Saturday, July 22, 2023
Scienza Aristotelica
Aristotele - Dottrina delle scienze
Appunto di filosofia che brevemente spiega che cosa sia la dottrina delle scienze nel pensiero di Aristotele.
La filosofia prima fa parte delle scienze teoretiche, è la scienza dell’ente in quanto ente, e poiché l’ente esiste grazie all’essere (caratteristica), questa è anche la scienza dell’essere in quanto essere. L’ente è ciò che può dirsi e darsi i tanti modi. Gli enti sono numerosi e sono raggruppati in dieci gruppi, che sono i modi più generali dell’essere. Le categorie non sono interscambiabili né divisibili in quanto le categorie hanno una logica. Il gruppo fondamentale è la sostanza che significa stare sotto, è ciò che è alla base, infatti questa è elemento di riferimento per le altre categorie, in quanto sono le uniche a poter essere prese isolatamente. Senza sostanza non si potrebbe parlare in quando è ciò su cui si basano i discorsi. Secondo Aristotele esistono due tipi di sostanza: la sostanza prima, che è sempre un ente singolo (cavallo, tavolo…), e la sostanza seconda, che è la definizione di un oggetto e ne esprime l’essenza o la natura. La sostanza prima è sempre soggetto nelle proposizioni, la sostanza seconda può essere sia soggetto che oggetto. La sostanza è l’ente sostanziale, il quale è un sinolo, cioè l’unione di due elementi fondamentali: materia e forma. Materia e forma sono entrambi indispensabili affinché si formi il sinolo, ma nella definizione dell’ente la forma è più importante della materia. Tutto ciò che esiste secondo Aristotele ha una causa per essere, e la conoscenza delle cause la scienza. Per avere scienza dell’ente bisogna conoscere le sue 4 cause: causa materiale, è la materia di cui qualcosa si compone, causa efficiente, causa che interviene nel cambiamento della materia in ente, causa formale, che determina la forma dell’ente, e causa finale, che è il fine per cui quell’ente esiste. Oltre alle quattro cause Aristotele individua anche l’accidente, cioè la possibilità di un ente di assumere una posizione, ma questo non è determinante nella definizione di un ente. Aristotele divide gli enti naturali e quelli artificiali, negli enti artificiali la causa finale, quella formale e quella efficiente sono esterne, e la causa finale coincide con quella finale ed entrambe sono determinate dalla causa efficiente. La causa finale denota una visione finalistica del mondo da parte di Aristotele. Secondo Aristotele si può avere scienza di tutto ciò che vi è in natura, la scienza aristotelica è causale cioè governata da rapporti causa-effetto. Anche il divenire, condannato da Platone, è studiabile attraverso la coppia concettuale: potenza-atto. La potenza è la possibilità insita di qualcosa di diventare atto. L’atto è la realizzazione della potenza. Qualcosa è quando ha realizzato tutta la capacità dell’ente in potenza, l’ente capace di sviluppare a pieno le proprie possibilità è detto enteletia. Con questa coppia concettuale viene giustificato il divenire, il quale è determinato dall’interno negli enti naturali e dalla causa efficiente negli enti artificiali. In relazione alla coppia materia-forma la potenza è la materia e la forma è l’atto. Nel contesto della società viene l’atto precede la potenza dal punto di vista gnoseologico, cronologico e ontologico. Gnoseologico: possiamo conoscere una cosa in potenza in quanto la conosciamo già come atto. Cronologico: si conosce un ente in potenza perche già l’abbiamo conosciuto in atto. Ontologico: l’esistenza di un ente in atto scaturisce l’ente in potenza. Il ragionamento con cui Aristotele spiega il divino è a posteriori cioè parte dall’effetto (mondo fisico) per arrivare alla causa (metafisico): il divenire con la coppia potenza-atto si presenta infinito, ma la reiterazione all’infinito non è possibile perché si andrebbe a perdere di significato e quindi si arriverà ad un ente che non ha potenza ma è atto puro e di conseguenza non avrà materia e sarà forma pura, sarà quindi immateriale e spirituale, è eterno e incorruttibile perché non ha materia ed è infinito. È perfetto. La divinità è priva di volontà perché questa è degli enti che hanno potenza. La divinità aristotelica, diversamente dal Demiurgo, è estranea a ciò che riguarda il mondo mortale in quanto questo è imperfetto, egli si dedica al pensiero, e pensa la perfezione cioè sé stesso, quindi egli essendo spirituale e quindi pensiero è pensiero di pensiero. Aristotele spiega la divinità anche parte dal rapporto causa-effetto e arrivando ad una causa incausata e partendo dal rapporto motore-mosso e arrivando al primo motore immobile.
