Sunday, June 30, 2024

Come funzionano gli interruttori differenziali puri funzionamento interruttore differenziale In fisica la prima legge di Kirchhoff afferma che in un circuito elettrico deve essere nulla la somma algebrica di tutte le energie entranti ed uscenti da un certo nodo. Significa che la corrente entrante in un nodo deve essere pari a quella uscente. L'interruttore differenziale opera in base a questo principio fisico e controlla costantemente la differenza tra la corrente che fluisce al proprio morsetto di ingresso e la corrente che attraversa quello in uscita. Se tale valore supera una certa soglia di sicurezza, interviene una bobina di sgancio che apre il circuito ed interrompe il flusso di corrente e quindi la diffusione di elettricità. Soglie di intervento e sensibilità di un interruttore differenziale Si è visto che gli interruttori differenziali sono dispositivi di sicurezza che intervengono automaticamente in caso di sperisione di corrente elettrica. L'intervento però non avviene sempre ma solo quando vengono superati dei limiti bene definiti, chiamati soglie di intervento e si riferiscono al valore della corrente verso terra. Il valore massimo permesso della differenza di corrente tra ingresso e uscita di un diffenziale, è indicato con la lettera Δ (Delta). **La soglia d'intervento Δ viene chiamata anche sensibilità **dell'interruttore differenziale ed il suo valore dipende dagli ambiti: Δ<= 0,03 Ampere per gli impianti residenziali e superiore per quelli industriali e commerciali. Parametri dell'interruttore differenziale Negli interruttori differenziali in commercio, sono presenti targhette con diciture precise di riferimento per il loro utilizzo: T o Test: è un pulsante utilizzato per testare il corretto funzionamento del differenziale. IΔN o corrente nominale differenziale di intervento: la differenza tra corrente in ingresso e quella di uscita che provoca l'apertura del circuito. Rappresenta la sensibilità del circuito ed ha un valore prefissato. IN o corrente nominale: la corrente di lavoro, quella per cui il differenziale deve lavorare. Il valore più piccolo è 25 Ampere e permette al dispositivo di lavorare con valori di corrente compresi tra 0 e 25 A. UN o tensione nominale d'impiego: la tensione di lavoro dell'impianto elettrico; per gli impianti civili è pari a 230 V. Tipologie di interruttori differenziali Gli interruttori differenziali si dividono in 4 categorie a seconda della natura della corrente con cui essi possono lavorare. Esistono delle normative che regolano sia la classificazione che la scelta di questi dispositivi perchè gli impianti possano essere messi in sicurezza a norma di legge. Gli interruttori differenziali sono quindi classificati in: tipo AC, tipo A, tipo F e tipo B. Differenziale di tipo AC Differenziale di tipo AC lavora bene con le correnti alternate sinusoidali differenziali improvvise o che aumentano piano, ed è impiegato in particolare negli impianti civili. Sono utilizzati prevalentemente quando nell'impianto si prevedono "pochi" apparecchi "elettronici" costantemente in uso, come ad esempio in seconde case dove il periodo di stazionamento è limitato e con esso il fabbisogno energetico. Differenziale di tipo A Differenziale di tipo A lavora in modo ottimale con correnti alternate sinusoidali e correnti unidirezionali improvvise o che aumentano nel tempo. Si possono considerare come i sostituti degli AC e si trovano nella maggioranza degli impianti moderni, in quanto sono sensibili oltre che alle correnti sinusoidali anche a quelle pulsanti e unidirezionali. La loro efficacia si nota in particolare con la presenza di brevi sovratensioni dovute ad apparecchiature elettroniche, variazioni di tensione dovute a temporali, ecc.

