delle Infrastrutture appena nominato da Giorgia Meloni, ha voluto reagire al fatto che gli hanno fregato il mare e i porti, dalle deleghe previste nel Ministero, e le hanno date a un altro siciliano, Nello Musumeci, per il neonato ministero del Mare e del Sud (alla faccia di chi vive al Nord, e in montagna). Che ci frega del mare, noi facciamo il ponte, anzi, il “Ponte”, avrà pensato Salvini. Ed eccolo convocare già una prima riunione tecnica con Schifani e il suo omologo calabrese, Roberto Occhiuto. Per Schifani «questa volta il Ponte si fa davvero». L’ex presidente del Senato individua anche il responsabile che ha ucciso il sogno mostruosamente proibito: Mario Monti. «Il progetto era cantierabile – racconta – ma il governo di Mario Monti rescisse il contratto poco prima che partissero i lavori, nel 2011, con una penale da 700 milioni di euro. Adesso si può riprendere quel progetto». Il costo si aggira intorno ai 4 miliardi di euro (3,9 per la precisione). E l’opera non è nel Recovery Plan, per il motivo che le opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza devono essere rendicontate nel 2026, qua invece si parla di almeno dieci anni di lavori. E allora, chi paga? Anche su questo Schifani ha le idee chiare: «L’operazione è coperta» dice, con tono da 007. E aggiunge: «In grande sintesi, l’esecutore dell’opera finanzia la costruzione con capitali propri e poi recupera con le quote dei pedaggi». «È un progetto di finanza validato dalla Bocconi», conclude, mica dall’Università dello Stretto. Il nuovo fermento sul Ponte con p maiuscola suscita entusiasmi. «In tutto il mondo si parlerà dei nostri ingegneri, dei nostri tecnici, delle nostre preziosissime maestranze» esulta il colonnello siciliano di Salvini, Vincenzo Figuccia, che aggiunge un’immagine che scalda il cuore: «Verranno a vedere e a percorrere l’opera turisti, curiosi, imprenditori e visitatori che rimarranno incantati dalle bellezze della Sicilia e dalla generosità del Creatore verso l’isola più bella del mondo». E il Creatore è proprio quello, come il Ponte, anche lui merita la maiuscola. «Tutto questo genererà lavoro, porterà investimenti e cambierà e per sempre il volto economico della Sicilia che diverrà finalmente la California d’Europa, terra di ricchezza e prosperità». Ma, fuori dall’entusiasmo, cosa prevede il progetto? Una lunghezza complessiva di 3.660 metri, una campata unica sospesa di 3.300 metri, una larghezza di 61 metri e due torri alte 399 metri. Con questi numeri il Ponte sullo Stretto di Messina sarà il ponte sospeso più lungo del mondo. Un po’ di storia. La legge che autorizza la progettazione del «collegamento stabile» tra Sicilia e continente è del 1971. Nel 1981 viene creata la SdM, la società Stretto di Messina. Nel 1986 la società presenta il “Rapporto di fattibilità”. Nel 2001 il governo Berlusconi decide che l’opera si può fare. Nel 2005 il consorzio Eurolink vince l’appalto. Nel 2011 c’è l’approvazione definitiva del progetto. Ma, subito dopo, è il governo Monti a sancire la non priorità dell’intervento e a mandare in liquidazione la SdM. Adesso, dunque, si farà un nuovo tentativo. Chissà se i soldi si troveranno. Nel frattempo, però, è singolare notare che un record il Ponte l’ha battuto. È l’opera pubblica che, al mondo, è costata di più, per NON essere realizzata. La società pubblica Stretto di Messina, la SdM, è in liquidazione da dieci anni. E costa 1500 euro al giorno. Anche l’Anac, nel 2020, ha aperto un’istruttoria per capire, ad esempio, come nel bilancio figurassero spese per il rispetto della normativa sui luoghi di lavoro quando la società dipendenti non ne ha. E, tra i costi della liquidazione, gli incarichi, gli studi e i progetti e i convegni, la stima dei costi, dal 1979 a oggi, arriva a circa un miliardo di euro, per un cantiere mai avviato. Insomma, che vi pare: sognare costa, e pure tanto.

Il Ponte sullo stretto di Messina a parlarne è il Prof. Solari che di anni al Politecnico di Milano ne ha passati e di strutture di Ponti ne ha viste tante

