Wednesday, June 28, 2023

Camera

Dash cam auto, è legale? Ecco cosa dice la legge e perché è utile averla Gazzetta Motori: tutte le notizie La Mia Auto: tutte le notizie Offerte auto nuove 3 Le telecamere installate all'interno delle auto sono davvero utili per evitare brutte sorprese al volante? Ecco tutto quello che c'è da sapere per non violare le normative Salvatore Amoroso 31 maggio 2022 - MILANO Sono sempre di più gli aut0mobilisti che si dotano di una dash cam auto, quei dispositivi di registrazione applicati sul parabrezza che riprendono cosa accade davanti e, nei modelli più sofisticati, dietro la vettura. Da non confondere con la scatola nera, obbligatoria da luglio 2022 per effetto Regolamento europeo 2019/2144, che invece registra i soli parametri del veicolo da utilizzarsi solo in caso di sinistro e solo da parte delle forze dell'ordine. La dash cam auto, invece, registra in loop gli eventi davanti al veicolo, utile per evitare di trovarsi in spiacevoli sorprese come finti incidenti o truffe come quella dello specchietto. Ma è legale? Le immagini registrate possono essere utilizzate in caso di incidente? Ecco quali sono i vantaggi e i limiti imposti dalle normative. LEGGI ANCHE Scatola nera auto: obbligatoria da luglio 2022. Ecco come funziona e cosa registra Un dash cam auto DASH CAM AUTO: COS'È E A COSA SERVE— 3 Leggi i commenti Le dash cam auto sono sostanzialmente delle telecamere compatte vanno fissate sul cruscotto o sul parabrezza delle auto (volendo anche sul lunotto) per registrare tutto quello che avviene in tempo reale davanti a un veicolo, sia quando esso è in movimento, sia che si trovi in sosta. Un po' come usano fare i motociclisti con le action cam fissate sul casco. La dash cam anche è dotata di una memoria estraibile e registra tutto ciò che avviene nella direzione di marcia sovrascrivendo i dati in maniera automatica una volta raggiunto il limite di memoria, senza interrompere la ripresa. Il risultato è sostanzialmente simile a quei video pubblicati sul web con incidenti o episodi più o meno curiosi. Occorre tuttavia specificare che non bisogna confondere questo strumento con la telecamera anteriore di parcheggio, in quanto quest'ultima è da considerarsi come mero ausilio alla guida privo di qualsiasi forma di registrazione. PUBBLICITÀ LEGGI ANCHE Sicurezza in auto: i modelli a cinque stelle negli ultimi crash test DASH CAM AUTO, COSA DICE IL CODICE DELLA STRADA?— L'utlilizzo della dash cam non è regolamentato in senso stretto, in quanto non risulta esserci una norma ad hoc dedicata a tali dispositivi di ripresa. Allargando il campo, tuttavia, è utile mensionare l'Art. 141 del Codice della Strada che cita quanto segue: "Il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile". A rafforzare il concetto anche l'Art. 169: "In tutti i veicoli il conducente deve avere la più ampia libertà di movimento per effettuare le manovre necessarie per la guida". Nessun divieto di utilizzare oggetti se questi non limitano il campo visivo del conducente e la liberta di movimento dello stesso. La dash cam, quindi, se posizionata in modo corretto non è vietata da nessuna norma. LEGGI ANCHE Guida autonoma e gruppi auto: a che punto siamo La circolazione urbana, tra le più soggette a sinistri L'UTILIZZO DELLE IMMAGINI— Se la sua installazione, come visto, deve avvenire in ottemperanza delle norme sopracitate, merita un discorso diverso l'utilizzo delle immagini registrate sul dispositivo. Questi contenuti sono soggetti alle normative europee sulla privacy e quindi il titolare della dash cam auto può effettuare registrazioni video ma è responsabile della loro conservazione e dell'eventuale diffusione. La pubblicazione e la condivisione dei contenuti, inoltre, è illegale se nelle riprese sono distinguibili volti di persone e targhe di auto, moto, o di qualsiasi mezzo circolante. L'unico modo per condividere o pubblicare i contenuti video registrati, quindi, è quello di oscurare preventivamente in post produzione qualsiasi dato sensibile riconducibile a una persona fisica o di ottenere il consenso di chi è stato immortalato nella ripresa. LEGGI ANCHE Codice della Strada Incidente con ciclista: assicurazione, responsabilità e danni IN CASO DI INCIDENTE— L'utilizzo della dash cam auto, per chi ne fa uso, è spesso finalizzata a ottenere prova in caso di sinistro in cui si venga coinvoli direttamente o indirettamente. In questo caso la domanda sorge spontanea: alla luce dei divieti derivanti dalla tutela della privacy, le riprese valgono come prova per gli enti assicurativi o in caso di processo in seguito a un incidente? Per fugare ogni dubbio è essenziale citare l'articolo 2.712 del Codice Civile in tema di riproduzioni meccaniche: "Le riproduzioni fotografiche, informatiche o cinematografiche, le registrazioni fonografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime". In sostanza, qualsiasi tipo di contenuto può essere utilizzato come "prova atipica" qualora non venisse contestato dalla parte accusata di inattendibilità o di manipolazione a posteriori. In ogni caso, un video è soggetto alla valutazione del giudice secondo il suo "prudente apprezzamento", che deciderà se un filmato può essere ammesso o meno come prova processuale.