Saturday, June 29, 2024

Maturità 2024, chi decide il voto di seconda prova? La decisione del voto di seconda prova spetta solo al docente a cui è stata affidata la materia o a tutta la commissione d’esame? Gli studenti se la sono appena vista con la prima prova scritta di Italiano, ma ancora non è il momento di tirare un sospiro di sollievo. Dovranno infatti tornare ai propri banchi nella giornata di domani, 20 giugno 2024, per sostenere la seconda prova di Maturità 2024, forse lo step più impegnativo dell’intero esame di Stato. Professore corregge la seconda prova di Maturità 2024 Ricordiamo infatti che il secondo scritto ha come oggetto la materia di indirizzo, spesso ben più tecnica di una disciplina come Italiano, che dà più margine all’improvvisazione. A complicare il quadro, c’è poi il fatto che la materia del secondo scritto è affidata ai commissari esterni, ovvero dei prof del tutto sconosciuti agli studenti. La domanda allora sorge spontanea: chi decide il voto di seconda prova? Leggi anche : https://www.skuola.net/maturita/chi-decide-voto-seconda-prova-maturita-2024x.html Prof. Danilo Solari

Wednesday, June 26, 2024

Prisma triangolare È un prisma, la cui sezione normale è un triangolo isoscele retto, in- serito in un corpo metallico aperto in corrispondenza dei cateti (che costituiscono le facce di entrata e di uscita dei raggi luminosi e che formano un angolo di 45c con l’ipotenusa) e chiuso sul lato dell’ipo- tenusa, che è resa riflettente tramite argentatura. Il suo funzionamento si basa sul fatto che un raggio luminoso in- cidente subisce una doppia riflessione interna su pareti formanti un angolo di 45c, con una deviazione finale di 90c.
Serve a realizzare sul terreno due allineamenti tra loro ortogonali; il primo definito dal punto di stazione del prisma e da un secondo punto segnalato da una palina P1 che verrà osservata a occhio nudo. L’allineamento in «squadro» verrà ottenuto interponendo il prisma all’occhio, che continua a collimare la palina P1, e osservando in una delle due facce libere (orientando il lato chiuso verso destra o verso sinistra). In questa fase l’operatore deve guidare un collaboratore a collocare una seconda palina P2 nella posizione in cui una parte della sua immagine diviene visibile sulla faccia del prisma e allineata con la prima palina P1 osservata a occhio nudo. Prof. danilo solari