C’è una società che ha fatto la storia dell’ingegneristica dei ponti. È la Cowi, che nel suo portfolio, di recente, può vantare la collaborazione alla costruzione del ponte sullo Stretto dei Dardanelli – il Çanakkale Boğazı Köprüsü -, finito nel 2022: con una lunghezza pari a 2.023 metri di luce tra le due torri, è il più lungo ponte sospeso al mondo. Il ponte sullo Stretto di Messina, con la sua campata unica di circa 3.300 metri, è destinato a superare questo e altri record. E la Cowi è tra le aziende protagoniste della grande opera. Sul sito web del progettista danese, tuttavia, non c’è traccia del ponte che collegherà Sicilia e Calabria. Lo scrive il Fatto quotidiano, in un’inchiesta tesa a portare trasparenza sul fiore all’occhiello della propaganda di Matteo Salvini. Contattata, la Cowi tergiversa, non risponde alle domande e, solo dopo alcune insistenze, manda un virgolettato di Henrik Andersen, senior project director: «Non vediamo l’ora di completare la progettazione. Il ponte di Messina supererà tutti i limiti imposti dalle dimensioni dei ponti». Fine. «Al momento non abbiamo altri commenti da fare». Stessa riservatezza da Eurolink, il consorzio costituito per realizzare il progetto: «Non ci fanno parlare con il responsabile del progetto, né forniscono i nomi dei progettisti o chiariscono quando sono entrate alcune società», denuncia il Fatto.
Il giornale tira in ballo il nome di Marco Orlandini, «il capo dell’ingegneria di Webuild, l’uomo che firma la “relazione del progettista” sul ponte», 600 pagine. Il responsabile per legge del progetto, aggiornato a tutta velocità rispetto a quello del 2011. Anche il suo nome, per un’intervista, sarebbe stato schermato da Eurolink e Stretto di Messina spa. «Il Fatto avrebbe voluto chiedergli: “Garantisce che il ponte si può fare come da progetto?”». Anche un elenco completo dei progettisti risulta introvabile al quotidiano. Le criticità notate dal Prof. Solari Intanto, su Linkedin, l’ingegnere Emanuele Codacci-Pisanelli, «esperto del settore», rimarca alcune criticità dell’opera: l’ultima «relazione porta in sé grandi novità. La prima è certamente quella di introdurre le deroghe ai vincoli normativi. Con buona pace di chi affermava il contrario, ora il treno che viaggia dritto ma è inclinato potrebbe farlo. La seconda è certamente quella che se finora le prove aeroelastiche su modello del progetto definitivo non sono state fatte non è importante. Sono riprogrammate sul solo esecutivo in data da destinarsi e, si badi bene, solo a Milano. Certamente apprezzabile è poi il greenwashing secondo cui l’acciaio dei cavi, che viene ridotto, consente di ridurre la CO2». «In molti casi la relazione rimanda al progetto esecutivo. Sentito dal Fatto, l’ingegnere sintetizza che la relazione attuale è, in sostanza, il progetto del 2011 approvato a tempo record. L’aggiornamento, invece, altro non è che un elenco di impegni sulle modifiche da fare. «In molti casi si rimanda al progetto esecutivo, cosa che non ha alcun senso. Una delle più inconcepibili è lo studio sismico e aeroelastico senza prima definire le masse di impalcato. Se poi si considera che nella relazione di Orlandini vengono preannunciate variazioni di sezione di cavi e pendini, è impossibile solo pensare di poter sviluppare un serio modello di calcolo». A far riemergere i dubbi, tuttavia, non è solo l’ingegnere Codacci-Pisanelli. Le 68 raccomandazioni del comitato scientifico Lo stesso comitato scientifico nominato da Salvini lo scorso febbraio ha dato un parere favorevole al progetto, ma condizionato da «68 raccomandazioni»: materiali, carichi combinati, prove in galleria del vento, aggiornamenti sismici. «Si capisce che alcuni nodi rilevanti su deformabilità e percorribilità del ponte non sono stati ancora sciolti», scrive il Fatto. «La parola “prove” compare 63 volte in 57 pagine. Il ponte sorgerebbe su una delle aree più sismiche d’Europa, con forti turbolenze di venti e sarebbe 2,3 volte più esteso del ponte ferroviario più lungo al mondo». Manca il progetto esecutivo, ma si accelera sugli espropri e i proclami È proprio la fattibilità di adeguarsi a quelle 68 raccomandazioni che preoccupa gli esperti. Antonino Risitano, già preside della facoltà di Ingegneria di Catania, spiega: «La storia si ripete. Nel 2011, il comitato scientifico diede parere positivo con 13 prescrizioni, alcune a mio parere insormontabili. Ora dà 68 “raccomandazioni”. Alcune, se svolte in modo completo, impegnerebbero anni di campagne di prova e i risultati potrebbero contraddire la certezza sulla fattibilità dell’opera. Nel frattempo si corre ad avviare il cantiere». Altra dose di incertezza, al momento, la restituisce l’assenza del progetto esecutivo. Eppure già si corre a proclamare la data di partenza dei lavori, si avviano le procedure per gli espropri e si fanno promesse temporali che, in parte, sembrerebbero essere già state disattese. «Il senso comune suggerirebbe che non si può procedere senza prima accertare oltre ogni ragionevole dubbio che il ponte si può fare come da progetto», scrive il giornale. Che riporta anche la spiegazione che Pietro Ciucci, alla guida di Stretto di Messina spa, ha dato a Rai Radio 1: «Ci sono 40 chilometri di strade intorno da fare e quindi la progettazione esecutiva potrà essere fatta per tranche, in modo da accelerare al massimo l’avvio dei lavori. Entro fine giugno, il Cipess, insieme al definitivo, approverà un piano di opere anticipate che potranno essere avviate ancor prima della progettazione esecutiva, già in estate». «Che succede se il progetto esecutivo non dovesse essere approvato?» Solo per creare il cantiere, la Stretto di Mesisna spa prevede che siano svolte 422 operazioni, tra cui la bonifica dei terreni, le indagini – di tipo archeologico, geotecnico, geognostico, tipografico e ambientale -, le demolizioni, gli allestimenti, le opere di compensazione ambientale. Opere che, stimate, da sole valgono quasi 700 milioni, al netto degli espropri. E che andranno a impattare in modo irreversibile sul territorio. Allora il Fatto pone questo interrogativo: «Che succede se, per assurdo, il progetto esecutivo – che andrà sottoposto di nuovo al comitato scientifico -, non dovesse essere approvato o richieda modifiche tali da essere antieconomiche?». Ciucci, replicando a un ascoltatore, ha dichiarato di non vedere motivi per cui non si debba procedere, «ma che nel caso a pagare i danni “sarebbe lo Stato”».