Fisica
La fisica fa parte delle tre scienze teoretiche, questa studia gli enti dotati di movimento. La fisica aristotelica è qualitativa cioè cerca l’essenza dei fenomeni rispondendo alla domanda “che cos’è?”. I movimenti sono: secondo sostanza- che tocca le sostanze e può essere di generazione o corruzione, di qualità- alterazioni, secondo quantità- comporta un accrescimento o una diminuzione, moto locale o movimento in senso stretto- cioè lo spostamento che può essere circolare o rettilineo. Il moto circolare appartiene ai corpi celesti, poiché più si avvicina alla condizione di stasi. I cieli sono anche immateriali e privi di potenza infatti il moto circolare è perfetto e Aristotele spiega attraverso questo il movimento visibile attraverso l’esperienza. Il moto rettilineo è invece appartenente agli enti terrestri e dà la sensazione di ricerca e quindi potenza poiché è imperfetto. Può essere naturale, cioè gli enti cercano di arrivare ai luoghi per essi naturali (enti compatti cercano la terra che è compatta, gli enti eterei cercano il cielo che è etereo), e il moto violento che è causato da una forza esterna che porta l’ente a distaccarsi dal moto naturale. Nella fisica affronta anche l’infinito infatti egli afferma che l’infinito esiste solo in potenza e non in atto, in quanto un atto è definito e l’infinito non può essere definito. Aristotele definisce il tempo come un susseguirsi di momenti (unità di tempo) di cui si conta la successione, il misurante è l’anima cioè il principio di vita e movimento di cui sono dotati gli enti fisici. Per Aristotele l’anima vivifica il corpo, questa è enteletia di un corpo che è potenza, in quanto ne sviluppa le piene potenzialità. Esistono quattro tipi di anima: vegetativa o nutritiva, esprime la capacità di nutrizione e riproduzione appartiene ai vegetali agli animali e all’uomo, sensitiva, esprime la capacità sensibile e appartiene agli animali e agli uomini, e razionale, esprime la capacità intellettuale e appartiene all’uomo. Il processo conoscitivo secondo Aristotele avviene grazie la facoltà sensoriale e quella razionale, le quali fungono da coppia potenza-atto. La conoscenza sensibile produce sensazioni, l’oggetto percepito dai sensi è in potenza finché non viene a contatto con l’organo sensibile che lo trasforma in atto (viceversa anche l’organo è in potenza finché non incontra l’oggetto. I sensibili propri sono oggetti che possono essere percepiti da un solo senso, i sensibili comuni possono essere percepiti da più sensi. Il sesto senso è un senso non definito che ha il compito di associare i sensibili e la conoscenza di sensazioni. Quando veniamo a contatto con un oggetto abbiamo sensazione dell’oggetto finché questo si trova a portata dei nostri sensi, le sensazioni sono vive, immediate e ricche di particolari. Quando non siamo più a contatto con un oggetto abbiamo immagine di quell’oggetto, che è sbiadita e essenziale, che viene conservata nella memoria attivata dall’immaginazione. L’intelletto (nous) astrae dalle immagini il concetto (o idea) che è universale e immanente. L’intelletto agisce attivamente o passivamente. L’intelletto passivo conosce tutto in potenza, mentre quello attivo conosce in atto ciò con cui è stato a contatto. L’intelletto attivo è come la luce sull’intelletto passivo cioè ne permette il funzionamento, è esterno ma non separato.