Squadri a Prisma

Stazione totale

Tuesday, June 25, 2024

Codice

Classe Concorso A037

Scopri tutto ciò che c'è da sapere sulla Classe di Concorso A37: la tabella con i titoli d'accesso e l'elenco degli istituti dove si può insegnare. La classe di concorso A37 si applica all’insegnamento delle Scienze e tecnologie delle costruzioni e delle tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica nelle scuole secondarie italiane. I requisiti per accedere a questa classe di concorso MIUR includono una laurea in campi come Ingegneria, Architettura o Design. Tra i requisiti per la classe di concorso A37 troviamo anche i 60 CFU per l’insegnamento o i 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022. I candidati devono superare un concorso che include una prova scritta e un colloquio orale. Le prove verificano conoscenze specifiche in diverse discipline ingegneristiche e architettoniche. La classe di concorso A37 è valida in numerosi istituti tecnici e professionali, nonché nei licei scientifici indirizzati alle scienze applicate. Andiamo a vedere tutti i dettagli della classe A-37 Scienze e tecnologie delle costruzioni, tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica! Requisiti Classe di Concorso A37: tabella con i titoli d'accesso Ci sono diverse lauree magistrali che consentono di accedere alla classe di concorso A-37 Scienze e tecnologie delle costruzioni, tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica. Andiamo a vedere, nello specifico, le classi di laurea relative al DM 270/2004: LM 3-Architettura del paesaggio (1) LM 4-Architettura e ingegneria edile-architettura (1) LM 12-Design (1) LM 20-Ingegneria aerospaziale e astronautica LM 21-Ingegneria biomedica LM 22-Ingegneria chimica LM 23-Ingegneria civile (1) LM 24-Ingegneria dei sistemi edilizi (1) LM 25-Ingegneria dell’automazione LM 26-Ingegneria della sicurezza (1) LM 27-Ingegneria delle telecomunicazioni LM 28-Ingegneria elettrica LM 29-Ingegneria elettronica LM 30-Ingegneria energetica e nucleare LM 31-Ingegneria gestionale LM 32-Ingegneria informatica LM 33-Ingegneria meccanica LM 34-Ingegneria navale (1) LM 35-Ingegneria per l’ambiente e il territorio (1) LM 48-Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale LM 53-Scienza e ingegneria dei materiali NB: (1) Con almeno 24 crediti nei settori scientifico disciplinari ICAR/06 o ICAR/17. Oltre alle classi di laurea del DM 270/2004, ci sono anche dei titoli di accesso per la classe A37 relativi al DM 22/2005. Ecco quali sono: LS 3-Architettura del paesaggio (1) LS 4-Architettura e ingegneria edile (1) LS 25-Ingegneria aerospaziale e astronautica LS 26-Ingegneria biomedica LS 27-Ingegneria chimica LS 28-Ingegneria civile (1) LS 29-Ingegneria dell’automazione LS 30-Ingegneria delle telecomunicazioni LS 31-Ingegneria elettrica LS 32-Ingegneria elettronica LS 33-Ingegneria energetica e nucleare LS 34-Ingegneria gestionale LS 35-Ingegneria informatica LS 36-Ingegneria meccanica LS 37-Ingegneria navale (1) LS 38-Ingegneria per l’ambiente e il territorio (1) LS 61-Scienza e ingegneria dei materiali LS 103-Teoria e metodi del disegno industriale (1) NB: (1) Con almeno 24 crediti nei settori scientifico disciplinari ICAR/06 o ICAR/17. Non sai se puoi accedere a questa classe? Ti mancano i crediti per la classe di concorso A37? Contatta gratuitamente il nostro Sportello Orientamento: ti basterà compilare il form presente in pagina per ricevere al più presto la tua consulenza personalizzata. Classe di Concorso A37: dove insegnare? Materie e istituti Grazie all’abilitazione all’insegnamento con la classe di concorso A37 è possibile lavorare come docenti presso diversi istituti. Andiamo a vedere anche cosa insegnare con la classe di concorso A37. TIPO DI ISTITUTO MATERIA LICEO SCIENTIFICO – opzione Scienze applicate Disegno e Storia dell’arte ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica 1° biennio ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO Scienze e tecnologie applicate 2° anno del 1° biennio ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO Gestione del cantiere e Sicurezza dell’ambiente di lavoro 2° biennio e 5° anno ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO, articolazione “COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO” Progettazione, Costruzioni e Impianti 2° biennio e 5° anno ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO, articolazione “COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO” Topografia 2° biennio e 5° anno ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO, articolazione “GEOTECNICO” Topografia e costruzioni 2° biennio e 5° anno ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO, articolazione “COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO” – opzione TECNOLOGIE DEL LEGNO NELLE COSTRUZIONI Tecnologie del legno nelle costruzioni – 2° biennio e 5° anno ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica 1° biennio ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA, articolazioni “PRODUZIONE E TRASFORMAZIONE” e “ VITICULTURA ED ENOLOGIA” Genio