Tuesday, April 26, 2022

Criteri per la rete

Linee Guida PON Reti Locali FESR LAN/WLAN 2022 Indicazioni Wireless Campus La parte più delicata della progettazione è la rete Wireless della scuola, per la Solari Engineering Group sideve poter collegare potenzialmente tutti i dispositivi mobili di tutti gli utenti e deve essere vista come un unica rete anche se l’edificio scolastico occupa diversi piani in più edifici. Va detto subito che gli access point per ufficio o domestici, anche i più cari e blasonati, non sono purtroppo adatti alle scuole o ai campus, in quanto non sono in grado di connettere simultaneamente più di 50 utenti; mentre e a scuola di utenti ne abbiamo centinaia o, spesso, migliaia. Il brutto delle reti wireless è che, quando l’affollamento è eccessivo, la connessione cade o si interrompe, qualcuno si collega e qualcuno no. Insomma: diventa inutilizzabile, come tutti abbiamo già sperimentato. Ebbene: se accade quanto appena descritto, è sempre per colpa dell’eccessivo affollamento dei dispositivi mobili (quelli che si collegano e anche quelli che tentano di collegarsi o che annusano la rete – esempio non casuale: gli smartphone lasciati accesi negli zainetti. Il bando prevede espressamente la connessione degli studenti e quindi non c’è scampo: bisogna dotarsi di strumenti davvero adatti – non necessariamente più cari, anzi talvolta anche più economici. E ricordarsi che, soprattutto nella secondaria di secondo grado, per ogni studente possiamo avere almeno 2 dispositivi (uno smartphone e un tablet o un pc); e lo stesso dicasi per i prof. Riassumendo: se abbiamo 900 studenti e 100 docenti, per avere una rete wireless funzionante dobbiamo dimensionarla per almeno 2000 utenze simultanee! E questa specifica va assolutamente inserita nel progetto e nel bando di fornitura. Pena l’esclusione del fornitore che non soddisfaccia la clausola. Wi-Fi 6 Il WiFi 6 è il nuovo standard della Wifi Alliance. Ha una velocità di trasmissione dati per singolo utente superiore del 37% rispetto all’802.11ac (lo standard precedente, su cui si basa) e quattro volte la capacità di trasmissione per utente in ambienti affollati. Per ottenere questi miglioramenti, il WiFi 6 usa una serie di caratteristiche tecniche innovate, tra cui diverse tecnologie multiutente che sono derivate dall’industria cellulare MU-MIMO e OFDMA: sistemi che migliorano notevolmente capacità e prestazioni, consentendo più connessioni simultanee e un più approfondito uso delle frequenze. Il WI-Fi 6, insomma, sembra pensato proprio per le reti molto congestionate come quelle delle nostre scuole: oltre ad affrontare la sovrapposizione nella copertura del numero di dispositivi, in fatti, è ideale per gestire la domanda sempre crescente di velocità di trasmissione dati multiutente. Non ultimo, il Wi-Fi 6 offre una migliore efficienza energetica. che si traduce in minori emissioni elettromagnetiche e in un minor consumo delle batterie del dispositivo: per funzionare non serve sempre la massima potenza e, anche se parliamo di potenze inferiori ai 100milliWatt, avremo comunque meno emissioni e meno consumi. Generazione/Standard IEEE Frequenza Velocità di collegamento massima Anno Wi-Fi 6 (802.11ax) 2,4/5 GHz 600–9608 Mbit/s 2019 Wi-Fi 5 (802.11ac) 5 GHz 433–6933 Mbit/s 2014 Wi-Fi 4 (802.11n) 2,4/5 GHz 72–600 Mbit/s 2009 Tabella evoluzione degli standard wireless – fonte intel Il Wi-Fi 6 rappresenta un aggiornamento sostanziale rispetto alle generazioni precedenti: anche se le differenze potrebbero non sembrare immediatamente evidenti negli uffici o in ambito domestico, il Wi-Fi 6 è ideale per le scuole in quanto consente velocità di connessione più elevate soprattutto in situazioni di elevata densità di utenti. In qualsiasi caso non conviene dotarsi oggi, nel 2022, di una infrastruttura Wi-Fi 5 che risale al 2014. Access point ad elevato affollamento Per la nostra rete wireless scolastica non dobbiamo perderci in inutili specifiche, tantomeno farci inebriare da fornitori che ci elencano decine di dispositivi e loro caratteristiche proferite per farvo specchiare le allodole: oltre al dimensionamento massimo degli utenti per ogni plesso, quello che ci serve davvero sono poche cose semplici e chiare, facilmente verificabili anche se non siamo espertissimi di modulazioni di frequenze. Ecco quindi le caratteristiche degli Access Point ideali per la scuola: Access Point Wi-Fi 6 300+ utenti simultanei Long Range Power over Ethernet (alimentazione dal cavo di rete) Management gratuito e senza limite massimo di utenti, dispositivi e access point Ovviamente questi Access Point non devono lavorare ciascuno per conto suo e non devono fare da ripetitori uno dell’altro, ma devono funzionare all’unisono come una unica grande rete wireless. Per farlo devono prevedere all’origine un sistema di gestione (management) centralizzato, che ovviamente deve essere gratuito, senza limite di utenti e senza canoni di abbonamento… Esistono davvero simili accrocchi? certo che si: continuate a leggere! Quanti Access Point prendiamo? Un access point ogni 2/3 aule 1+ access point per ogni spazio comune (sala studio, biblioteca, mensa, agorà, ecc…) 2+ access point in auditorium e aule magne. ottima idea coprire anche gli spazi esterni (giardino, parco, campus, …): non serve necessariamente mettere un access point outdoor, perché basta posizionarne alcuni in prossimità degli spazi esterni (ad esempio sotto il portico). Un access point messo in mezzo a tre aule rischierà di dover gestire [30 utenti * 2 dispositivi * 3 classi] = 180 terminali come minimo (facciamo sempre i conti per eccesso). Le onde radio non le vediamo, ma passano i muri e rimbalzano, e perciò con moltissima probabilità ciascun Access Point si troverà a gestire o almeno a “sentire” anche le richieste delle classi vicine e di quelle del piano di sopra e di sotto. Questo vuol dire che un Access Point dedicato a 3 aule in realtà ne sente anche il doppio o il triplo: da qui la necessità di acquistare Access Point in grado di reggere 300 utenti, soglia per nulla eccessiva, ma anzi indispensabile per non avere momenti di congestione. Già che ci siamo, ricordiamoci di acquistare almeno 5 Access Point in più di riserva, per future espansioni o per eventuali sostituzioni. Come colleghiamo gli access point? WiFi alternato tra i piani Alternare gli Access Point tra i diversi piani per ridurre le interferenze e aumentare la portata Ciascun Access Point deve essere connesso mediante un cavo di rete dedicato (UTP5e o superiore), collegato ad uno switch Gigabit PoE, in modo da dare agli utenti la massima velocità e la massima affidabilità possibile. Visto l’elevato numero di utenti (molte centinaia o migliaia). sono assolutamente vietate le connessioni Wireless tra access point, le reti MESH e i ripetitori wireless, opzioni che porterebbero ad un rapido calo delle prestazioni. Il posizionamento deve essere pensato in maniera tridimensionale, non va bene allineare verticalmente gli access point su più piani perché tra un piano e l’altro ci sono in media solo 5 metri che sono troppo pochi, meglio alternarli tra i diversi piani. Switch Gli Switch di rete a cui collegare gli Access Point devono essere così: Tutte le porte in rame Gigabit Power Over Ethernet (nel numero necessario per collegare gli Access Point) SMART (management semplificato) Numero di porte in base alle esigenze Collegamento tra Switch in fibra ottica (dorsale) con velocita 1, 2.5 o 10Gbit in base alla connessione internet disponibile Opzionale: interfacciabili con il sistema di Management Wireless (quell’accrocco gratuito di cui si parlava sopra). Molto importante è sostituire tutti gli switch presenti con modelli di ultima generazione: infatti basta avere nella rete un vecchio switch o giammai un hub in un posto remoto per rallentare o bloccare tutta la rete!!! Cambiare tutto!!! In commercio è facile trovare Switch MANAGED molto sofisticati, da vero maschio alfa: sono i preferiti di molti fornitori avidi, in quando necessitano di configurazioni complicatissime, che nelle scuole si rivelano tanto inutili