Scienze pratiche
Sono le scienze della possibilità e si occupano dei rapporti tra gli uomini (etica) e dei rapporti tra l’uomo e le istituzioni (politica). Nell’etica Aristotele afferma che tutte le azioni dell’uomo hanno una finalità, ma per raggiungere questo fine ci serviamo di mezzi e un fine può risultare mezzo di un fine superiore. Quindi esisterà un fine superiore agli altri, che Aristotele chiama bene sommo. Conseguendo il bene sommo si arriva alla felicità, che è l’espressione piena di sé stessi. L’uomo è un essere libero in quanto può scegliere sia il mezzo che il fine, scegliere lo strumento migliore per conseguire un fine porta alla bontà dell’azione, la cui negatività o positività dipende dal rapporto fra mezzo e fine. La capacità di scegliere il mezzo giusto è la virtù che può essere di due tipi: etica che viene dalla nostra parte volitiva e si evidenzia quando scegliamo il giusto mezzo equidistante dai due eccessi, una virtù etica è la giustizia la quale è conforme alle leggi, è distributiva (si distribuisce in base al merito) e compensativa (compensa un vantaggio o uno svantaggio), e dianoetiche, che appartengono alla sfera razionale, le più importanti sono la saggezza (capacità di scegliere i migliori mezzi e i migliori fini) e la sapienza (capacità di esercitare le scienze teoretiche). Secondo Aristotele l’aggregarsi in una società è un istinto naturale dell’uomo, e anche un bisogno, se questo non accade o è una bestia o un Dio. Da queste associazioni nascono le forme di governo che sono: monarchia, aristocrazia e polizia (simile alla democrazia). Queste tre forme sono tutte giuste, la migliore secondo Aristotele è la polizia, ma queste posso degenerare rispettivamente in tirannia, oligarchia e demagogia o anarchia, che sono sbagliate perché prevarrebbero gli interessi di una classe sociale in questi tipi di governo.
Friday, July 21, 2023
Utenze divisionali
2. IL QUADRO NORMATIVO E REGOLATORIO DI RIFERIMENTO: PER LA FATTURAZIONE VALE SOLO L’UNICO PUNTO DI CONSEGNA CONDOMINIALE
Le norme statali in materia di servizio idrico, dalla Legge Galli al Testo Unico Ambientale (TUA) , non affronta- no in maniera organica il tema della misurazione dei consumi, se non sotto il profilo del controllo della risorsa i-
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drica e della gestione del risparmio. A tal proposito, infatti, già la Galli e poi il TUA hanno stabilito l’obbligo di installare contatori per il consumo dell’acqua in ogni singola unità abitativa, nonché contatori differenziati per le attività produttive e del settore terziario esercitate nel contesto urbano, con l’obiettivo di razionalizzare i consumi e ridurre gli sprechi. In particolare il TUA assegna alle Regioni il compito ad adottare norme e misure volte a ra- zionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi idrici, anche tramite l’installazione dei contatori suddetti.
Sul tema specifico della misura, l’unico riferimento sembra rintracciabile nel D.P.C.M. del 4 marzo 1996 che
contiene norme, tuttora in vigore, afferenti al servizio di lettura dei contatori e nello specifico prevede che “la mi-
surazione dei volumi consegnati all’utente si effettua, di regola, al punto di consegna, mediante contatori rispon-
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denti ai requisiti imposti dalla normativa statale ”. Inoltre il decreto prevede che nelle utenze a cosiddetta “boc- 9
ca tarata” a cui corrispondono contratti di distribuzione a forfait o con contatori non conformi ai requisiti norma- tivi “è necessario prevedere e programmare l’installazione di contatori a norma”.