rurale 2° biennio ISTITUTO TECNICO, settore TECNOLOGICO, indirizzo AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA, articolazione “GESTIONE DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO” Genio rurale 2° biennio e 5° anno ISTITUTO PROFESSIONALE, settore INDUSTRIA E ARTIGIANATO Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica 1° biennio ISTITUTO PROFESSIONALE, settore INDUSTRIA E ARTIGIANATO – indirizzo PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI – articolazione INDUSTRIA – opzione ARREDI E FORNITURE D’INTERNI Disegno professionale e visualizzazione digitali – 2° biennio e 5° anno ISTITUTO PROFESSIONALE, settore INDUSTRIA E ARTIGIANATO – indirizzo PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI – articolazione ARTIGIANATO – opzione PRODUZIONI ARTIGIANALI DEL TERRITORIO Disegno professionale – Rappresentazioni grafiche digitali – 2° biennio e 5° anno ISTITUTO PROFESSIONALE, settore INDUSTRIA E ARTIGIANATO, indirizzo PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI, opzione COLTIVAZIONE E LAVORAZIONE DEI MATERIALI LAPIDEI Tecnologie applicate ai materiali, ai processi produttivi e tecniche di gestione – 2° biennio e 5° anno ISTITUTO PROFESSIONALE, settore INDUSTRIA E ARTIGIANATO, indirizzo PRODUZIONI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI, opzione COLTIVAZIONE E LAVORAZIONE DEI MATERIALI LAPIDEI Progettazione, realizzazione del prodotto e tecniche di produzione – 2° biennio e 5° anno Hai i CFU per accedere alla classe A37? Verificalo gratuitamente con noi! Capire se è possibile accedere alle classi di concorso comporta la verifica di molteplici tabelle per confrontare i CFU acquisiti con quelli richiesti da specifiche classi: si tratta quindi di un processo piuttosto complesso e da non prendere sottogamba, dato che è un passaggio fondamentale per poter diventare insegnante. Se quindi vuoi accedere alla classe di insegnamento A37 o a un’altra classe, ma non hai la certezza di possedere i CFU necessari e i titoli di accesso adeguati, ti consigliamo di contattare i nostri esperti: grazie alla loro consulenza gratuita, potrai far valutare il tuo piano di studi e la tua carriera pregressa senza il rischio di perderti delle opportunità importanti. Per utilizzare il nostro servizio puoi contattare i nostri esperti compilando il form che trovi in pagina: in questo modo riceverai al più presto la tua consulenza su misura.
Commissari esterni, cosa fanno e che ruolo hanno in commissione di Maturità? Cosa ci chiederanno all'esame? Chi sono? Che funzione hanno? Ecco spiegato, in vista della Maturità 2024, che ruolo hanno i commissari esterni e che ruolo hanno in commissione d'esame. Anche quest'anno i maturandi si chiedono quali saranno i commissari esterni Maturità 2024 che li valuteranno durante l'esame di Stato. Il conto alla rovescia è già iniziato, anche se manca ancora parecchio all'uscita dei nomi. Diversi ragazzi hanno già iniziato a fare previsioni e scommesse tra i gruppi social e online. Commissari Maturità Leggi anche: Prima prova Maturità 2024, come funziona: le risposte alle domande frequenti Seconda Prova Maturità 2024: come funzionerà? Le risposte alle domande frequenti Esame orale Maturità: domande, struttura, date e voto Cosa sappiamo sulla commissione di Maturità 2024? Per la Maturità 2024 le commissioni dell'esame saranno miste, quindi formate da commissari esterni e professori interni. Il regolamento prevede che in una classe con non oltre 35 maturandi ci siano un presidente e un numero di commissari esterni pari a quello degli interni. Questi ultimi comunque non saranno più di tre. Funzione dei commissari esterni in commissione Maturità 2024 I ragazzi, come ogni anno, sono assaliti dai soliti dubbi. Che ruolo hanno i commissari esterni? cosa potrebbero chiedere? Il Mim, di solito intorno a marzo, rende note le indicazioni sull'aspetto formativo delle commissioni esami, che quest'anno dovrebbero essere tali e quali a quelle dell'edizione precedente. In genere è da maggio che l'Ufficio scolastico regionale forma le commissioni, per poi pubblicare i nomi verso la fine del mese. - Prove scritte: i commissari devono correggere gli scritti che vertono sulle materie di loro competenza. Il voto delle prove, tuttavia, viene deciso dall'intera commissione in modo collegiale. - Esame orale: i commissari esterni Maturità 2024, gli interni e il presidente di commissione possono interrogare all’orale, facendo però solo domande sulle materie per cui sono abilitati. La pubblicazione dei nomi dei commissari esterni Quest'anno, per la Maturità 2024, la pubblicazione dei nomi dei commissari esterni dovrebbe avvenire tra maggio e la prima settimana di giugno, ma per ora non c'è l'ufficialità di una data di uscita. Il periodo, però, può essere questo in base a ciò che è successo negli anni passati, quando per l'appunto gli elenchi sono stati pubblicati in questo arco temporale. Per questo i giorni ritenuti più caldi per la pubblicazione sono quelli tra il 31 maggio e la prima settimana di giugno. Prof. Danilo Solari