quanto onerose. Per ovviare alle (in)utili complicazioni degli Switch MANAGED al testosterone – che si credono dei router ma che ci complicano la vita – bisogna invece acquistare gli Switch SMART, che hanno una interfaccia di gestione semplificata e che, anche se non configurati, funzionano benissimo lo stesso. Le prestazioni in termini di velocità non cambiano; anzi, una configurazione troppo complicata sicuramente ci rallenta. Evitiamo quindi complicazioni inutili, niente vlan (reti virtuali) e niente configurazioni anomale con numerose sottoreti e indirizzamenti improbabili. Con una rete semplice, in caso di guasto di un dispositivo, basterà acquistare uno Switch equivalente e tutto funzionerà al volo, senza bisogno di costosi interventi tecnici e di lunghe configurazioni. Volendo in commercio si trovano switch in grado di essere gestiti dallo stesso sistema di management gratuito degli Access Point. Acquistare Switch e Access Point della stessa marca compatibili con lo stesso Management ci offre una sicura compatibilità, facili strumenti di analisi del traffico e, per chi vuole, una completa gestione della rete. Management Software vs Hardware vs Cloud Per la gestione centralizzata degli access point esistono soluzioni sia software sia hardware; ovviamente ciascuna è compatibile solo con gli access point della stessa marca e serie; esistono perfino soluzioni cloud che consentono al fornitore o al produttore di gestire la configurazione direttamente dal remoto. Per qualsiasi soluzione, ci sono però costi in agguato: i dispositivi hardware hanno un costo iniziale elevato e licenze per blocchi di utenti e dispositivi; mentre i servizi cloud hanno canoni annuali, sempre in funzione di utenti e dispositivi. Possono sembrare opzioni convenienti per un ufficio, ma possono avere costi proibitivi per una scuola, se prevediamo anche solo 600 utenti . Per questo motivo, prima di acquistare più Access Point, è indispensabile valutare i costi del sistema di management, dell’installazione e anche degli eventuali canoni annuali di esercizio. Da ultimo bisogna poi verificare che non ci siano limiti al numero di utenti o di access point, nel caso di una crescita futura delle utenze. Inutile dire che un sistema di management software o hardware in grado di controllare sia gli access point sia gli switch senza limiti e senza canoni di esercizio è la soluzione giusta per le scuole. Se lo prendiamo hardware avrà un costo iniziale, se lo prendiamo software magari non costa nulla ma ha bisogno di un PC o di una macchina virtuale su cui essere installato. Se i costi del Management Hardware sono paragonabili a quelli di un PC e non ci sono spese ulteriori per abilitare le nostre migliaia di utenti possiamo valutare questa opzione che ci evita di dover avere un server dedicato. In alcuni casi troverete dei management hardware anche in grado di fare da router, da aggregatore, da autenticazione e da filtro, quindi perfettamente equivalenti alla gestione fatta mediante un PC. Occhio sempre ai limiti massimi di utenti! Una volta installato il tutto la configurazione del Wireless Management è abbastanza semplice, alla portata di chiunque sia in grado di configurarsi il wireless a casa propria, con la differenza che qui una singola configurazione viene automaticamente replicata su tutti gli Access Point della rete, che siano 10, 50 o 100… Nella fornitura pertanto ricordiamoci di chiedere una prima configurazione e un mini corso per poter operare le solite eventuali modifiche – nome della rete, password e così via. Il sistema di management penserà a tutto il resto, effettuerà la scelta dei canali con meno interferenze, abbasserà la potenza quando non necessaria, ci dirà anche quali dispositivi si stanno collegando, quanto traffico generano e se ci sono Access Point disturbati o troppo affollati, che hanno bisogno di un ulteriore Access Point nei paraggi. Se abbiamo scelto una soluzione “senza limiti”, basterà in qualsiasi momento acquistare un dispositivo aggiuntivo, collegarlo, adottarlo e la configurazione sarà automatica. Le specifiche di massima di Wireless Management potrebbero essere queste: Software di gestione gratuito e senza limitazioni senza limite di utenti, connessioni e dispositivi in alternativa hardware di gestione sempre senza limitazioni sul massimo numero di utenti da valutare in base ai costi Interfaccia web eventualmente compatibile anche con gli switch e gli altri apparati di rete della stessa marca Cablaggi Molte scuole hanno già subito interventi di cablaggio e in questi casi probabilmente basta solo un riordino. I cablaggi in rame esistenti non vanno per forza sostituiti, perché basta sostituire gli Switch con modelli più performanti e aggiornati. Se il budget lo consente, possiamo pensare a nuovi cablaggi, per collegare con il cavo gli schermi interattivi e ulteriori postazioni fisse, ma questa non è una priorità assoluta. Ogni Access Point richiede invece un suo cavo dedicato. Su questo punto non possiamo fare sconti. Quello che risparmiamo sui cablaggi fisici – ricordiamoci! – lo possiamo spendere per collegare finalmente i plessi che non sono ancora ben serviti. Possiamo pensare a una connessione in fibra ottica tra i diversi centri stella della scuola, quella che si chiama dorsale. Una connessione in fibra ottica ci consente infatti velocità più elevate tra gli switch: a seconda dei modelli e del budget a disposizione possiamo arrivare fino a 10 Gbit. Bello ma esiste davvero? Si ecco qualche screenshot del sistema che usiamo nelle nostre scuole Dschola e in molte altre scuole: Non è l’unico sistema ma è uno dei pochi veramente gratuiti ed è molto diffuso grazie al basso costo degli Access Point che sono di ottima qualità. Inoltre della stessa marca si trovano Switch e Router/Firewall collegabili allo stesso sistema. Non diciamo la marca ma qualsiasi fornitore serio lo conosce bene e saprà proporvi una soluzione con questa tecnologia o una analoga. Ci sono principalmente due produttori che credono nel software di gestione gratuito e senza costi annuali e sono Ubiquiti Networks con la linea UNIFI e TP-Link con la linea OMADA. Entrambe queste aziende offrono, inoltre, prodotti di ottima qualità con prezzi stracciati, tanto che non è facile trovare soluzioni ancora più economiche. Non ultimo i prezzi di queste aziende si possono facilmente verificare online e questo ci mette al riparo da eventuali speculazioni e aumenti ingiustificati. Ci saranno sicuramente anche altri produttori che stanno adottando questa filosofia, se vi siete trovati bene e se hanno il software di gestione gratuito segnalatecelo nei commenti. Autenticazione Tutti sappiamo che possiamo mettere una password condivisa per l’accesso al WiFi. Non è molto sicuro ma se non comunichiamo la password troppo in giro e se la cambiamo spesso può funzinare anche bene dall’infanzia alla primaria, con qualche cautela in più anche alle medie. I Wireless Manager sono anche in grado di gestire reti per gli ospiti gestendo facilmente i ticket di autenticazione con scadenza a tempo. Per i ragazzi del secondo ciclo è bene però pensare a un sistema di autenticazione basato su credenziali personali: ciascun ragazzo e ciascun docente deve avere uno username e una password per accedere a WiFi. I sistemi di management sono compatibili con diversi sistemi di autenticazione e quindi possiamo fare in modo che la password del WiFi sia la stessa che già usiamo per accedere ai PC fissi, a Google, a 365 o a Moodle. Se non abbiamo un sistema di autenticazione già in funzione possiamo chiedere un server Radius per la gestione degli utenti. Un server RADIUS (Remote Authentication Dial-In User Service) è un protocollo AAA (authentication, authorization, accounting) utilizzato in applicazioni di accesso alle reti. Uno dei software Open Source più usati per l’autenticazione, soprattutto in ambito educational, è FreeRadius. Una visita al sito ufficiale di FreeRadius ci chiarirà ogni dubbio sulle potenzialità – Lasciando ovviamente l’onere dell’installazione al nostro fornitore. Il sistema di autenticazione si