Friday, December 30, 2022
Thursday, December 29, 2022
Wednesday, December 28, 2022
BABBO NATALE
Weihnachtsmann, l’uomo del Natale: dal mito tedesco al nostro Babbo Natale.
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Buongiorno a tutti!
Oggi vi racconto della nascita del mito di Babbo Natale!
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Quando avvenne la Riforma Protestante Martin Lutero vietò la venerazione di santi cattolici e la festività di San Nicola stava per essere cancellata. La tradizione legata a questa festa però era talmente sentita dalla popolazione che in tanti decisero di non rinunciare all’usanza di fare regali ai bambini per la celebrazione del Natale. A quel punto ogni nazione europea adottò il proprio San Nicola.
In Inghilterra divenne un anziano con la barba, ritenuto nella leggenda l’aiutante di San Nicola, mentre in Germania divenne Christkind.
Era usanza di Christkind visitare le case la sera della vigilia mentre la famiglia era riunita per la cena. Di solito, quando la cena era terminata e si stavano consumando i dolcetti, uno dei due genitori si allontanava e poco dopo tornava annunciando di aver visto Christkind depositare i doni. Ovviamente i bambini si precipitavano ma non vedevano mai nessuno, la casa però era piena di doni.
Christkind non era Gesù bambino come da traduzione letterale, ma un messaggero di Gesù bambino che andava a portare i doni ai bambini. Solitamente era raffigurato con ali d’angelo, vestito di bianco e con lineamenti celestiali e lunghi capelli biondi.
Tra il XIX e il XX secolo il Christkind fu adottato anche nelle aree cattoliche, mentre nelle regioni protestanti cominciò a perdere gradualmente importanza il Weihnachtsmann (l’uomo del Natale, o Babbo Natale).
Le figure che diedero origine a quella del Weihnachtsmann furono principalmente due, Herr Winter, tradotto: Il Signor Inverno e Ded Moroz più comunemente conosciuto come Nonno Gelo.
Moritz von Schwind, sul Münchner Bilderbogen nel 1848, raffigurò Il Signor Inverno in delle vignette e dopo prese in prestito altre idee dal mito russo di Nonno Gelo.
La leggenda su Nonno Gelo diceva che quest’uomo girava a piedi e s’incontrava spesso durante le festività natalizie nei boschi. Si trattava di un anziano ben piantato dai modi gentili, a seconda del tipo di leggenda poteva essere riccamente abbigliato con pellicce e mantelli pregiati con cappuccio oppure essere coperto di stracci. I colori con cui venivano descritti gli abiti variavano dal rosso al verde e si diceva che andasse in giro con un grosso sacco sulle spalle a distribuire doni a tutti i bambini
In Russia la leggenda di Nonno Gelo è ancora molto sentita, per loro infatti è lui l’unico Babbo Natale riconosciuto;
Dalla fusione di queste due figure abbiamo appunto l’uomo del Natale Weihnachtsmann.
Verso la fino dell’Ottocento, sulle cartoline natalizie tedesche inizia ad imperversare questa figura, un anziano su una slitta, circondato da bambini e animali, con un grosso sacco sulle spalle pieno di doni e abbigliato con pesanti abiti verdi o rossi.
La leggenda di Babbo Natale fa presto il giro del mondo arrivando anche in Inghilterra ed America, quest’ultima è proprio la nazione da cui arriva la figura di Babbo Natale che noi tutti conosciamo. Nel 1860 il Presidente americano Abraham Lincoln incaricò il caricaturista Thomas Nast difather-frost-ded-moroz-saint-nicholas ridicolizzare l’immagine del Babbo Natale tedesco. Il caricaturista lo ingrassò molto e aggiunse il cinturone nero per evidenziarne la pancia collocandolo in Polo Nord e facendogli delle buffe guance rosse. Questa scelta del Presidente Americano era una forma di guerra psicologica nei confronti della Germania.
L’immagine poi del tipico Babbo Natale con la divisa rossa divenne celebre in tutto il mondo tra il 1930 e il 1940 grazie alla pubblicità della Coca Cola.
GIANPAOLO REGUZZI
Sunday, December 25, 2022
Sunday, December 18, 2022
Atti Vandalici sulle Auto
Atti vandalici sulle auto: legittime le riprese per inchiodare il colpevole
Codice della Strada, RC Auto e Ricorsi Multe: tutte le notizie
Per la Cassazione, sono decisive le immagini registrate da telecamere come prove. Il vandalo seriale è stato condannato a 2 mesi di carcere
Attenzione, qui non si parla delle telecamere per beccare chi corre troppo o entra nelle zone a traffico limitato, ma delle telecamere per la sorveglianza privata: tutto legittimo. Ed ecco la decisione della Cassazione, sezione seconda penale (sentenza numero 22093/15, depositata il 27 maggio): definitiva la pena per un uomo, ossia due mesi di reclusione, responsabile del danneggiamento di un veicolo, di proprietà di una donna. Sono risultate decisive, e perfettamente lecite, le riprese effettuate da una videocamera installata da privati cittadini, che hanno beccato il vandalo seriale (aveva danneggiato più volte i veicoli). Una pratica piuttosto diffusa in Italia…
I FATTI – Con sentenza del 14 maggio 2014, la corte d'appello di Bologna ha dichiarato inammissibile l'appello incidentale proposto dalla parte civile P.E. e ha confermato la sentenza pronunciata il 18 luglio 2013 dal Tribunale di Reggio Emilia con la quale G.B. era stato dichiarato responsabile di danneggiamento della vettura di M.G. e condannato a mesi due di reclusione. Il difensore dell'imputato ha proposto ricorso per Cassazione. Il motivo? La prova atipica e documentale delle videoriprese che documentavano i fatti di danneggiamento, in quanto non sarebbe stata accertata la regolarità della posizione della videocamera e dunque la sua idoneità a ledere il diritto alla privacy.
