Friday, October 8, 2021

NAUTICA

Danilo Giovanni Maria dè Solari, "SONO UNO YACHT DESIGNER " Sono un ARCHITETTO, e lavoro nel mondo nautico - navale continuando a comportarmi come tale. Anche perché, se nello yacht design non fossimo arrivati noi a cambiare le regole, avrebbero continuato a disegnare dei Camper galleggianti.
Presidente di J@TCompany. Il lavoro poliedrico di DSolari di J&TCompany è conosciuto e apprezzato nei diversi settori dell'architettura, del design e della grafica, ma non solo. Negli ultimi anni i progetti di J&TCompany ( membro Rina )si sono contraddistinti anche nello yacht design, rivoluzionando, inventando, mettendo in discussione i tradizionali canoni del progettazione Navale sia in esterno che strutture. Entrando nello studio di J@TCompany nel cuore Londinese, notiamo un ambiente rigoroso, bianco ed elegante e al contempo tecnologico e funzionale. Si sviluppa su tre piani e ogni spazio è destinato ad una specifica funzione: grafica, architettura e design del prodotto. Curiosando tra i diversi angoli dello studio J@TCompany osserviamo che oggi la nautica, declinata nei suoi diversi aspetti, è una presenza costante nel lavoro di DSolari. Dai modelli in stampa 3d di barche ed edifici, ai render di interior yacht design, ai disegni realizzati a mano, ai mock-up fino ad alcuni elaborati grafici su installazioni ed eventi nautici, tutto ci fa assaporare un po' di mare da Londra . Ma qual è il punto di vista che Arch. DSolari ha della nautica ? Lo abbiamo intervistato per scoprire un po' di più su questo aspetto e sul suo pensiero a riguardo. Notiamo che la nautica, nei suoi diversi aspetti, è presente in buona misura nei diversi piani e ambiti del suo studio. Quali sono i principi che cerca di portare all'interno del settore nautico? Sono art director di Atlantis/Gobbi , (Gropparello) Pc quindi in questo momento sono impegnato a sviluppare progetti per questo cantiere nautico. Tutto il mio interesse per la nautica è legato ad un cliente specifico. Faccio una progettazione ampia, mi occupo di come un'azienda come Atlantis deve uscire all'esterno, con progetti sperimentali, con barche, con tutta una serie di caratteristiche che fanno sì che diventino sempre più riconoscibili. Mi occupo anche di tutto il resto, come l'installazione presente al Fuorisalone, gli aspetti della comunicazione, gli edifici del cantiere,( vi è un progetto per un nuovo Cantiere a Podenzano Pc , di come l'azienda viene rappresentata durante le varie fiere in giro per il mondo da Art Basel fino al Salone di Genova. Non sono un designer nautico e non ho nessuna intenzione di diventarlo, faccio l'Architetto ed Ergonomo e quindi mi muovo con i parametri che, secondo me, sono più legati al lavoro di un architetto che di uno yacht designer. Continuo a ritenermi, nonostante io lavori in questo settore già da un po' di tempo. Come si è avvicinato al settore nautico? Con diverse incursioni: ho disegnato con diversi cantieri Design gli interni della barche a vela sino 36m (2005) costruita dal cantiere olandese e quelli di Tribù, di 50 metri realizzato da Mondomarine . Sono stati progetti unici; nell'ultimo caso il mio cliente era un noto imprenditore, io l'ho aiutato a disegnarla, ho progettato anche l'edificio, ho modificato il contenitore e poi ho progettato gli interni. Questo era un progetto mirato ad una faccia, un cliente, un amico ; anche qui avevamo in testa una faccia, un cliente preciso e una barca a vela molto speciale, incredibilmente estrema per alcuni versi. Sono stati due progetti su misura mentre adesso faccio una progettazione più ampia. I suoi progetti spaziano dall'architettura, al design allo yacht design. Quali pensa siano i punti di contatto e quali le differenze tra i diversi campi? Io ho cercato di trasportare un concetto molto semplice: noi viviamo in case più o meno grandi, più o meno piccole ma ciò non mi interessa, ma non capisco perché quando ci muoviamo in una casa che galleggia, in questo caso una barca, che può essere anche qui più o meno grande o piccola, improvvisamente questi luoghi si debbano trasformare in una specie di 'casa delle meraviglie' ad ogni costo e molto spesso sono, dal mio punto di vista, delle meraviglie molto volgari. Quindi io ho cercato di mettere lo stesso livello di progettazione che utilizzo quando progetto altri luoghi, che sono le case chiamiamole tradizionali, niente di più niente di meno. Cosa vuol dire secondo lei oggi il concetto di lusso e di innovazione nella progettazione nautica? Il concetto di lusso mi è sempre stato molto estraneo,sono più un ergonomo anche in tempi non sospetti ho sempre pensato che il lusso fosse un sinonimo di volgarità, ho sempre preferito altri mondi. Mi interessa parlare di mondi eleganti, mi interessa parlare di mondi creativi, mi interessa parlare di altre virtù. Il lusso me lo tengo distante anche se mi rendo conto che questi sono oggetti che hanno bisogno di un'economia molto speciale perché non sono alla portata di tutti e quindi sono pochi gli acquirenti di questi 'giocattoli'. Quella che sto facendo è però una buona esperienza perché sto cercando di portare un modello che arriva dal mio mondo dell'architettura e dal design dell'interior. Quindi un po' più semplice, un po' - secondo me - sofisticato e un po' più elegante. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera rivoluzione dell'interior yacht design. Quanto ha contribuito, secondo lei, il lavoro di progettisti provenienti da altri settori? Ha contribuito al 100%. Noi abbiamo contribuito a cambiare le regole perché altrimenti continuavano a disegnare delle roulotte galleggianti. Perché un possibile committente dovrebbe scegliere uno yacht progettato dal mio Gruppo ? Perché io li disegno scomodi! Quindi se qualcuno privilegiato vuole vivere in un luogo molto scomodo, automaticamente viene da me. Come sarà secondo lei lo yacht del futuro? E che caratteristiche dovrebbe avere il suo yacht dei sogni? Dovrà essere molto 'gentile'. Nel senso che secondo me lo yacht del futuro dovrà essere una barca che dovrà consumare il meno possibile, dovrà sporcare il meno possibile e dovrà essere più silenziosa possibile: io immagino che sia questo lo yacht del futuro in questo mondo. Poi ognuno è libero, se uno vuole vivere in una barca iper-tecnologica ma con l'aspetto del veliero tre alberi di Lord Nelson è affar suo, i gusti sono gusti. Se dovessi pensare a me stesso come cliente ideale, la farei discretamente vuota, metterei solo dei pezzi molto scelti di design e per il resto lascerei solo parlare la natura che c'è intorno, perché una barca si muove e il suo punto di forza maggiore è quello di mettere le persone in contatto con la natura, la migliore possibile. Quindi una volta che io rispetto questa possibilità di entrare in contatto con la natura con il meglio della tecnologia immaginabile, quello che succede all'interno è un campo libero. Se uno vuole il caminetto di Lord Nelson è liberissimo di farlo, ma se invece dovessi scegliere io la farei completamente vuota con dei piccolissimi oggetti di design all'interno e basta. Cosa consiglierebbe agli studenti di yacht design che si stanno affacciando in questo settore? Di guardare bene come si muove l'architettura. E di essere curiosissimi! La curiosità è fondamentale per gli esseri umani sia che sia su larga scala sia su quelle più ridotte. Già pubblicato li 26/07/1994.

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