può comunque realizzare facilmente anche con un Server Windows, con un server Linux o direttamente con un management Hardware. Le tecnologie ci sono e sono consolidate, quindi possiamo facilmente farci installare un server che contiene sia il server di autenticazione che il Wireless Manager senza essere obbligati al pagamento di canoni o licenze aggiuntive che renderebbero l’investimento non sostenibile nel tempo. Una volta installato il tutto avremo (è bene chiederlo nelle specifiche) un sito web o una applicazione per la gestione degli utenti, magari anche con funzionalità di importazione e un sito web per la gestione del Wireless. Con tutte queste tecnologie disponibili conviene evitare i “Captive Portal” perché sono una inutile complicazione sia nel funzionamento che nella gestione. Lasciamo che siano gli Access Point a chiedere agli utenti username e password senza inventarci ulteriori piattaforme. Le specifiche del server tuttofare potrebbero essere più o meno queste: Server di gestione Utenti e Wireless Manager Installazione e configurazione Wireless Manager con gestione via web Installazione e configurazione Server Autenticazione Radius con gestione utenti via web Protocollo di sicurezza WPA2/3 Enterprise Rete dimensionata per 2000 utenti (adattate il numero ma non scendete troppo) Nessun limite di utenti e di access point collegabili Nessun canone di licenza/gestione/manutenzione Eventuale integrazione del Wireless Manager con gli switch di rete In alternativa a queste specifiche potreste chiedere un management hardware con le stesse funzionalità, ne esistono di molto validi ma occhio sempre ai costi aggiuntivi. Connessione Internet e navigazione protetta Una rete per centinaia di dispositivi richiede un piano di indirizzamento adeguato (classe A, Classe B o CIDR su indirizzi privati) e una buona connessione. Per un istituto tecnico con 300 PC fissi e 1000 utenze wireless una normale linea in fbra da 1Gbit/sec (anche senza banda garantita) oggi va più che bene. In alcune scuole arriva la fibra ottica con 2.5Gbit/s e in altre ben 10Gbit/s queste scuole devono necessariamente dotarsi di una dorsale in fibra ottica con velocità di uplink adeguata aggiornando gli switch alla velocità superiore. Le connessioni in rame possono rimanere a 1 Gigabit. Ma non tutti i plessi sono raggiunti dalla fibra ottica. Per chi si trova in zona digital divide ed è costretto a collegarsi con linee vdsl, adsl e ponti radio c’è una soluzione economica ed efficace: abbonarsi a più linee internet (quelle da 28 euro al mese) ed aggregarle insieme con un firewall/router aggregatore multi WAN. In alcuni casi lo perfino stesso Wireless Manager può fare sia da router che da aggregatore. L’utilizzo di un firewall/router aggregatore è utile anche per proteggere la navigazione senza costi aggiuntivi. Non procedete alla realizzazione di un simile progetto senza avere anche un filtro sulla navigazione! Chi è collegato al GARR potrebbe già essere protetto, un problema in meno. Per proteggersi efficacemente dai siti vietati, violenti, non adatti ai fanciulli e anche da quelli zeppi di virus oggi possiamo usare il servizio gratuito di Open DNS Family Shield. Basta impostare come unici due DNS questi due indirizzi 208.67.222.123 – 208.67.220.123 e avremo subito un filtro gratuito, preciso e professionale perché gestito nientemeno che da CISCO. Per sicurezza conviene chiedere al fornitore di bloccare l’accesso agli altri DNS non protetti. Con una registrazione gratuita o a pagamento il servizio Family Shield consente anche la gestione e il monitoraggio del filtro ma non è necessario, il servizio gratuito funziona già perfettamente. Se la nostra rete è di grandi dimensioni, se la linea è collegata a 10Gbit oppure se vogliamo una maggiore gestione del filtro possiamo pensare ad un firewall open source come PF Sense da installare su un PC dedicato e adeguatamente dimensionato. Con PF Sense o un software equivalente saremo anche in grado di forzare nei motori di ricerca la funzione safe-search. Le specifiche del nostro firewall potrebbero essere queste: Firewall hardware (o software installato su PC specifico) Porte di rete Gigabit o 10Gigabit (se siete fortunati ad avere la connessione GARR o le linee da 2.5GB) Throughput NAT di almeno1Gbit o da 10Gbit se avete le linee più veloci Più porte WAN per aggregazione traffico (se avete linee lente da aggregare) Piano di indirizzamento con almeno 2000 indirizzi disponibili (Classe A,B o CIDR) e DHCP Filtro navigazione mediante OPEN DNS Family Shield Firewall configurato per bloccare le porte non note e l’uso di DNS alternativi a OPEN DNS Family Shield No canoni di manutenzione e/o abbonamenti per il filtro internet Se il firewall lo consente forzare il safe search sui motori di ricerca. Convenzione Consip Su consip si trova una importante convenzione per la “FORNITURA DI PRODOTTI E SERVIZI PER LA REALIZZAZIONE, MANUTENZIONE E GESTIONE DI RETI LOCALI PER LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI”. Si tratta di un pacchetto omnicomprensivo che, come dice il titolo, è specifico per le pubbliche amministrazioni, per gli uffici pubblici e non necessariamente adatto alle scuole. Infatti, leggendo i documenti della convenzione, strapieni di specifiche magniloquenti, non troviamo il numero di utenze per access point, tantomeno si parla di numero complessivo di utenti wireless e neppure di dispositivi adatti all’elevato affollamento/alta densità. Queste tre specifiche sono, alla fine dei conti, le uniche che interessano veramente un plesso scolastico e sarebbe stato utile darne evidenza nel bando al pari delle altre specifiche per noi meno significative. Insomma convenzione perfetta per gli uffici pubblici ma, se proprio la vogliamo, bisogna avere la forza di adattarla alle scuole con una buona (ri)progettazione. Come da specifiche del bando il fornitore offre tre diverse marche di prodotti. Per sapere cosa è adatto alle nostre scuole dobbiamo guardare le prestazioni dei tre diversi access point proposti nell’offerta tecnica. Cercando in rete i datasheet e confrontandoli con il documento Allegato_2_Apparati_Attivi scopriremo che il modello HP-ARUBA dichiara di supportare 256 utenti per access point anche se nelle specifiche online si legge “bassa densità” boh?!?, il modello Huawei invece indica di essere adatto agli stadi e agli eventi pubblici e conferma questa sua capacità con ben 512 utenti simultanei, del modello Alcatel, infine, non si trova il numero massimo di utenti simultanei. Purtroppo tutti e tre i modelli indoor non dispongono del Wi-Fi 6 ma usano tecnologie precedenti. Il controller di HP Aruba ha un misterioso codice Q9H62AFS-C di cui non si trovano informazioni in rete; ma, nel documento Allegato_2_Apparati_Attivi, la descrizione si trova e sembra essere un Access Point dotato di management integrato e anche di Wi-Fi 6. Va da sè che non ha senso mettere solo un Wi-Fi 6 come controller e tutti gli altri Wi-Fi 5. Precisiamo comunque che il Wi-Fi 5 (standard del 2014) funziona certamente lo stesso; ma ci sia consentito dire che non sembra più adatto per un progetto che parte nel 2022. I management proposti dalla convenzione sono sia hardware che cloud, evitate il cloud in quanto avrà sicuramente dei canoni di gestione annuali. Sui management hardware controllate che il numero massimo di utenti sia ampiamente superiore alla somma di studenti e docenti , quindi partire da almeno 1000 utenti senza costi extra. (ci sono licenze per numero utenti e numero dispositivi che vanno calcolate e valutate) Infine fate una rapida ricerca in rete di prodotti alternativi: Gli access point di HP-Aruba e Huawei vengono venduti senza convenzione a un prezzo superiore ai 250€; mentre oggi in commercio esistono access point Wi-Fi 6 con caratteristiche equivalenti con prezzi che partono da 100€-150€ e che sono pure dotati di management software gratuito! senza limiti! senza canoni! Insomma un pochino di tecnologie Open con hardware di buon livello, Wi-Fi 6, software gratuiti, un buon progetto e avrete una rete spettacolare e sostenibile.

