Monday, October 17, 2022

Castagne Matte

Castagne matte in tasca contro il raffreddore La leggenda vuole che il frutto abbia delle proprietà benefiche che tengono lontano i malanni autunnali, come il raffreddore e la tosse. È una tradizione per tanti di noi, ereditata dai nostri nonni e custodita gelosamente come una “ricetta miracolosa” per il benessere fisico. Anche se oggi si fa un uso troppo elevato di farmaci, sono ancora molte le persone che credono nella medicina naturale e nelle proprietà curative di alcune erbe o frutti. Ecco che molti di noi sono cresciuti tenendo nella tasca del cappotto per tutto l’inverno una “castagna matta”, per affrontare con un pizzico di ottimismo in più il freddo e le malattie invernali. Spesso le castagne le abbiamo regalate ai familiari e alle persone care per proteggerli, o le abbiamo messe nei nostri cassetti e nelle nostre borse. In effetti, in passato le castagne venivano triturate e date da mangiare a quegli animali per curare l’asma e il raffreddore. Quando ci si accorse che ne traevano sollievo, i frutti si cominciarono a testare anche sull’uomo e fu così che nacque la leggenda. Le proprietà benefiche della «castagna matta» sono dovute all’escina, un componente che, oltre a essere antinfiammatorio, migliora il drenaggio linfatico e aumenta la pressione venosa. Gli estratti dell’ippocastano sono anche utilizzati come rimedio per la cellulite, le emorroidi e le vene varicose. Forse portare con sé una castagna non serve a nulla, ma c’è chi giurerebbe il contrario. Le proprietà curative del frutto erano note da molto tempo in Asia Minore, regione da cui arriva la pianta, ma furono valorizzate in Occidente agli inizi del Novecento. La leggenda che ritiene le castagne matte portate in tasca capaci di proteggerci contro il raffreddore ha origini lontane, da ricercare all’interno delle comunità contadine. In passato questi semi venivano, infatti, tritati e dati da mangiare ai cavalli, il cui nome è presente anche nel termine ippocastano, per alleviare i sintomi di asma e raffreddore. Le proprietà curative dei semi erano note in Asia da tempo, ma in Europa sono state studiate a partire dal ‘700 e confermate solo nel ‘900. Per l’uomo la presenza di saponine rende, comunque, le castagne matte molto pericolose e alcuni casi di avvelenamento sono stati riportati anche tra gli equini. La loro presunta efficacia è stata, dunque, trasferita nella superstizione. LEGGI ANCHE: Castagne amare e ippocastani: caratteristiche, usi e pericoli Cosa c’è di vero? È chiaro che le castagne matte in tasca possono fare ben poco contro il raffreddore. Esse contengono, però, l’escina, una sostanza molto interessante per vincere la battaglia contro il virus. Questo principio attivo vanta, infatti, proprietà antiinfiammatorie, oltre che vaso-protettrici, un forte potere decongestionante e si dimostra in grado di favorire il drenaggio linfatico. I flavonoidi, presenti in grande quantità nell’ippocastano, sono, poi, un toccasana per il sistema immunitario. Per proteggersi dai malanni di stagione rafforzare quest’ultimo rimane l’unica strategia efficace. Seguire un’alimentazione equilibrata, fare attività fisica moderata e costante e dormire almeno sette ore a notte, aiuta, allora, a costruire una barriera molto più solida. LEGGI ANCHE: Come usare le castagne come cosmetico Portare delle castagne matte in tasca non ci danneggia, ma non può nemmeno fornirci una difesa contro il raffreddore. Gli estratti ottenuti da pianta e semi sono buoni coadiuvanti nel trattamento del malanno, oltre che nella lotta a emorroidi, cellulite e vene varicose, ma non agiscono per contatto. Tra i rimedi della nonna, accanto a eucalipto, limone, zenzero e aloe, rispettivamente balsamici, antisettici e decongestionanti, spunta un nuovo protagonista. Ogni autunno ospedali e centri antiveleni accolgono persone con intossicazioni da castagne d’India, frutti dell’Ippocastano o Aesculus hippocastanum, non commestibili e responsabili di sintomi gastrointestinali e infiammazioni del cavo orale. Queste castagne, chiamate anche “matte”, vengono talvolta scambiate per castagne commestibili, in realtà, sono i semi degli ippocastani. Le castagne matte rappresentano il 12% di tutti i casi di intossicazioni. La prima indicazione