Tuesday, June 11, 2024

Insegnanti di Sostegno

Scrutini finali: chi vota se ci sono più docenti di sostegno nel consiglio di classe Può capitare che durante gli scrutini si arrivi a deliberare a maggioranza per l’ammissione di un allievo. Come votano i docenti di sostegno? Sono un’insegnante di sostegno in una scuola secondaria di primo grado. Nella classe dove effettuo sostegno vi sono ben 4 insegnanti di sostegno e vi è la presenza di 4 alunni con disabilità legge 104 ( due alunni con 104 comma 3 e quindi 18 ore a testa e altri 2 alunni comma 1 con 6 ore cadauno); quando facciamo i consigli di classe, gli scrutini o gli esami e dobbiamo votare, ad esempio per la bocciatura di un alunno della classe e non con la 104, quanto vale il nostro voto? come docenti di sostegno abbiamo diritto a 4 voti separati essendoci 4 ragazzi con disabilità, oppure dobbiamo metterci d’accordo e dare un solo voto unico, essendo comunque sulla classe? Le allego la normativa che ho trovato, che però non siamo riusciti ad interpretare in modo univoco. Vi ringrazio moltissimo. Il D.P.R. 122/2009 all’art. 2 comma 5 non modificato nella parte da D.Lgs. 62/2017 (art. 2, comma 6) specifica che “i docenti di sostegno, contitolari della classe, partecipano alla valutazione di tutti gli alunni, avendo come oggetto del proprio giudizio, relativamente agli alunni disabili, i criteri a norma dell’articolo 314, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297. Qualora un alunno con disabilità sia affidato a più docenti del sostegno, essi si esprimono con un unico voto”. Alunni non disabili La legge 104/92 e tutte le norme che riguardano la valutazione e i consigli di classe, art. 15 comma 10 O.M. n. 90/2001 e D.Lgs. n. 297/1994 art. 13 comma 6 e 315, comma 5, precisano che i docenti di sostegno sono componenti a tutti gli effetti del Consiglio di classe e partecipano a pieno titolo alle operazioni di valutazione, con diritto di voto per tutti gli alunni della classe. Conclusioni E’ innanzitutto utile premettere che il quesito posto dalla collega non trova una soluzione normativa chiara e precisa, nel senso che il DPR citato e il successivo D.Lgs. 62/2017 non affrontano con chiarezza il voto dei docenti di sostegno per gli allievi non disabili quando appunto in una classe, e quindi nel consiglio di classe, ci sono più docenti di sostegno. Non vi è però dubbio che proprio in analogia all’art. 2, comma 5 del d.P.R. 122/2009, anche nei casi di allievi non disabili, quando appunto si tratta di votare per la ammissione/non ammissione tutti i docenti di sostegno facenti parte del consiglio di classe devono far convergere un’unica posizione e quindi un unico voto per ciascun allievo. Ciò perché in questi casi il sostegno deve essere individuato come “materia”, che deve essere rappresentata nel voto per “testa” che si effettua all’interno del consiglio di classe da ciascun docente. Accade così anche, per esempio, nei casi dei docenti che insegnano italiano, storia e geografia (tre materie ma unico docente) che esprime quindi un unico voto per “testa” quando si tratta di votare per la bocciatura o meno di un allievo. D’altronde non potrebbe essere diversamente altrimenti si andrebbe a falsare lo scrutinio, laddove ci dovessero essere ben 4 insegnanti di sostegno (stessa “materia”) che andrebbero così ad esprimere 4 voti distinti, pur appartenendo alla stessa materia. In conclusione, l’espressione dell’unico voto si attua nel momento in cui si deve votare a favore o contro una ammissione alla classe successiva o agli esami, laddove appunto il sostegno deve essere sempre espresso con un solo voto, quindi vale 1, anche in presenza di più insegnanti. Prof. Danilo solari