Cablaggio Strutturato

Il cablaggio strutturato è una tipologia di rete informatica che identifica una infrastruttura integrata per l'implementazione di numerosi servizi, dove i principali sono per l'utilizzo della fonia ed i dati. Fino a qualche tempo fa, siamo stati abituati ad identificare il cablaggio la sola rete LAN (Local area network), che corrisponde ad una rete informatica locale dove viene creato un collegamento tra computer in un'area ristretta. Il cablaggio strutturato è un impianto elettronico che permette di fruire dei servizi per la trasmissione dei dati, mediante l’integrazione di diverse tipologie di interfacce, sia con collegamenti fisici, come la fibra ottica ed il cavo in rame, che con l’etere mediante le reti wireless. Questa infrastruttura è composta da una parte passiva identificata da cavi, prese utente, armadi rack, connettori e permutatori (patch panel) per i cavi in rame e cassetti ottici per cavi in fibra, che da parte attiva, identificata con router, switch, firewall ed access point. La storia della connessioni tra reti informatiche, nasce da sistemi proprietari, dove i principali brand hanno realizzato delle proprie reti, con protocolli apoositi, ma la scarsa integrazione tra i vari produttori ha portato all'esigenza di creare degli standard di progettazione, realizzazione degli apparati ed installazione. Le reti cablate sono diffusissime in tutti i settori, dal commerciale e industriale, fino a quello abitativo, dove sono necessarie per l'integrazione di servizi dedicati alla domotica, videosorveglianza, etc. La Solari Engineering Group progetta reti cablate di tutti i tipi e dimensioni, dalle abitazioni, piccoli uffici, fino a campus composti da più edifici. L'evoluzione e la necessità di una rete cablata è sempre maggiore, per questo motivo di seguito vengono illustrate le principali caratteristiche ed applicazioni. La struttura della parte passiva del cablaggio ed in particolare quella dedicata alle interconnessioni viene rappresentata come uno schema ad albero, dove ciascuna sezione viene collegata all'altra mediante una scelta ben precisa a seconda se si tratti di cablaggio orizzontale, verticale o di dorsale e richiede una conoscenza di tutte le norme tecniche e standard, che impongono l'utilizzo specifico di una tipo di mezzo trasmissivo. E' altresì importante valutare il sistema nel suo complesso per una corretta posa e scelta dei cavi che possono essere schermati o non, valutando anche l'impatto architettonico dei luoghi e degli eventuali vincoli storici, massimizzando la funzionalità ed espandibilità richiesta nel tempo. Le applicazioni delle reti cablate Al giorno d’oggi le reti informatiche rivestono un importante ruolo nel campo della trasmissione delle informazioni e sono alla base per l’utilizzo di tecnologie innovative ed applicazioni per la domotica, videosorveglianza, controlli remoti, etc. Ogni abitazione e fabbricato industriale necessita di un cablaggio strutturato all’avanguardia e che rispetti le normative tecniche del settore informatico e telecomunicazioni. In Italia, molti costruttori edili ignorano l’utilizzo di queste reti, perché non comprendono a pieno le enormi potenzialità di internet e della sua rapida evoluzione. Poi quando si ritrovano a dover collegare videocamere o PC, ci si ritrova con una carenza infrastrutturale, che necessita di opere murarie, o l'utilizzo della sola rete wireless, senza considerare che una rete cablata innanzitutto ha prestazioni nettamente superiori, sotto il profilo della sicurezza è inattaccabile da possibili malintenzionati e non per ultimo non si incrementa l'inquinamento elettromagnetico, già elevato nelle abitazioni, visto il crescere del numero di apparati che utilizzano questa tecnologia. Nelle aziende si aggiungono ulteriori fattori che necessitano di espansione necessarie per il lavoro, come il VoIP per la comunicazione; tale tecnologia identifica la possibilità di eseguire comunicazioni telefoniche mediante l’utilizzo dell’ADSL a costi bassissimi, oppure l'utilizzo della videoconferenza con qualità superiori, o dello streaming per le reti TV, dove moltissimi programmi sono ormai disponibili su internet direttamente nei siti web delle reti televisive; per non parlare della videosorveglianza, punto imprescindibile per la sicurezza delle persone e degli ambienti. Come descritto, sono diversi gli scenari di utilizzo del cablaggio strutturato, per non parlare dell’enorme utilità di poter utilizzare svariati computer all’interno di una rete domestica (LAN) in un’abitazione, ufficio, edificio industriale, con la condivisione di file, stampanti ed ogni altro apparato. Negli ultimi anni, la domotica riveste un importante settore, ma necessita di un sistema cablato per il funzionamento, per coniugare l’utilizzo della tecnologia, al risparmio energetico, consentendo di monitorare i consumi, gli utilizzi, gli automatismi e quant’altro per la casa tecnologica. Chi può progettare questi impianti? Il cablaggio strutturato è un impianto che necessita laddove previsto della progettazione di un professionista iscritto ad albo professionale, come l'ingegnere del settore dell’informazione, come Solari engineering group così come indicato dal D.M. 37/08 e ribadito dalla circolare 279/13 del Consiglio Nazionale degli ingegneri e CNA Consiglio Nazionale Architetti. Il progettista ha il compito di valutare attentamente gli scenari e gli utilizzi e progettare un sistema integrato con un dimensionamento corretto a seconda della struttura. Con l'entrata in vigore dell'art. 135 bis del Testo Unico Edilizia DPR 380/2001 introdotto dallo Sblocca Italia nel 2014, è obbligatorio dal 1 luglio 2015 l'introduzione di una infrastruttura informatica composta dal cablaggio strutturato per tutte le nuove abitazioni e ristrutturazioni profonde. Per maggiori informazioni si consiglia la lettura su questo obbligo normativo. Chi può installare una rete cablata? L'installazione di una rete cablata è affidata ad aziende installatrici, iscritte alla camera di commercio nel settore dedicato agli impianti e che possono eseguire la certificazione secondo il D.M. 37/08. Fondamentale è la perfetta installazione secondo quanto previsto nel progetto redatto dal professionista, affinchè vengano rispettati i requisiti costruttivi e qualitativi dell'intero impianto. Il cablaggio strutturato prevede accanto alle prese RJ45, anche la predisposizione di prese elettriche, per il corretto collegamento dei vari apparati e pertanto di norma nel progetto viene integrato anche questo impianto. Inoltre non tutti gli impianti possono essere installati da tutte le aziende di telecomunicazioni. Infatti è necessario in determinati casi avere una autorizzazione del Ministero delle Comunicazioni per l'installazione di impianti cosiddetti di Primo Grado come indicato nel Decreto ministeriale n. 314/1992, il quale consente l'installazione, l'ampliamento e l'allacciamento nonchè la manutenzione di impianti interni di qualsiasi tipo e potenzialità. Gli standard sul cablaggio strutturato In Italia durante la realizzazione dell'impianto elettrico, viene creato anche l'impianto dati dall'elettricista, che spesso è ignaro delle normative come la EN 50173, EN 50174, CEI 306 (con le relative appendici) o ISO/IEC 11801 e realizza un cablaggio strutturato non conforme, non eseguendo le opportune certificazioni, ma solo il controllo della continuità del cavo, senza misurare parametri fondamentali come il NEXT, senza verificare che la massima lunghezza del cavo nel cablaggio orizzontale o di piano rispetti la normativa, verificare il raggio di curvatura dei cavi, etc. Queste sono solo alcune delle tante situazioni che abitualmente creano dei problemi a livello impiantistico, perchè non rispecchiano la flessibilità, le caratteristiche e la qualità di una rete realizzata a regola d'arte, così come previsto dalle normative vigenti in materia! Al giorno d'oggi qualsiasi oggetto casalingo è dotato di una porta ethernet, come PC, televisori, videocamere, forni ad induzione, riscaldamento, illuminazione, ecc... e l'integrazione di tutti questi accessori in una rete non conforme agli standard descritti, provoca malfunzionamenti, perdite di segnale, interferenze e tanti altri problemi che per risolverli successivamente, necessitano di un notevole esborso di denaro per il ripristino. Per non parlare delle canalizzazioni o durante la stesura ed inserimento dei cavi nei cavidotti, dove sono "mescolati" con quelli elettrici e di antenne, oppure curvati a 90 gradi, strozzati, non etichettati, provocano notevoli problemi di interferenze, malfunzionamenti e di identificazione in caso di analisi tecnica o collegamento agli apparati. Pertanto, alla luce di quanto descritto, è fondamentale realizzare un progetto come è previsto per gli altri impianti (elettrico, idraulico, architettonico), nel caso si tratti di nuove costruzioni, ma risulta utilissimo nelle ristrutturazioni, dove è possibile adeguare le strutture secondo le varie necessità. I dettagli del sistema Il sistema denominato cablaggio strutturato è composto, come accennato precedentemente da una parte passiva che si interconnette con una parte attiva. Entrambe sono fondamentali per il corretto funzionamento dell'intero sistema. Il progetto comprende sia la parte passiva, che racchiude il posizionamento del rack (o armadio di rete), della disposizione delle prese utente, della stesura e passaggio dei cavi, ecc... e la parte attiva è composta da tutti gli apparati come switch, router, UPS, ecc.... che sono inseriti all'interno del rack. Il progettista pertanto configura la migliore soluzione per ogni uso, prevedendo eventuali upgrade futuri e soprattutto dotando il rack di sistemi di raffreddamento, ventilazione, nomenclatura, e quant'altro risulti obbligatorio e che garantisce un sistema di qualità! La scelta di uno switch o di un router può sembrare banale, ma in commercio ne esistono a centinaia e solo un professionista può scegliere quello più consono per l'utilizzo sia in casa, che in azienda. Costi di progetto e di installazione Il costo del progetto e di installazione variano a seconda della dimensione della rete da realizzare, così come per tutti gli impianti. Certo è che in un nuovo edificio o abitazione il costo è nettamente più basso in quanto l'incidenza del cablaggio è basso, rispetto ad una ristrutturazione, dove è necessario eseguire opere murarie, o in alternativa utilizzare una canalizzazione esterna mediante canaline in PVC, che hanno un costo più alto dei corrugati. La cosa fondamentale da considerare è l'enorme vantaggio che porta un sistema cablato ad un sistema wireless, alla qualità del segnale trasmesso e opportunità di coprire distanze considerevoli senza interferenze, e problemi vari. L'importanza e necessità di un progetto Il cablaggio strutturato, come già indicato è la struttura per creare una rete informatica che permette di utilizzare non solo i computer in una rete locale, ma usufruire di servizi tecnologicamente avanzati ed utili al risparmio energetico ed alla sicurezza. In tutto il mondo è un impianto fondamentale e moltissime strutture sono dotate di tali impianti tecnologici che risultano all'avanguardia ed efficienti. La Solari Engineering Group ha una vasta esperienza nella progettazione di cablaggio strutturato sia nel settore pubblico, che privato. Inoltre ha realizzato in tutta Italia reti informatiche di considerevoli dimensioni, adattandole agli usi dei vari clienti ed integrando le varie tecnologie disponibili, dal cavo in rame alla fibra ottica, utilizzando anche l’etere, grazie alle reti WiFi.