da tenere a mente riguarda l’aspetto, perché i due tipi sono piuttosto diversi. Le castagne d’India sono più voluminose, sferiche, lucide, e ogni guscio ne contiene una sola. Quest’ultimo è di colore verde acceso, e ha poche spine grandi. Al contrario, le castagne da mangiare sono più piccole, appiattite e triangolari, non di rado percorse da righe verticali e quasi sempre presenti in più di una in un solo guscio (di solito 2-3). Il quale, a sua volta, che è protetto da molte spine sottili e, quando cade, è di colore biondo-marrone. Come riconoscere le castagne matte Non è difficile riconoscere le castagne buone da quelle matte. Se si conoscono le principali differenze è impossibile sbagliarsi, diversamente da quanto può succedere con i funghi che spesso sono talmente simili. Le castagne commestibili sono il frutto dell'albero del castagno e si raccolgono nei boschi, ad un'altitudine che può variare dai 300 ai 1200 metri. Sono contenute in "gruppo" all'interno di un riccio, che si trasforma da verde a marrone durante la maturazione e che è ricco di aculei. Nei ricci del castagno si trovano solitamente 2 o 3 castagne, una grande e le altre più piccole e schiacciate. Inoltre le foglie del castagno, a differenza di quelle dell'ippocastano, sono singole, più piccole e seghettate. Le castagne matte. L'Ippocastano è una specie arborea longeva e rustica originaria dei Balcani e della Grecia. Oggi è però ampiamente diffusa in tutte le zone temperate dell'Europa. Si trovano nelle strade, nei giardini e nei parchi di città, in pianura o in altura. Queste castagne sono infatti i semi dell'ippocastano, una pianta utilizzata soprattutto a scopo ornamentale e per creare ampie zone d'ombra. Il loro riccio è verde, con piccole punte distanziate e corte, e di solito racchiude un solo frutto, che si presenta rotondo, grosso e molto lucido. Infine, le castagne e le castagne matte si differenziano anche per grandezza e colore: le prime infatti sono più piccole, meno arrotondate e presentano un ciuffo apicale caratteristico, cosa che le castagne matte non hanno. Cosa succede se si mangiano le castagne matte Mangiare castagne matte provoca intossicazione, che se sottovalutata può sfociare in problemi più seri come lesioni intestinali e renali. Le castagne dell'ippocastano infatti contengono saponine, sostanze che hanno un effetto irritativo e che causano vomito e diarrea, in base alla quantità che è stata ingerita. Tra i sintomi più comuni dell'intossicazione troviamo disturbi digestivi, dolori addominali, nausea, vomito o irritazione della gola. Le castagne matte, inoltre, se mangiate cotte o crude hanno un sapore amaro e l’acqua di bollitura emana cattivo odore. Cosa fare in caso di intossicazione Nel caso si verifichino i sintomi di una intossicazione, cerca di fotografare l'albero ed i frutti mangiati, in modo che il pronto soccorso o il centro antiveleno abbiano dati il più dettagliati possibile per poter intervenire. Le proverbiali capacità Prima regola per ottenere l’effetto anti-raffreddore: non tutte le castagne funzionano allo stesso modo. La magica proprietà è attribuita infatti solo alle “castagne matte”, ovvero le castagne tonde e lucide che cadono dall’ippocastano, non quelle che si mangiano arrosto o nelle zuppe, che invece sono il frutto del castagno. Dove e quando metterle: anche se non avete mai sentito parlare della “magia” delle castagne contro il raffreddore, sicuramente nella vostra vita avete incontrato – magari senza saperlo – delle persone che ne custodivano una o due in una remota tasca del cappotto. Il metodo più comune è infatti quello di infilare le castagne nel cappotto per tutto il periodo freddo dell’anno. Ma ci sono anche eccezioni: alcuni tengono una o due castagne matte dentro l’auto; altri sulla scrivania in ufficio; altri ancora nella borsa, nello zaino, nel cruscotto…l’importante è restare sempre nel raggio “magico” della castagna. Le nonne consigliavano di tenerne sempre in tasca in modo da tenere lontano i malanni autunnali, come il raffreddore e la tosse. Certamente sono molte le proprietà terapeutiche associate a questa pianta, che infatti viene utilizzata soprattutto in fitoterapia e cosmetica per la realizzazione di creme.

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