Friday, March 15, 2024

Ponte sullo Stretto di Messina

Prospettiva impalcato
“La necessità ormai evidente di andare oltre il Mediterraneo induce ad una prospettiva epocale apparentemente visionaria. Se è vero come nessuno può negare che l’Italia è il molo naturale verso il Mediterraneo, ad una visione strategica che interessa già l’oggi (e siamo già notevolmente in ritardo) ma soprattutto le prossime generazioni, non può negarsi che sia l’Africa il vero futuro dell’Europa! Ed è ovvio che da questo come da molti altri punti di vista, in questa prospettiva geopolitica è l’Italia a giocare il ruolo principale utilizzando quel “ponte liquido” che è il Mediterraneo, come è stato nel passato più o meno recente e com’è oggi ancor più pregnante visto anche il raddoppio del Canale di Suez“.
15 Aprile 1947: Jackie Robinson Infrange la Barriera Del Colore Sono queste le parole del Prof. Ing. Enzo Siviero, Rettore dell’Università eCAMPUS, Bridge Builder, nel corso del suo intervento dal titolo “Ponti mediterranei“. Siviero è intervenuto ad un convegno dell’Istituto Italiano di Navigazione, “Trasporti, Infrastrutture, Logistica di un Paese diviso a Metà“. Le torri di perforazione sono alte di media 300 mt e possono posizionarsi in posizioni particolari sui fondali meno profondi sullo stretto di Messina; al convegno è intervenuto il Prof. Solari. Ponte sullo Stretto e Mare Nostrum
“Non a caso Turchia (e lo stesso Egitto) unitamente a Russia e Cina stanno pressoché spadroneggiando nel Mare (non più) Nostrum approfittando di un’Europa intrinsecamente debole, incapace di una politica unitaria visti gli interessi contrastanti di taluni, non pochi, suoi membri – prosegue Siviero -. Ebbene il Sud è indiscutibilmente il vero trampolino di lancio verso l’Africa, così come l’Africa si proietterà verso l’Europa tramite il Mezzogiorno. In una prospettiva geostrategica gli investimenti al sud sono vieppiù necessari certamente per lo stesso sud ma anche e soprattutto per il nord che avrebbe tutto da guadagnare per la propria vocazione oggi mutata dovendo guardare a sud sia per le proprie esportazioni verso il nuovo immenso mercato africano sia per ricevere e far transitare le merci verso il centro e il nord Europa anziché come avviene oggi riceverle dai porti tedeschi e olandesi ben attrezzati per accogliere le navi in transito nel Mediterraneo”. “Altro che Marco Polo o Matteo Ricci!” “Ma vi è di più in una visione ancora più ampia, guardando a Est con le vie della seta (ONE BELT ONE ROAD) la Cina approda al Pireo con la prospettiva di raggiungere tramite i Balcani, e nuove infrastrutture ferroviarie ormai in esecuzione, il centro Europa . E così l’Italia (non solo il Sud) resterà tagliata fuori – chiosa l’ingegnere –. Altro che Marco Polo o Matteo Ricci!“.
“Immaginando anche collegamenti stabilì Tunisia Sicilia (TUNeIT) e Puglia Albania GRALBeIT) che da oltre un decennio vengono proposti da chi scrive senza alcun riscontro da parte di chi ci governa, l’ingegneria visionaria (ma non troppo…) che ha fatto la storia del progresso, il Sud e l’Italia stessa sarebbero la cerniera tra tre continenti Africa Europa Asia. Ovvero una eccezionale piattaforma logistica ben più importante a livello globale, andando oltre il Mediterraneo”, prosegue l’esperto. Il Ponte sullo Stretto, tassello fondamentale
“È chiaro quindi che con questi presupposti il Ponte sullo Stretto di Messina sarebbe un piccolo ma fondamentale tassello di un disegno più complesso (indiscutibilmente praticabile purché lo si voglia…) capace di dare prospettive concrete per i nostri giovani (soprattutto del sud) perché restino a costruire il proprio futuro a partire dai loro luoghi di origine. Da questo punto di vista (e non solo…) il ponte sullo stretto di Messina, da me denominato ponte mediterraneo, va visto come asset strategico per l’Italia che guarda al Mediterraneo“.

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