I PON

Tipologia Cablaggio Strutturato

Telefoni

Saturday, April 23, 2022

Turbina eolica

Rame Fibra e Programmi Operativi Nazionali

La maggior parte di coloro si apprestano a stipulare un contratto di abbonamento per un’offerta di rete fissa con un operatore si trovano in difficoltà non appena sentono gli acronimi FTTH, FTTC, FTTB e ADSL. Ma che cosa sono e qual è la differenza fra le tre? Qual è la migliore per l’utente finale? La risposta a queste e a molte altre domande nel nostro speciale sulla fibra ottica e sulle tecnologie a essa connesse. Come arriva internet a casa? La prima cosa da avere a mente è in che modo internet è strutturata nel mondo. Come probabilmente saprete, si tratta di un’immensa rete di computer interconnessi fra di loro che possono scambiare informazioni a velocità super veloci. Ebbene, la principale via di trasmissione dei dati o, per usare un paragone, l’autostrada che consente ai dati di viaggiare in lungo e in largo, è la fibra ottica. Dagli Stati Uniti all’Europa, passando anche per l’Africa e soprattutto l’Asia, il pianeta è stato cablato in lungo e in largo con la fibra ottica per permettere l’accesso ultra veloce a internet. Tuttavia, man mano che le scale si fanno più minuziose e vi è quindi la necessità di stirare fisicamente chilometri e chilometri di fibra ottica nelle città e nei paesi, i costi sono troppo alti per garantire una copertura minuziosa. La fibra ottica consente di scambiare moltissimi dati in poco tempo ma, dal momento che si tratta di una tecnologia alquanto nuova nel settore delle telecomunicazioni, la sua presenza non è totale nel territorio. La principale via di trasmissione dei dati in Italia rimane ancora il rame, portato di casa in casa da Telecom per le linee telefoniche e successivamente sfruttato come un mezzo per accedere a internet. Cos’è la FTTC FTTC, FTTB, FTTH e ADSL: differenze, vantaggi e svantaggi 1 Come compromesso per garantire prestazioni veloci ma costi di posa non troppo elevati, TIM ha insistito nel cablare l’intera Italia con la FTTC (Fiber to the Cabinet), ovvero con una fibra ottica che va dalle varie centrali fino a dei cabinet posti in posizioni strategiche in tutti i quartieri delle città (riconoscibili dalla “testa rossa”). Il resto della tratta è stato lasciato in rame. Ciò significa che con la FTTC abbiamo il seguente schema: Centrale – fibra ottica – cabinet – rame – case. Si tratta di una soluzione non ottimale per l’utente in quanto l’ultimo pezzo, quello in rame (VDSL o ADSL2+-), fa da collo di bottiglia limitando di fatto la connettività ad un massimo di 100/200 Mbps. Cos’è la FTTB Il passaggio successivo alla FTTC è stata la FTTB, Fastweb ha adottato questa soluzione per un numero limitato di clienti e si tratta di far arrivare la fibra ottica fino al sottoscala dell’abitazione, da li fino all’abitazione si prosegue in rame o in wireless. Non sono molti i pregi rispetto alla FTTC se non quelli di evitare il sovra-congestionamento del cabinet. Tuttavia richiede più interventi tecnici non sempre possibili con tempistiche a breve termine. Cos’è la FTTH FTTC, FTTB, FTTH e ADSL: differenze, vantaggi e svantaggi 2 Il passo successivo è quello di sostituire il collegamento in rame dell’ultimo tratto (spesso chiamato ultimo miglio) con la fibra ottica, portando cioè ogni abitazione a essere collegata, senza altra tecnologia che la fibra ottica. In questo caso si parla di FTTH (Fiber to the Home) e verrebbe anche meno l’utilizzo dei cabinet. In questo caso si sfila dalla canalina il filo di rame e si inserisce quello in fibra ottica. Si tratta insomma della soluzione definitiva e più utile per tutti. Ciò significa che con la FTTH abbiamo il seguente schema: Centrale – fibra ottica – case FTTH, FTTC, FTTB e ADSL in breve FTTC, FTTB, FTTH e ADSL: differenze, vantaggi e svantaggi 3 Volendo riassumere il tutto, ci troviamo con le seguenti tecnologie disponibili in Italia relativamente alla fibra ottica e al rame: FTTH – Fiber-to-the-home: il collegamento in fibra ottica è totale e raggiunge l’interno della singola unità abitativa. È la soluzione più costosa, ma anche l’investimento a più lungo termine che garantisce la massima velocità di trasmissione fino all’utente finale in previsione di servizi di rete più evoluti. FTTC – Fiber-to-the-cabinet: il collegamento parte dalla centrale in fibra ottica e arriva fino a una cabina esterna molto vicina alla sede dell’utente, dalla quale il collegamento prosegue in rame. Tipicamente i cabinet sono posti a meno di 300 metri. FTTB – Fiber-to-the-building: si tratta di un tipo di tecnologia poco usata in Italia che porta la fibra non fino al cabinet ma fino alla base dei palazzi. Da lì in poi prosegue in rame. ADSL: l’intero collegamento che parte dalla centrale e arriva fino a casa è realizzato in rame. É la tecnologia meno performante per accedere alla rete internet. Come scoprire se si è coperti da FTTC, FTTB, FTTH o ADSL FTTC, FTTB, FTTH e ADSL: differenze, vantaggi e svantaggi 4 Il miglior modo per verificare se una specifica casa è coperta o meno dalla fibra ottica in FTTH o in FTTC è quello di verificare attraverso alcuni servizi ufficiali, fra cui la Broadband Map di AGCOM. Il servizio è disponibile sia dal sito web che dalle applicazioni mobile per Android e iOS. Broadband Map mette a disposizione una comoda leggenda con la quale verificare, casa per casa, qual è la copertura offerta dai vari operatori telefonici. Si tratta senza dubbio di un valido aiuto per coloro si stanno affacciando nel mondo delle migliori offerte fibra ma non sanno se la propria casa è coperta o meno. I bollini della fibra FTTC, FTTB, FTTH e ADSL: differenze, vantaggi e svantaggi 5 Al fine di terminare la pubblicità ingannevoli di tutti gli operatori telefonici, AGCOM ha approvato la delibera che li obbliga ad inserire, all’interno dell’offerta proposto, una serie di bollini atti ad indicare con quale tecnologia verrebbe coperta l’abitazione in caso di stipula del contratto. Nello specifico, esistono 3 tipologie principali di bollini: Sigla F “fibra” (colore verde). Le infrastrutture basate su fibra ottica fino all’unità immobiliare o all’edificio dell’abbonato (casi FTTB e FTTH). Sigla FR “fibra mista rame” o “fibra mista radio” (colore giallo). Architetture in cui la fibra ottica viene usata solo fino a nodi intermedi (casi FTTC e FWA). Sigla R “fibra rame” o “fibra radio” (colore rosso). Configurazioni di rete che non prevedono l’utilizzo della fibra ottica nella rete d’accesso e/o che comunque non abilitano l’utilizzo di servizi a banda ultralarga (connettività ADSL, HiperLAN e similari). Speriamo con questo approfondimento di aver risposto a tutte le domande su cosa significhi FTTC, FTTB, FTTH e ADSL, altrimenti potete lasciare un commento. Danilo Solari

