Thursday, March 4, 2021
La potatura degli alberi nei nostri giardini è molto spesso un’operazione obbligatoria per permettere la tranquilla convivenza tra persone e piante, ma è necessario farla nel modo corretto, ed è fondamentale ricordarsi sempre che gli alberi sono vivi, che ad ogni nostra azione corrisponderà una loro reazione: la bravura di chi andrà a potare sarà proprio nel prevederla, così da ottenere i risultati desiderati.
Per capire come si esegue una corretta potatura, bisogna per prima cosa smentire alcuni concetti, che possono forse sembrare banali, ma che ogni giorno ci accorgiamo essere presenti nell’idea di potatura di chi conosce poco le piante.
Innanzitutto, non è assolutamente vero che gli alberi “hanno bisogno di essere tagliati”, né tanto meno che “tagliandoli si rinforzano”. Tutt’altro.
Le piante esistono da molto più tempo di noi, ci hanno visto arrivare e con ogni probabilità ci vedranno andare via…non hanno assolutamente bisogno dell’uomo. Ricordiamoci che ogni volta che potiamo un’ albero, lo facciamo esclusivamente per i nostri interessi: per indurli a fare più frutti e per raccoglierli più facilmente, per togliere i rami che danno fastidio al passaggio delle auto o che vanno sul balcone, per avere alberi più belli da vedere, per alleggerire i rami troppo pesanti che magari con una nevicata o col vento possono diventare pericolosi. Come si vede, i vantaggi sono sempre nostri!
L’idea che tagliandoli si rinforzano, poi, è un’impressione totalmente scorretta, dovuta alla reazione di certe piante in seguito ad un taglio drastico. Ogni volta che tagliamo un ramo, togliamo una parte indispensabile per l’albero, ovvero le foglie: non dimentichiamoci che le piante si nutrono dalle foglie, con la fotosintesi, e non dalle radici come spesso si crede. Se togliamo una parte eccessiva di rami, e quindi di foglie (presenti al momento del taglio o pronte a svilupparsi nella primavera che arriva), l’albero si troverà in condizione di avere troppo poca energia rispetto a quella di cui necessita, poiché il nutrimento prodotto dalle foglie non serve solo a loro, ma anche ai rami, al fusto e alle radici. Come dicevamo, alcuni alberi (pensiamo al tiglio, o al platano) hanno la capacità di reagire a questa situazione emettendo rapidamente nuovi rami che, sviluppandosi molto in fretta, andranno a sopperire alla carenza di energia ricreando la chioma persa. Ciò è possibile perché queste piante sono capaci di immagazzinare al loro interno grandi quantità di energia, e sono inoltre in grado di produrre particolari tipi di gemme, chiamate avventizie, che si sviluppano solo in situazioni di stress, come ad es. una drastica potatura. Il risultato di questa reazione sarà quindi la produzione di moltissimi rami, che però, data la grande velocità con cui si accrescono, risulteranno molto deboli, proprio perché l’obiettivo dell’albero in questa situazione è di nutrirsi il prima possibile, e non creare una struttura solida. Questi rami risulteranno attaccati all’albero in modo precario e formati da legno debole, e saranno soggetti a facili rotture.
Detto questo, si può ben capire che, anche se si rende necessaria una riduzione della dimensione dell’albero, una potatura di tipo drastico è del tutto inutile, e le conseguenze saranno:
– formazione di numerosi rami che rapidamente riportano l’albero alle sue dimensioni iniziali;
– formazione di rami che negli anni diventeranno pericolosi;
– aumento dell’azione di patogeni, come funghi, che nei grossi tagli trovano facile ingresso;
– perdita di importanti radici che non possono essere nutrite, cui segue una riduzione della stabilità dell’albero
– totale perdita del valore estetico dell’albero ornamentale.
Possiamo quindi dire che interventi di questo tipo non solo sono dannosi per gli alberi, ma anche inutili sprechi di denaro, poiché si avrà o il risultato descritto, o spesso, se il tipo di albero in questione non sopporta tagli drastici (ad es. le betulle, o i pini) addirittura il deperimento e la conseguente morte dell’albero che non è in grado di reagire.
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