Tuesday, February 7, 2023

Buoni Fruttiferi Postali.

Buoni fruttiferi postali sono pignorabili? Vediamo cosa dice la legge Dalle inesorabili mani del fisco non sfuggono nemmeno i buoni fruttiferi postali, che sono soggetti in qualsiasi momento a pignoramento. Scopriamo cosa prevede la legge. Image Dalle inesorabili mani del fisco non sfuggono nemmeno i buoni fruttiferi postali, che sono soggetti in qualsiasi momento a pignoramento. Ovviamente rispettando le regole e le norme del Codice di Procedura Civile. I buoni fruttiferi postali, senza dubbio, sono una delle forme di investimento preferite dai risparmiatori: sono garantiti dallo Stato Italiano e per questo sono sicuri. La logicità e la sicurezza, che stanno a monte a questo tipo di gestione del risparmio privato, non mutano. Cosa succede se l'investitore dovesse trovarsi in cattive acque e non riuscisse a saldare i propri debiti? Quali sono gli strumenti finanziari che i creditori possono vincolare? In estrema sintesi, i buoni fruttiferi postali possono essere pignorati? Buoni fruttiferi postali: ecco cosa sono Iniziamo con il ricordare cosa sono i buoni fruttiferi postali: questi prodotti di investimento altro non sono che dei titoli di credito emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, una società posseduta per l'83% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e per il 17% dalle fondazioni bancarie. I buoni fruttiferi postali vengono collocati in via esclusiva da Poste Italiane e vengono garantiti direttamente dallo Stato. Possono essere dei titoli cartacei, ma possono essere venduti anche nella loro forma dematerializzata, rappresentando delle vere e proprie registrazioni contabili di un credito in favore del titolare nei confronti dell'emittente. Ci sono vari tipi di buoni fruttiferi postali: per sottoscrivere quello che è più adatto alle proprie esigenze, è necessario recarsi personalmente presso un ufficio postale. Questi prodotti non sono soggetti a commissioni o spese: questa particolarità caratterizza sia l'emissione che il rimborso. Quest'ultimo può essere richiesto in qualsiasi momento, percependo il capitale investito e gli interessi maturati fino a quel momento: attenzione, però, a richiedere il rimborso prima che sia decorso almeno un anno dalla data di acquisto, perché gli interessi non sono dovuti. Ricordiamo, inoltre, che i buoni fruttiferi postali non possono essere ceduti a terzi, ma entrano nella successione. Quando sono pignorabili i buoni fruttiferi postali Passiamo all'aspetto meno felice. Nel caso in cui il sottoscrittore di un buono fruttifero postale abbia anche contratto un mutuo per acquistare casa e non abbia provveduto a restituire le rate del prestito, cosa succede? La banca, che sia in un possesso di un regolare precetto e di un titolo esecutivo, potrà intimare direttamente al debitore di procedere con il pagamento. Nel momento in cui questo non vi dovesse provvedere, la banca avrà la facoltà di disporre un pignoramento di un suo bene mobile, immobile o di un credito che lo stesso abbia presso terzi. Grazie al pignoramento ha inizio quella che è, a tutti gli effetti, l'espropriazione forzata. In altre parole stiamo parlando del procedimento giudiziale che arriva alla sua conclusione con la vendita dei beni vincolati, grazie alla quale sarà possibile soddisfare tutti o quasi i creditori. Ma come funziona questa operazione? L'ufficiale giudiziario emette un'ingiunzione nei confronti del debitore, con la quale gli vieta di astenersi da ogni atto diretto che abbia lo scopo di sottrarre alla garanzia del debito i titoli assoggettati all'esecuzione ed i loro frutti. Al pignoramento sono assoggettabili tutti i titoli di credito, anche i buoni fruttiferi postali, i quali incorporano un credito del sottoscrittore nei confronti delle Poste. Sui buoni fruttiferi postali è necessario effettuare un'ulteriore precisazione: sono soggetti al pignoramento presso terzi. L'articolo 543 e ss. del Codice di Procedura Civile prevede che l'intimazione dall'astenersi dal disporre del credito debba essere rivolta sua al debitore che a Poste Italiane. Questa non potrà rendere disponibile al debitore stesso qualsiasi somma, se prima non viene autorizzata dal giudice. Nel caso in cui il soggetto dovesse presentarsi allo sportello per chiedere il rimborso del capitale investito e degli interessi maturati, Poste italiane dovrebbe opporre un rifiuto. Poste Italiane dovrà comunicare, nel frattempo, al creditore pignorante - entro dieci giorni dall'ingiunzione - i buoni che si trovano presso di lei. I passi successivi Nel corso dell'udienza, il giudice provvederà ad acquisire la dichiarazione del terzo pignorato. A questo punto provvederà ad assegnare quanto riconosciuto al creditore: sarà ordinato a Poste italiane l'ammortamento dei buoni fruttiferi postali necessari per coprire il debito del risparmiatore. In estrema sintesi questo significa che una parte dei buoni fruttiferi postali verranno annullati. Il creditore riceverà quanto è stato disposto dal giudice e liquidato direttamente da Poste Italiane. Nel caso in cui i buoni fruttiferi postali siano cointestati non crea problemi. La procedura sarà la stessa: i titoli verranno liquidati, il 50% del loro ammontare sarà erogato al cointestatario e l'altra metà servirà per coprire i debiti del risparmiatore insolvente.

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