Friday, April 22, 2022

Fibra ottica quale ?

Quando si parla di connessione in fibra ottica, spesso ci si trova davanti a due acronimi: FTTC e FTTH. Conoscere il significato di queste sigle è utile perché sintetizza la qualità e l’effettiva prestazione della connessione, caratterizzata dalla composizione dei cavi di rete. Per poter comprendere pienamente la differenza tra le due tecnologie, bisogna capire in che modo le infrastrutture di rete ci permettono di utilizzare internet. Accedere al web è possibile grazie alla rete di cavi che si snoda attraverso il pianeta connettendone i vari paesi come un sistema di capillari. Il cuore di questa struttura è costituito dalle centrali di trasmissione dei vari operatori telefonici, che non sono collegate direttamente alle abitazioni ma a una serie di cabinati di smistamento. È da lì che i cavi si ramificano e raggiungono le case delle singole persone. Fino a qualche anno fa, la rete era composta per intero da cavi in rame, e le prestazioni variavano a seconda delle condizioni meteorologiche, delle temperature esterne e delle distanze geografiche. Più un’abitazione era lontana dalla centrale o dai cabinati, più il segnale perdeva potenza lungo il percorso. Con l’avvento della banda ultra larga, tutta o parte di questa rete è stata cablata in fibra ottica per migliorarne le prestazioni. In alcune zone l’intero collegamento dalla centrale a casa viaggia su fibra ottica, in altre la fibra è limitata alla tratta dalla centrale al cabinato. Ecco spiegati i due acronimi: FTTC sta per “Fiber to the Cabinet”, ossia “fibra fino al cabinato”, mentre FTTH sta per “Fiber to the Home”, cioè “fibra fino a casa”. FTTC, il compromesso tra fibra e rame In presenza di una connessione FTTC, il cavo che collega la centrale al cabinato, definiti anche armadi stradali (spesso presenti a bordo strada) è in fibra ottica, mentre il tratto dal cabinato a casa è in rame. Questo vuol dire che la seconda parte del collegamento resta soggetta a dispersioni e può risentire di avverse condizioni atmosferiche o sbalzi di temperatura. Realizzare una rete interamente in fibra ottica come quella di Open Fiber è la soluzione ideale per garantire massime prestazioni, stabilità e basso impatto ambientale. Tuttavia, per una questione di costi e infrastrutture, per adesso la rete in fibra non è ancora stata implementata per ogni singola unità abitativa. La tecnologia FTTC si propone come un compromesso per portare quindi la fibra ottica solo fino al cabinato, e sfruttare da lì in poi la vecchia struttura in rame, ma con molti limiti. Sicuramente, se da un lato assistiamo ad un contenimento dei costi, dall’altro però si otterrà una notevole limitazione del segnale, dovuta all’utilizzo della banda in rame nell’ultimo tratto. Contribuirà anche la distanza tra la cabina di zona e l’unità abitativa, in quanto più la lungo il tratto in rame e maggiore è dispersione del segnale, compromettendo la qualità di connessione, rendendola instabile e rallentata. Le velocità raggiunte sono comunque superiori rispetto a quelle della classica connessione ADSL. Orientativamente, una connessione FTTC può raggiungere i 100/200 Mbps, un vantaggio interessante rispetto all’ADSL, che arriva a 20 Mbps in condizioni ottimali. AGCOM, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha di recente introdotto una serie di bollini identificativi per aiutare gli utenti finali a riconoscere le varie tipologie di connessioni. Alla tecnologia FTTC è stato assegnato un bollino giallo con il marchio “FR” ossia “fibra/rame”. FTTH, la soluzione ideale L’acronimo FTTH Indica le connessioni a banda ultra larga in cui il collegamento dalla centrale di trasmissione fino al modem dell’utente finale è realizzato per intero in fibra ottica. Esiste anche una soluzione intermedia, nel caso in cui non sia possibile effettuare lavori in appartamento per l’installazione della fibra: FTTB, ossia “Fiber to the Building”. Questo tipo di cablatura prevede il collegamento in fibra ottica dalla centrale di trasmissione a una centralina condominiale, con collegamento in rame da quest’ultima ai singoli appartamenti. Attualmente la tecnologia FTTH è quella che garantisce maggiore stabilità della connessione, prestazioni elevate e basso impatto ambientale. Grazie alla composizione dei cavi, la perdita di banda lungo il tragitto dalla centrale alla singola abitazione è minimo ed è possibile garantire la massima velocità di trasmissione indipendentemente dal traffico di rete. Inoltre, la resistenza e la flessibilità dei filamenti che compongono i cavi li rendono poco soggetti a danneggiamento: meno interventi di manutenzione vuol dire meno gas e polveri nell’ambiente. Nella classificazione AGCOM, all’FTTH è stato assegnato un bollino verde con la sigla “F”, “fibra”. In termini di prestazioni, è possibile raggiungere 1 Gbps di velocità con una connessione stabile e performante anche in presenza di più dispositivi o applicazioni aperte. Le attività ricreative e lavorative che si potrebbero svolgere con una connessione di questo tipo sono molteplici. Giocare online senza problemi di latenza commentando la diretta in tempo reale, guardare un film e contemporaneamente inviare un album di foto a un amico e scaricare documenti di lavoro sono entrambi scenari possibili. La tecnologia FTTH è future-proof, e noi di Open Fiber ci siamo posti come mission la sua diffusione a livello capillare in tutta Italia. Danilo Solari