Infine, nel caso di utenze raggruppate, tipicamente condominiali, è stabilito che la ripartizione interna è organiz- zata, a cura e spese dell’utente, tramite l’installazione di singoli ripartitori per ciascuna unità abitativa. Essendo un servizio a mercato, il gestore in tali circostanze ha il solo obbligo di offrire, a pagamento e senza peraltro a- verne l’esclusiva, il servizio di lettura e riparto tra le sottoutenze.
Da tale normativa emerge quindi che l’unico punto ufficiale riconosciuto per la misurazione dei consumi di ac- qua relativi alla fattispecie delle utenze condominiali (raggruppate) è il cosiddetto contatore stradale (unico strumento metrico fiscalmente valido), ovvero il “punto di consegna”, aspetto che sarà ripreso da ARERA nel- la regolazione della qualità contrattuale e del servizio di misura.
In questo senso dunque, è opportuno osservare come non esista una disciplina univoca e completa in materia di servizi di manutenzione, di lettura, di ripartizione, di fatturazione ed esazione dei ripartitori delle utenze divisio- nali, mentre esiste una chiara distinzione tra servizio di somministrazione di acqua potabile alle utenze, rientrante a tutti gli effetti nell’ambito del SII e qualificabile come servizio pubblico essenziale, ed il solo servizio di lettura dei ripartitori delle singole unità immobiliari, rientrante invece nel perimetro delle altre attività, accessorie ed ul- teriori rispetto al servizio di somministrazione del SII.
A conferma di un quadro che deve trovare ancora una maggiore chiarezza, un primo aspetto che merita attenzio-
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ne riguarda le definizioni adottate da ARERA nell’ambito della regolazione della qualità contrattuale , nella qua- le definisce:
• l’utenza condominiale come “l’utenza servita da un unico punto di consegna che distribuisce acqua a più u-
nità immobiliari, anche con diverse destinazioni d’uso”;
• l’utente finale come colui che ha stipulato un contratto di fornitura per uso proprio di uno o più servizi del
SII, chiarendo in questo caso che le utenze condominiali sono equiparate a tutti gli effetti alle utenze finali;
• il misuratore come il “dispositivo posto al punto di consegna dell’utente finale atto alla misura dei volumi
consegnati”;
• il punto di consegna come “punto in cui la condotta di allacciamento idrico si collega all’impianto o agli
impianti dell’utente finale”, sul quale è appunto installato il misuratore dei volumi.
Non ci rinvengono invece definizioni o riferimenti ai ripartitori divisionali che, a differenza del misuratore, do-
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5 Legge n. 36/1994.
6 D.lgs. 152/2006, come modificato dal Decreto Sblocca Italia (D.L. 133/2014)
7 Art. 146, comma, lettera f).
8 D.P.R. 854/1982, che recepisce la Direttiva Comunitaria n. 75/33.
9 Si tratta di piccoli cilindri installati al posto dei normali contatori, tipicamente uno per ciascun condominio, che distribuiscono un flusso costante e continuato di acqua previsto dal contratto, a prescindere da quanta se ne consuma. Qualora il prelievo sia inferiore alla quantità prestabilita, l’eccedenza passa direttamente nella rete fognaria.
10 Deliberazione n. 655/2015/R/idr recante “Regolazione della qualità contrattuale del Servizio Idrico Integrato ovvero di ciascuno dei singoli ser- vizi che lo compongono”.
L'ACQUA 4/2019 - 61
GESTIONE DEI SERVIZI IDRICI
vrebbero essere definiti quali strumenti di ripartizione dei consumi nel caso di utenza multipla, come quella con- dominiale, privi di valenza fiscale e in quanto tali non utilizzabili ai fini della fatturazione, proprio perché instal- lati all’interno delle singole unità immobiliari e non al punto di consegna.