IL NO DELLA CASSAZIONE – Il ricorso, per la Cassazione, è palesemente destituito di fondamento giuridico. Le videoriprese sono legittime e pienamente utilizzabili senza alcuna autorizzazione dell'autorità giudiziaria se eseguite da privati, mediante telecamera esterna installata sulla loro proprietà, che consentono di captare ciò che accade nell'ingresso, nel cortile e sui balconi del domicilio di terzi. E non c'è assolutamente violazione della privacy: insomma, la persona pizzicata a danneggiare la vettura altrui deve pagare i danni. Non solo: c'è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento alla cassa delle ammende di 1.000 euro. L'imputato va altresì condannato alla rifusione (a favore del danneggiato) delle spese sostenute dalla parte civile.
SERVE TUTTO… – Ricordiamo, a proposito di riprese delle telecamere, il proprietario di un'auto rubata che aveva diffuso le immagini del ladro su Facebook. Silvio Gaspani, di Capriate San Gervasio (Bergamo) ce l'ha fatta: dopo aver subìto il furto dell'auto, l'ha riottenuta grazie al principe dei social network. Dopo aver pubblicato un post su Facebook con alcuni fotogrammi che immortalavano un giovane intento a rubare la sua automobile e dopo oltre 20.000 condivisioni, Gaspani è riuscito a recuperare la vettura. Nel suo profilo Facebook si leggeva, a distanza di poco tempo dal posto con la foto del ladro: “Un enorme grazie ed è per le vostre +20.000 condivisioni che l'auto è tornata al suo posto. Le forze dell'ordine l'hanno ritrovata abbandonata con un curioso biglietto che ho condiviso. Adesso spero che le indagini continuino il loro corso e i colpevoli vengano identificati! Grazie a tutti!”. Insomma, il social network ha svolto una funzione fondamentale, come un virus positivo che si diffonde a una velocità stratosferica per aiutare il prossimo.
J@TCompany
Dashcam Auto
Ci sono delle norme che vietano l’uso in Italia della dashcam in auto? Quali sono i problemi relativi alla privacy? Ecco le risposte a queste domande.
dashcam auto
Dashcam in auto: è legale?
Rispondiamo subito: montare la dashcam in auto è legale. Non vi sono vincoli di legge in merito.
Detto questo il problema potrebbe risiedere sul posizionamento della videocamera che tipicamente viene installata sul parabrezza dell’auto.
Infatti l’art. 141, comma 2, del Codice della Strada recita:
Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile.
Dunque è molto importante che la dashcam venga installata in modo da non ostacolare il campo visivo di chi conduce il veicolo. Questo perché se non installata correttamente si corrono due ordini di rischi:
il primo legato alla sicurezza propria e altrui dal momento che il campo visivo non è sgombro;
il secondo per via delle multe previste in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, che vanno da 41 a 169 euro.
Dashcam in auto e normativa sulla privacy
Resta un ultimo quesito, posto che installare la dashcam è perfettamente legittimo. Quali sono le implicazioni a livello di privacy, dal momento che la telecamera filma continuamente ciò che accade sulla strada?
Esistono dei limiti a livello europeo che garantiscono il rispetto della privacy di passanti o altri automobilisti che potrebbero essere filmati a loro insaputa dalla tua dashcam. Vediamo i principali:
i dati registrati dalla telecamera non devono essere comunicati sistematicamente ovvero diffusi a terzi (dunque no alla condivisione sia in chat e mail privata, tanto meno pubblicati sui social network);
le dashcam devono essere utilizzate da una persona fisica per l’esercizio di attività a carattere esclusivamente personale;
occorre adottare tutte le cautele a tutela dei terzi (responsabilità civile e sicurezza dei dati), affinché i dati non vengano sottratti illecitamente;
il campo visivo di ripresa deve essere limitato al solo spazio necessario alle finalità prefissate, dunque alla protezione e tutela del proprietario delle veicolo in caso di sinistri o altri eventi rilevanti occorsi durante la circolazione stradale.
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Dagli studi professionali tra Milano e Torino al blog personale, passando per un'esperienza televisiva che ha segnato la svolta. Tre grandi passioni: la scrittura, il fisco, la semplicità. Sempre in equilibrio tra famiglia e professione tra comunicazione e aggiornamento fiscale.
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