FTTC o FTTH

Le sigle FTTC e FTTH sono acronimi che indicano le due più diffuse modalità di connessione a internet in fibra ottica. Il significato delle due sigle è presto detto: FTTC sta per Fiber To The Cabinet, ossia "fibra fino all'armadio", mentre FTTH sta per Fiber To The Home, ovvero "fibra fino a casa" ed è in questo secondo caso che la velocità di navigazione raggiunge prestazioni più elevate. La fibra ottica del resto è senza dubbio la più importante innovazione in termini di connessione a internet negli ultimi anni. Questa tecnologia proprio perchè nuova è però ancora circondata da una serie di termini difficili da comprendere quando arriva il momento di stipulare un abbonamento con un provider. Abbiamo, dunque, ritenuto utile in questa pagina dare indicazioni su quale possa essere la soluzione migliore da adottare per ogni utente, concentrandoci proprio sulla differenza tra FTTC e FTTH. Andiamo con ordine. Cos'è la fibra ottica? Prima di spiegare nel dettaglio la differenza che intercorre tra FTTC e FTTH, è forse il caso di illustrare anche cos'è nello specifico la fibra ottica e cosa ha comportato la sua introduzione rispetto all'utilizzo della più anziana ADSL. La differenza strutturale tra le due tecnologie influisce, infatti, sull'efficienza, la velocità e la stabilità dei collegamenti, rendendoli molto più veloci con la fibra, che appare anche come un materiale di più lunga durata. La fibra ottica è, infatti, realizzata in filamenti di fibra di vetro o polimeri che permettono alle informazioni di viaggiare a grande velocità e senza interferenze di tipo elettrico o meteorologico. Inoltre è robusta, flessibile e si guasta molto difficilmente. Tutto il contrario della ADSL, che utilizza invece il rame, con tutte le conseguenze che un materiale del genere incontra a livello di influenze esterne in grado di ridurne le prestazioni (dalle temperature oltre la media alla presenza di campi elettromagnetici). Ne deriva una differenza di prestazioni abbastanza importante, con la massima velocità in download dell'ADSL che può arrivare al massimo a 20 Mega e quella della fibra che tocca invece punte massime di 1000 Mega. Cosa significano FTTC e FTTH e qual è la differenza? La via di mezzo fra la massima velocità in download offerta dalla fibra ottica e quella dell'ADSL è offerta dalla tecnologia FTTC, un tipo di connessione mista che rientra nella categoria fibra mista rame. Spieghiamone brevemente il perchè analizzando nel dettaglio la differenza tra fibra FTTC e FTTH. FTTC è una sigla che in inglese sta per Fiber To The Cabinet, ovvero "fibra fino all'armadio", cioè l'armadio stradale. Da qui si dipanano poi i cavi che conducono alle singole abitazioni. Questi ultimi non sono più in fibra ottica, ma in rame. La tecnologia FTTC è quindi mista, si presenta in fibra fino all'armadio stradale e prosegue in rame fino a dentro l'abitazione dell'utente. Molto diffusa nei piccoli centri, non offre le prestazioni della fibra pura, in quanto presuppone comunque un pezzo di percorso (di solito di 300-500 metri) sui vecchi cavi. Simile a FTTC è la tecnologia FTTS, ovvero Fiber To The Street, in cui la fibra arriva fino alla strada dove si trova l'abitazione dell'utente. In questo caso le prestazioni sono leggermente migliori, visto che la distanza dal punto di allacciamento alla fibra è un po' più breve. FTTH sta per Fiber To The Home e indica l'opzione più veloce. Con la tecnologia FTTH l'utente ha accesso alla fibra ottica direttamente a casa sua, con prestazioni elevatissime. Viene anche detta iperfibra e raggiunge velocità di 1 Gigabit al secondo in download, consentendo una trasmissione rapidissima anche di file pesanti, come ad esempio quelli dei video. Quasi identica è la tecnologia FTTB, cioè Fiber To The Building, dove la fibra ottica arriva fino allo scantinato del palazzo, per poi proseguire dentro le case con il vecchio cavo in rame. Confronta le offerte internet casa e risparmia FAI SUBITO UN PREVENTIVO Qual è la fibra più veloce tra FTTC e FTTH? Come si sarà dunque capito, la connessione FTTH è in grado di raggiungere prestazioni molto più elevate, potendo arrivare alla velocità di 1 Gigabit al secondo in download, mentre con la tecnologia FTTC si può toccare un tetto massimo di 200 o 300 megabit al secondo. Ciò che non è stato però detto fino ad ora è il fatto che se pur si stia procedendo ad allargare la rete infrastrutturale in tutta Italia, la copertura FTTH è già pressoché totale nei più grandi centri urbani italiani, ma stenta a diffondersi nei centri più piccoli o nelle zone più difficili da raggiungere. In questi ultimi casi la copertura FTTC può dunque rappresentare una validissima alternativa, in mancanza della quale si potrebbe pensare di affidarsi o alla solita ADSL o anche alla nuova tecnologia FWA, quella cioè che consente di ottenere prestazioni in banda ultralarga attraverso un sistema ibrido di collegamenti wireless e via cavo. Come scegliere tra FTTC e FTTH? Per poter scegliere di sottoscrivere un contratto con un operatore telefonico per la fornitura della tecnologia fibra FTTC o FFTH è prima di tutto essenziale controllare lo stato di copertura dell’infrastruttura nel punto in cui si vorrebbe ottenere il servizio. Per conoscere quale tipo di connessione raggiunge la propria abitazione o il proprio ufficio è possibile utilizzare il pratico strumento di verifica della copertura in fibra presente sul sito di Segugio.it, che restituirà la situazione in tempo reale corredandola di alcune delle migliori offerte Fibra o ADSL disponibili. Sarà compito poi dell’utente stesso rendersi conto dei propri bisogni e scegliere la migliore soluzione, perché se è vero che la tecnologia FTTH è più veloce, è altrettanto vero che i costi sono sensibilmente maggiori. La connessione FTTH è certamente la scelta migliore in un'abitazione o ufficio in cui più utenti spostano contemporaneamente grosse moli di dati, ma la connessione FTTC è già sufficiente se la connessione viene utilizzata soprattutto per navigare su internet o inviare documenti, e se il download o l'upload di video non avvengono da parte di diversi utenti contemporaneamente. Come riconoscere la fibra FTTH o FTTC in un’offerta? A partire dal luglio del 2018 l'AGCOM ha ideato un sistema che permette di capire immediatamente a quale tipo di connessione in fibra fa riferimento l'offerta di un provider. Accanto ad ogni proposta la compagnia deve infatti prevedere la presenza di un bollino colorato per indicare: Bollino verde: fibra pura o iperfibra, cioè la tecnologia FTTH o FTTB. Bollino arancione: tecnologia mista tra fibra e rame, ovvero la tecnologia FTTC o FTTS. Bollino rosso: offerte che presuppongono una connessione con cavi di vecchia generazione, cioè solo in rame.