Un secondo aspetto meritevole di attenzione è la collocazione del servizio di lettura dei ripartitori divisionali ri- spetto al perimetro del SII. Dalle Delibere di approvazione dei metodi tariffari (nn. 585/2012/R/idr,
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643/2013/R/idr e 664/2015/R/idr)
servizi conto terzi, tra i quali è ricompresa la lettura dei contatori divisionali : tale attività è quindi esclusa dal perimetro del SII classificabile quale servizio pubblico, anche se ricompresa all’interno del calcolo dell’aggior- namento tariffario. Nulla invece viene detto in merito all’attività di subfatturazione ovvero alla suddivisione delle spese della fornitura di acqua nei condomini, attività offerta sul libero mercato da numerose imprese private e non facente parte del SII.
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ha definito la misura di utenza quale “l’insieme delle attività di misura funzionali alla gestione efficiente dei misuratori, con particolare riferimento agli strumenti conformi alle normative e prescrizioni vigenti, installati presso gli utenti finali e alla produzione di dati utilizzabili (validati) ai fini della fatturazione”. In questo modo il regolatore conferma che il consumo di ciascun utente debba essere determinato in base alla misura rilevata da un apposito misuratore instal-
lato in corrispondenza del punto di consegna.
Sugli altri aspetti ha poi esplicitamente richiamato le previsioni del D.P.C.M. 1996, soprattutto con riferimento all’obbligo di installazione di misuratori per singola unità immobiliare rispetto ai quali ha precisato che le u- tenze condominiali sono considerate come un’unica utenza a fini della misura e fatturazione dei consumi.
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si evince che tra le “Altre Attività Idriche” rientra lo svolgimento di lavori e 12
Sul tema della misura dei consumi, ARERA nella Delibera di approvazione del TIMSI
A tal proposito, nel documento di consultazione
sono riportati i risultati di una ricognizione relativa alle misure
intraprese a livello regionale per il risparmio idrico e riconducibili all’obbligo di installazione di “contatori per il
consumo dell’acqua in ogni singola unità abitativa”, dal quale emerge che molte Regioni sono ancora in eviden-
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te stato di ritardo , nonché una sintesi della prassi seguita nella gestione delle utenze condominiali, dalla quale e- merge che in alcune zone del Paese, in particolare dove si riscontra una elevata urbanizzazione, la formula con- trattuale prevalente è quella che prevede il condominio come unica utenza di riferimento per il gestore. E proprio in quella sede l’Autorità si è impegnata ad approfondire la possibilità di soluzioni in cui il condominio si avvalga di soggetti terzi per la determinazione puntuale dei consumi, qualora permanga il misuratore stradale, ma non as- sume una posizione precisa ed univoca con riferimento agli obblighi delle società di ripartizione rispetto ai ripar- titori installati nelle singole unità immobiliari facenti parte di un’utenza condominiale, né degli obblighi degli stessi rispetto alla regolazione (es. iscrizione anagrafica, allineamento TICSI, ecc.).
Infine, sempre nello stesso documento, vengono sollevati i problemi più ricorrenti nel caso di utenze condomi- niali, quali ad esempio l’impossibilità di determinare consumi effettivi, anche ex post e, di conseguenza, una scarsa sensibilizzazione dei titolari delle unità abitative al tema del consumo responsabile.
Del resto, essendo un tema che rientra nella potestà legislativa concorrente delle Regioni, non è chiaro come si possa intervenire senza l’adozione di atti specifici da parte delle amministrazione regionali.
3. UTENZE CONDOMINIALE E MOROSITÀ: IL NODO DA SCIOGLIERE
Come accennato in premessa, nei giorni scorsi si è chiusa la consultazione in materia di contenimento della moro- sità nel servizio idrico integrato16 con cui ARERA intende arrivare, entro il mese di giugno 2019, all’adozione di
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una regolazione definitiva della morosità del SII (REMSI) contenente le procedure per la gestione della morosità e per la sospensione della fornitura, compito assegnatole dalla normativa statale (art. 61 della legge 221/2015).
Thursday, July 20, 2023
Wednesday, July 19, 2023
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