Sunday, September 15, 2024

Ponte di Sabbioncello

Ponte di Sabbioncello Localizzazione Stato Bandiera della Croazia Croazia Città Slivno e Stagno Attraversa Baia di Stagno Piccolo, mare Adriatico Coordinate 42°55′58″N 17°32′13″E Dati tecnici Tipo Ponte strallato Materiale acciaio, calcestruzzo armato Campate 10 Lunghezza 2 404 m Luce max. 285 m Larghezza 21 m Altezza 55 m Carreggiate 2 Corsie 4 Realizzazione Progettista Marjan Pipenbaher (Ponting & Pipenbaher Consulting Engineers) Costruzione 2007-luglio 2022 Inaugurazione 26 luglio 2022 Costruttore China Road and Bridge Corporation Intitolato a Sabbioncello Mappa di localizzazione MapWikimedia | © OpenStreetMap Modifica dati su Wikidata · Manuale Il ponte di Sabbioncello (in croato: Pelješki most) è un ponte strallato situato nella regione raguseo-narentana della Croazia meridionale. L'infrastruttura, che collega la località di Komarna con la penisola di Sabbioncello, mette in comunicazione l'estremitá meridionale della Croazia, inclusa Ragusa di Dalmazia (Dubrovnik), con il resto del paese, permettendo di evitare la striscia costiera di Neum (in Bosnia-Erzegovina) e i relativi valichi di frontiera. Il ponte è stato inaugurato nel luglio 2022.[1] Indice 1 Storia 2 Note 3 Voci correlate 4 Altri progetti 5 Collegamenti esterni Storia Carta della penisola di Sabbioncello, in cui si possono notare la posizione del ponte (linea rossa) e il porto bosniaco di Neum che divide la Croazia in due (i confini internazionali sono punteggiati). Quasi tutta la regione raguseo-narentana è separata dal resto della Croazia dalla striscia costiera di Neum, l'unico sbocco al mare della Bosnia ed Erzegovina. Il ponte consente di evitare lo sconfinamento in territorio bosniaco (precedentemente possibile solo grazie al traghetto tra le città croate di Trappano e Porto Tolero). Il progetto è stato avviato per la prima volta nel 2007 dalle autorità croate,[2] prima di essere interrotto nel 2012 a causa della crisi economica. Nel 2015, l'allora Primo ministro croato Zoran Milanović ne annunciò il rilancio. L'iniziativa ha suscitato la contrarietà delle autorità bosniache (sostanziata in una lettera del settembre 2017), che temevano che il ponte costituisse un ostacolo al passaggio di grandi navi da e verso il porto di Neum. Per venire incontro a tali perplessità, il ponte presenta un'altezza di 55 metri. Nel gennaio 2018, la presidente croata Kolinda Grabar-Kitarović ha riaffermato che il ponte è di grande importanza per la Croazia e non è diretto contro gli interessi della Bosnia ed Erzegovina. Nell'agosto dello stesso anno il primo ministro della Bosnia-Erzegovina Denis Zvizdić aveva chiesto di fermare il progetto e di risolvere prima la disputa sui confini tra i due Paesi[3]. A giugno 2017, la Commissione europea aveva annunciato il finanziamento all'85% del suo costo, pari a 357 su 420 milioni di euro[4]. Il contratto per la sua costruzione è stato firmato nell'aprile 2018 tra il governo croato e il consorzio cinese China Road and Bridge Corporation, che se lo è aggiudicato con l'offerta vincente di 2 miliardi di HRK.[5] Nel luglio 2021 è stata completata la parte strutturale.[6] Nel cantiere hanno lavorato 200 operai, di cui 155 cinesi e 50 croati. Il 26 luglio 2022, insieme al ponte, è stata inaugurata la tratta stradale tra gli svincoli di Duboka (inizio della nuova superstrada a nord) e Prapratno. Possibili soluzioni per lo Stretto di MESSINA.
Il punto non è essere contro o a favore, sostenuti da argomentazioni più o meno contaminate dall’ideologia. No. È una questione di principio o forse di dignità che spinge buona parte dei messinesi in primis, ma anche i siciliani e perché no meridionali in genere, a non credere che il Ponte sullo Stretto si faccia. Alla base c’è senz’altro quel pizzico di “gattopardiana” rassegnazione, ma sarebbe troppo superficiale e ingiusto rimanere fermi sul classico leitmotiv “tutto cambia affinché nulla cambi” per giustificare la riluttanza davanti ai recenti annunci del governo. Bisogna provare ad andare oltre nel ragionamento, senza addentrarci in considerazioni tecniche che spettano giustamente solo agli esperti. Perché evidentemente non basta neanche una inaspettata quanto perfetta congiuntura astrale, anzi politica, a rendere gli animi meno diffidenti. Strano, visto che è proprio il governo alla fine ad avere tutto in mano. Al netto di spaccature ormai croniche nel centrodestra, sul Ponte c’è assoluta sintonia tra Regione e Governo, c’è un sindaco Basile che lascia fare, ma soprattutto c’è un ministro delle Mobilità Sostenibili mai così entusiasta e determinato (anche a campagna elettorale finita) a costruire l’opera, facendone quasi una questione di principio. E proprio la figura di Matteo Salvini è quella che fa storcere più di tutti il naso, vuoi per le sue origini “nordiste”, vuoi per i suoi continui slogan più o meno credibili. Anche se, in una nazione che va al contrario, l’idea che uno dei più fedeli leghisti e del diktat “prima il nord” si trasformi nel Masaniello per lo sviluppo del Mezzogiorno, possiamo tranquillamente accettarla. Come possiamo accettare la resurrezione, da far impallidire Lazzaro, della Stretto di Messina Spa o il ritorno ciclico dell'eterno dibattito sull'attraversamento stabile con frenate e accelerazioni, conferme e smentite.

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