Saturday, June 1, 2024

10 REGOLE PER UN BUON DESIGNER

Vi siete mai trovati davanti a una porta che non sapete come aprire? O alle prese con una manopola che non capite da che parte girare, una leva impossibile da premere o da tirare? Rincuoratevi: non siete i soli. Ogni giorno migliaia di persone si trovano alle prese con oggetti e dispositivi che faticano a far funzionare e non certo per loro ignoranza. I veri colpevoli sono i designer. Siamo all’inizio degli anni Ottanta e il grande designer Dieter Rams è seduto alla scrivania. Guarda un foglio bianco, poi alcune immagini delle sue tante creazioni e si chiede: Is my design good design? E’ una domanda che tutti i designer, prima o poi, si pongono; perché azzeccare ogni volta la forma giusta sembra il risultato di un sottile gioco di alchimie. La risposta non è semplice, ma esiste una ricetta per realizzare nel miglior modo possibile ciò di cui la gente ha bisogno. Guardando i suoi tanti progetti Tams sintetizzò quelli che sono passati alla storia come i 10 comandamenti per buon design, 10 linee guida per progettare in modo efficace. 1. Un buon design è innovativo Non copia le forme di prodotti esistenti, non produce novità per il solo scopo di farlo. L’essenza dell’innovazione dev’essere chiaramente visibile in tutte funzioni di un prodotto (o progetto). Entro questi limiti le possibilità sono infinite. Lo sviluppo tecnologico offre di continuo soluzioni innovative. 2. Un buon design rende utile il prodotto Un prodotto viene acquistato per essere usato. Deve servire per un determinato proposito, sia nella sua funzione primaria che in quelle secondarie. Il principale obiettivo del design è di ottimizzarne l’utilità. 3. Un buon design è esteticamente attraente La qualità estetica di un prodotto (e il fascino che suscita) è parte integrante della sua utilità. E’ difficile avere a che fare con prodotti che irritano, creano disordine, confondono e con i quali si fatica a entrare in sintonia. Non si può però negare quanto sia complesso lavorare sulla qualità estetica degli oggetti, per due ragioni: primo, è difficile parlare di aspetti visivi quando le parole hanno significati diversi per le persone; secondo, l’estetica è la somma dei dettagli, dell’armonia delle parti, del ritmo degli elementi che compongono l’oggetto. Per questo un buon designer dovrebbe avere una buona base di teoria delle forme. 4. Un buon design aiuta la comprensibilità di un prodotto Chiarifica la struttura dell’oggetto. Ancora meglio, fa parlare il prodotto. Quando il design è ben studiato è in grado di spiegare da solo il funzionamento dell’oggetto, risparmiando tempo e impegno all’utente finale. 5. Un buon design non è intrusivo I prodotti che soddisfano questo criterio vengono comunemente definiti “strumenti”. Non sono né oggetti decorativi né pezzi d’arte. Il loro design deve essere perciò neutrale e lasciare spazio all’utilizzatore di esprimere se stesso. 6. Un buon design è onesto Un oggetto progettato onestamente non promette qualità o caratteristiche che non possiede. Non deve influenzare o manipolare gli acquirenti e gli utilizzatori. 7. Un buon design dura nel tempo Non c’è niente di trendy oggi che non possa diventare fuori moda domani. Questa è una delle maggiori differenze fra un prodotto ben progettato e un oggetto che occupa inutilmente gli scaffali dei negozi. Lo spreco non è tollerabile. 8. Un buon design si riconosce anche nei piccoli dettagli Nulla può essere lasciato al caso. Mettere attenzione e cura nel processo progettuale dimostra rispetto nei confronti del cliente. 9. Un buon design si preoccupa dell’ambiente Il design deve contribuire al benessere dell’ambiente e delle sue materie prime. Questo significa non soltanto considerare l’inquinamento, ma anche ciò che l’inquinamento, ma anche ciò che l’inquinamento produce a livello umano e ambientale. 10. Un buon design è invisibile Ritorniamo alla purezza, ritorniamo alla semplicità.

CRIMPATRICE

IL GEOIDE