Come costruire una rete cablata in casa e ottenere le prese LAN / Ethernet direttamente sul muro.

Succede in Svizzera

Sandri

Il Progettista e il PON

Certificazione CISCO

Differeze tra Francese Svizzero e Francese - Francese

Wednesday, April 13, 2022

Cablaggio

Cablaggio strutturato

La necessità di una rete Negli ultimi 20 anni è sempre più viva l’esigenza di comunicare e scambiare dati e risorse in maniera rapida. Si condividono testi, video, immagini e applicazioni varie a seconda del settore di riferimento. Il cablaggio strutturato nasce per rispondere a questa necessità e si presenta come un’infrastruttura che permette di condividere delle risorse comuni, che siano dati, periferiche o apparecchiature. A cosa serve? Il cablaggio strutturato può avere diversi tipi di funzioni. Può ad esempio collegare un impianto elettrico alla rete esterna, collegare terminali telefonici attraverso un centralino, collegare dei terminali (host) tra loro ed eventualmente alla rete internet esterna con un router o gateway. Il progetto di cablaggio strutturato L’infrastruttura da realizzare va progettata a priori a seconda delle necessità dell’ambiente da servire e degli utilizzatori. La scelta del tipo di rete da installare dipende dipende dal tipo di dispositivi da collegare, dalla loro distanza e bisogna considerare anche quelle che saranno le esigenze future. Mediamente un impianto di cablaggio strutturato ha una durata di circa 20 anni e sostituirlo anticipatamente comporta una spesa inutile. In questo periodo ci saranno nuove tecnologie (hardware e software) che andranno a sfruttare la rete. In fase progettuale bisognerà tenerne conto. I fattori che influenzano una rete Il numero di utenti da servire; La distanza tra i vari utenti; Utilizzo crescente delle risorse di banda; Spazio disponibile per i cavi; Normative e sicurezza; Protezione contro il furto di dati. Cablaggio strutturato: i tipi di rete Esistono principalmente tre tipi di reti che possono essere considerati in fase progettuale. Cablaggio strutturato tipi Ad anello: un anello attraversa i vari dispositivi. Questo vuol dire che i dati provenienti da un dispositivo saranno visibili da tutti. Un malfunzionamento o un guasto su una zona qualsiasi dell’anello rende inattiva tutta la rete. A bus: l’esempio è la rete Ethernet. I vari dispositivi si collegano per tutta la lunghezza del cavo. Se si rimuove un elemento, il cablaggio strutturato continua a funzionare. A stella: prevede il collegamento da un apparato centrale. I vari dispositivi possono essere scollegati senza generare problemi sul resto della rete. E’ senza dubbio quella più utilizzata per l’ampia versatilità consentita agli utilizzatori finali. Cablaggio strutturato normativa Il cablaggio strutturato degli edifici Sostanzialmente le reti LAN degli edifici possono essere ricondotte quasi tutte alla tipologia a stella. I vari dispositivi sono collegati a dei concentratori (HUB) che sono il centro stella. All’interno di un edificio generalmente si organizza il progetto per livelli. Dalla sala apparecchiature si diramano i cavi multicoppia o fibre ottiche verso i piani superiori, attraversando quelle che vengono chiamate dorsali di edificio. Su ogni livello c’è un quadro di piano da cui si diramano i cavi per il cablaggio strutturale orizzontale. Grazie a questi è possibile la fonia e la condivisione dati tra le varie postazioni di lavoro. Queste a loro volta hanno dei connettori standard modulari (RS) che si allacciano alle apparecchiature informatiche. Cablaggio strutturato progetto Progetto di un cablaggio strutturato di un edificio | Fonte: mauriziocozzetto.it La normativa sul cablaggio strutturato Quando si parla di standard per il cablaggio esistono numerosi riferimenti a seconda dell’area in cui ci troviamo. In Europa, ad esempio, la normativa per il cablaggio strutturato è la EN50173 (CEI306-6). Questa è stata poi modificata nel 2002 con la EN50173-1 in cui si fa riferimento alla struttura e alla configurazione dei cablaggi. Sono inoltre precisate quelle che sono le opere di realizzazione e le prescrizioni di prestazioni di ogni impianto. L’installazione del cablaggio strutturato ha come riferimento un’altra normativa: la CEI EN 50174, suddiviso in due parti. La seconda riguarda proprio l’installazione all’interno degli edifici. Per le abitazioni si può prendere come riferimento la CEI 306-2. I componenti del cablaggio strutturato Abbiamo parlato, nella definizione preliminare, di un’infrastruttura spesso definita come un’architettura vera e propria. Questa si compone di componenti passivi ed attivi. I componenti passivi Sono tutti quei componenti fisici che servono a collegare l’intero impianto, come gli armadi/quadri di distribuzione di edificio e di piano, il patch panel (o selezionatore) e l’insieme di cavi. I componenti attivi Sono tutti i dispositivi di rete come gli Hub e gli Switch verso cui convergono i vari nodi della rete. Installazione del cablaggio strutturato Come prevede la normativa, la realizzazione di un cablaggio strutturato efficiente e che garantisca elevate prestazioni ha bisogno di opere edilizie adeguate. Serve innanzitutto lo spazio per la sistemazioni degli armadi o dei quadri e sono poi necessarie delle canalizzazioni per il sistema orizzontale e verticale. Possibili problemi e criticità Proprio per questa ragione, sarebbe opportuno che il lavoro degli impiantisti procedesse in simbiosi con il lavoro edile. Tutte le canaline per il sistema infatti devono terminare nelle scatole di derivazione, grandi a sufficienza da non curvare i cavi. Questi non possono superare un raggio di curvatura massimo e non possono essere eccessivamente tirati. La normativa inoltre impone il numero massimo di cavi che può passare all’interno di ogni canalina e la distanza che ciascuno di questi deve mantenere dai cavi dell’energia elettrica (vedi norma EIA/TIA 569 ed EN 50174-2). La scelta dei cavi E’ il mezzo trasmissivo che permette il collegamento dell’intera struttura. Rappresenta sicuramente la voce più incisiva sul costo del cablaggio strutturato e va scelto con cura. Deve garantire elevate prestazioni, supportando le richieste attuali e anche future, garantendo un’affidabilità nel tempo almeno pari a 10 anni. La normativa prescrive tutta una serie di indicazioni sulle prestazioni e sulle caratteristiche fisiche del cavo: impedenza, schermatura, doppino,…