Wednesday, March 17, 2021

Il Carcere

Il carcere Le manette non sono certo l'obiettivo di Cartabia, né tantomeno una giustizia che guardi a un carcere dove il condannato sia destinato a "marcire". Tutt'altro. Tant'è che, oltre al ricorso ai riti alternativi, la Guardasigilli cita la sospensione del procedimento con la messa alla prova dell'imputato e la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Ed è un passaggio pregnante quello in cui Cartabia parla "del superamento dell'idea del carcere come unica effettiva risposta al reato". "La certezza della pena - dice la ministra - non è la certezza del carcere, che per gli effetti desocializzanti che comporta dev'essere invocato quale extrema ratio. Occorre valorizzare piuttosto le alternative al carcere, già quali pene principali". E qui Cartabia prende l'impegno "di intraprendere ogni azione utile per restituire effettività alle pene pecuniarie, che in larga parte oggi, quando vengono inflitte, non sono eseguite. In prospettiva sarà opportuno dedicare una riflessione anche alle misure sospensive e di probation, nonché alle pene sostitutive delle pene detentive brevi, che pure scontano ampi margini di ineffettività, con l'eccezione del lavoro di pubblica utilità". E infine Cartabia sostiene che sia ormai maturo il tempo "per sviluppare e mettere a sistema le esperienze di giustizia riparativa". Conclude così questo capitolo: "Perseguire lo scopo rieducativo della pena non costituisce soltanto un dovere morale e costituzionale - come si legge inequivocabilmente nell'art. 27 della Costituzione - ma è anche il modo più effettivo ed efficace per prevenire la recidiva e, quindi, in ultima analisi, per irrobustire la sicurezza della vita sociale".

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