Saturday, June 24, 2023

Stiamo con l'IDROGENO

Siamo nel 2023

Inceneritore chiuso entro il 2020? Dosi: “Non siamo stati coinvolti” Il termovalorizzatore di Piacenza Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Piacenza sulla questione dell’inceneritore di Borgoforte la cui chiusura rientrerebbe nel nuovo piano regionale dei rifiuti. “Al momento è solo un’ipotesi anche perchè il territorio non è stato minimamente coinvolto in questa decisione – ha detto il primo cittadino – “Prima di tutto ci dovrà essere un confronto ampio e condiviso e poi mi sembra una soluzione lontana e difficilmente realizzabile”. Domani il sindaco contatterà il presidente della regione Vasco Errani per avere aggiornamenti sulla questione. Concordi anche alcuni Ordini come quello dei Medici . La regione vuole chiudere l’inceneritore di Piacenza entrò il 2020 La Regione Emilia Romagna punterebbe a chiudere l’inceneritore di Piacenza nel 2020. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro che l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda ha avuto con i gestori dei servizi, nel quale è stato presentato il piano Regionale dei rifiuti. Gli obiettivi sono ambiziosi: riduzione della produzione di rifiuti urbani pro capite del 25%, raggiungimento del 70% della raccolta differenziata e del 60% del recupero di materia entro il 2020, dimezzare il numero delle discariche e chiudere due termovalorizzatori. A quanto pare sarebbero già stati identificati due inceneritori da chiudere degli otto attualmente in funzione in Emilia Romagna: quello di Ravenna entro il 2017 e quello di Borgoforte (gestito da Tecnoborgo) nel 2020. I due impianti sarebbero stati individuati in base all’effettiva efficienza, all’età e alla ridotta produzione di rifiuti delle rispettive zone. IREN: TECNOBORGO E’ UN IMPIANTO MODERNO E TECNOLOGICAMENTE AVANZATO – Presenti alla riunione c’erano anche i rappresentanti di Iren, società che controlla la maggioranza proprio di Tecnoborgo. “Il piano regionale è giustamente ambizioso e condivisibile – spiega il gruppo – noi crediamo comunque che le valutazioni future dovranno necessariamente tenere conto dei dati che arriveranno in tema di produzione dei rifiuti, alla luce di tanti fattori. Riteniamo inoltre che se di chiusura si deve parlare, la precedenza vada data a quelle strutture che non rispettano le normative europee, ossia le discariche. E per quanto concerne i termovalorizzatori, pensiamo che ci sia anche un criterio logistico da seguire, evitando di lasciare scoperte grandi fette di regione come potrebbe essere l’Emilia occidentale”. Su tutto, però, da parte di Iren pare prevalere l’orgoglio di avere un impianto che ha 10 anni di età, ma solo anagraficamente: “Nel termovalorizzatore di Borgoforte, inaugurato nel 1993, sono stati fatti investimenti per 20 milioni di euro, dal punto vista tecnologico è assolutamente moderno e allineato a quelli più recenti”. Play 00:00 -01:51 Mute Settings Enter fullscreen