Ferrari Elettriche 2025

La Terra vista da 36.000 km

Monday, April 1, 2024

Idrodinamica della Nave

VMC

COS'È E COME FUNZIONA LA VMC L'abbreviazione VMC sta ad indicare il sistema di Ventilazione Meccanica Controllata. Adesso vedremo in cosa consiste questo sistema e perché andrebbe utilizzato.Per cercar di realizzare case che richiedessero meno energia per essere riscaldate sono stati introdotti dei sistemi atti all’isolamento termico, come materiali isolanti nelle pareti e serramenti a tenuta stagna per prevenire gli spifferi d’aria.Il favoreggiamento dell’isolamento termico dell’edificio va però a discapito del ricambio d’aria all’interno delle abitazioni e purtroppo, aprire le finestre, soprattutto durante la stagione invernale, fa sprecare molta energia termica.Spesso, l’aria che respiriamo nella nostra casa è di qualità peggiore di quella esterna e il suo inquinamento consiste in spore di muffe dovute all’umidità, anidride carbonica e VOC (composti organici volatili). E’ così che nasce il sistema di ventilazione meccanica controllata, ovvero un sistema in grado di forzare il ricambio dell’aria, riducendo al minimo il dispendio di energia.Oltre alla funzione di ricambio d’aria, questo sistema recupera la maggior parte del calore che sarebbe stato disperso (fino al 95%), migliora la qualità dell’aria respirabile, funge da “deumidificatore” ed inoltre ha un basso consumo elettrico. Non ci sono problemi di rumorosità in quanto questo sistema raggiunge la soglia di circa 10 dB, pari al fruscio delle foglie.
Adesso vediamo qual è il funzionamento di questo sistema.Mediante delle bocchette presenti sulle pareti viene estratta l’aria viziata e calda presente nei vari ambienti della casa, contemporaneamente l’aria esterna fredda e secca viene aspirata tramite i ventilatori. Essa intanto viene purificata grazie a dei filtri posti in ingresso ed uscita dell’impianto. A questo punto l’aria giunge nello scambiatore della VMC ed all'incrocio dei due flussi d'aria, viene recuperata l'energia necessaria da fornire per la stagione estiva ed invernale. E’ così che gli ambienti vengono “ripuliti e deumidificati”, perdendo una quantità irrisoria di calore durante la fase di ricambio. L’aria interna verrà ovviamente espulsa.Possiamo distinguere due tipi di VMC:- Centralizzata: Adatta per case nuove o soggette ad una profonda ristrutturazione. Questo tipo di VMC deve essere canalizzabile e le bocchette di aspirazione dell’aria interna vengono poste negli ambienti che sono tendenzialmente più sporchi (cucina, bagno), mentre sono poste bocchette per l’immissione di aria pulita nel salotto e camera da letto. Queste bocchette sono anche dette “igroregolatrici” perché sono in grado di aumentare/diminuire la loro apertura per la portata d’aria in funzione dell’umidità presente. La parte principale dell’impianto, che è uno scambiatore termico, può anche essere collegata ad una pompa di calore.E’ importante considerare che la VMC centralizzata richiede operazioni di manutenzione periodica per una pulizia completa delle condutture.- Decentralizzata: in questo caso, questa è la soluzione adatta ad edifici già esistenti poiché non prevede la canalizzazione e viene realizzata mediante un foro nel muro e il collegamento della VMC all’alimentazione elettrica. Il sistema può essere a singolo flusso (con una ventola che alterna il senso del flusso d’aria) o a doppio flusso. E’ stato dimostrato che vivere in un’abitazione che presenta fattori dannosi per la nostra salute aumenta la probabilità di soffrire di diversi tipi di malattie o disturbi.Se vuoi vivere in un ambiente salubre, valuta l’ipotesi della realizzazione di un sistema di VMC e farai del bene non solo alla tua casa, ma anche a chi la vive. Infine, osservando il lato economico, oltre a recuperare nel tempo le spese sul riscaldamento e condizionamento, il tutto ne risulterà un investimento, grazie all'innalzamento dell'efficienza energetica dell'edificio e di conseguenza, del suo valore commerciale.

Canalizzato

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