Wednesday, July 19, 2023

Artrite Reumatoide

Artrite reumatoide : guarigione possibile. 1. Come abbiamo detto, l'infiammazione da cibo può essere fortemente stimolata sia da alcuni alimenti, sia da cibi conservati contenenti istamina. Tutti questi cibi, che la medicina ufficiale considera antinfiammatori (!), in realtà possono attivare i linfociti B e squilibrare il Sistema Immunitario verso Th2 forte. Quando lo stimolo è ripetuto spesso, l'infiammazione può diventare cronica e sistemica, e può dar luogo a malattie autoimmuni. Ci sono moltissime persone sensibili all'istamina. Basta mangiare alcuni cibi conservati e subito arrivano i sintomi : dolori articolari e muscolari, ecc. L'istamina stimola le stesse cellule del Sistema Immunitario attivate dai granulociti, e può scatenare un'infiammazione sistemica. Alcune persone si possono ammalare di LES, altre di Artrite reumatoide, ecc. Perché non continuare le ricerche in tal senso ? 2. Mi sono fatto alcune domande. a) Se è il cibo che fa ammalare, non potrebbe essere il cibo che può far guarire ? b) La possibilità di ridurre i livelli di infiammazione dovuta al cibo non potrebbe contribuire al controllo dei sintomi e alla guarigione ? 3. Uso della dieta per tenere sotto controllo l’infiammazione. Il controllo dell'infiammazione prodotta dai linfociti B, può essere possibile anche senza usare farmaci che eliminano le cellule B, e che rendono l'organismo più suscettibile alle infezioni e al cancro. Si può, in ogni caso, ritardare l’utilizzo dei farmaci (forse, anche evitare), se la malattia non è ancora in fase avanzata e se si segue una dieta appropriata. L’artrite reumatoide, inoltre, può migliorare notevolmente se alle cure mediche si affianca un’alimentazione che aiuti a controllare l’infiammazione e il dolore. Per cercare di guarire, invece e secondo me, si potrebbe provare a riequilibrare il Sistema Immunitario, verso Th1. Ci sono alimenti e vitamine che possono farlo, in maniera più lenta dei farmaci, ma con effetti più stabili e duraturi. E, magari, fino alla guarigione. Sono alimenti e vitamine che non fanno male, ma è meglio chiedere al medico … se potete mangiare le ciliegie : non si sa mai! 4. Vediamo (come ho fatto io) : a) diminuire o evitare i cibi che contengono istamina, e mangiare soltanto cibi freschissimi. b) diminuire o evitare alimenti del tipo Th2. c) fare attività fisica dolce e lunghe camminate al Sole. ("Chi si ferma è perduto!" Forse Totò... aveva l'artrite!) d) preferire l'alimentazione del tipo Th1. e) Secondo Eurosalus attenzione, anche, a non eccedere con il fruttosio : zucchero, miele, marmellata, succhi di frutta, sciroppi, ecc. Non esagerare nemmeno con la frutta. 5. E’ difficile applicare una dieta con costanza, ma dopo le iniziali difficoltà si impara a gestirsi al meglio. Non si deve essere troppo rigidi, perché il cibo non è un farmaco ; ma anche per evitare di arrendersi. Ricordarsi che quando ci si concede un giorno o due di pausa, anche il processo di guarigione rallenta. Ma poi riprende. Quando si starà meglio, si potranno reintrodurre tutti gli alimenti (limitando quelli dannosi), e ricordando che la varietà dell'alimentazione è sinonimo di salute. Francesco Valori

Frollatura della Carne

Principi di Progettazione di "CUCINE"

Tuesday, July 18, 2023

Dimensionamento Canne fumarie

Chiusura dei Camini

Riscaldamento, come mettere a norma i caminetti aperti con gli incentivi del conto termico Redazione QualEnergia.it L'uso dei tradizionali camini a legna è ormai vietato in diverse aree del paese a causa delle emissioni di particolato. Possono però diventare impianti ad alta efficienza (termocamini) utilizzando degli inserti. Con l’arrivo della stagione fredda si inizierà ad accendere i camini a legna, ma va ricordato che in diverse regioni italiane è vietato usare camini aperti. Infatti, per ridurne l’inquinamento sull’aria (emissioni di polveri sottili, cioè PM10) è vietato per legge, pena sanzioni, l’uso dei caminetti aperti nei comuni al di sotto dei 300 metri di altitudine, ad esclusione dei comuni montani, poiché producono emissioni di particolato troppo elevate (con problemi anche all’interno delle abitazioni). Questo divieto è operativo in Emilia-Romagna e Lombardia, ma sono presenti stringenti limitazioni anche in Piemonte, Veneto e in diverse province. Tuttavia, per riqualificare e mettere a norma un camino aperto utilizzando degli inserti che lo renderanno un sistema di riscaldamento ad alta efficienza (termocamino), si possono sfruttare gli incentivi del Conto Termico erogati dal GSE, per ottenere un contributo fino al 65% della spesa sostenuta. L’incentivo viene calcolato in base alla potenza del nuovo generatore, alla fascia climatica in cui si trova l’edificio in cui avviene l’installazione e a un fattore premiante che garantisce importi maggiori tanto quanto sono più basse le emissioni di polveri nell’aria. Per incentivi di importo fino a 5.000 euro, il rimborso avviene in un’unica rata, erogata entro 60 giorni dall’accettazione della domanda di incentivo. L’inserto per caminetto è un focolare che può essere alimentato a ciocchi di legna o a pellet progettato per essere inserito in un caminetto a fiamma aperta così da riqualificaarlo dal punto di vista del funzionamento, del rendimento e anche delle emissioni dal camino. Inserendosi nel caminetto, l’apparecchio, chiuso con un vetro temperato, si collega alla canna fumaria già presente, rendendo possibile l’installazione senza richiedere modifiche strutturali o interventi di muratura. La circolazione dell’aria calda prodotta può avvenire per irraggiamento, a ventilazione forzata, oppure può essere canalizzata per portare il calore in uno o più ambienti adiacenti. L’inserto a legna o a pellet, grazie alla semplicità d’installazione, può essere utilizzato anche per la realizzazione di nuovi caminetti. L’associazione Aiel ricorda in sintesi i vantaggi di un inserto: • a parità di legna utilizzata, i caminetti moderni scaldano di più e sono meno inquinanti; • grande praticità d’utilizzo; sono facili da inserire ed estrarre; • agevolano pulizia e manutenzione di tutto l’impianto. Se poi si ha la possibilità di svolgere qualche piccolo intervento murario, la scelta migliore potrebbe essere un inserto ad aria canalizzabile; in questo modo si potranno scaldare più stanze contemporaneamente e garantire significativi risparmi. Ricordiamo inoltre che va fatta sempre una verifica annuale della canna fumaria. Nel sito del GSE è presente un catalogo (in continuo aggiornamento) di queste apparecchiature incentivabili con il conto termico. In particolare, sono segnalate una ventina di marche e diversi prodotti (termocamini): Brisach Caminetti Montegrappa Carinci CTM Dal Zotto Edilkamin Extraflame (solo a pellet) Famar Italiana Camini Jolly Mec Kalor La Nordica MCZ Palazzetti Piazzetta Red (solo a pellet) Scan Superior (solo a pellet) Thermorossi Nell’ambito dei Piano Aria Integrato Regionale 2020 (PAIR) la regione Emilia-Romagna ha pubblicato un breve video che fornisce alcune indicazioni su come sfruttare l’incentivo GSE per mettere a norma il proprio caminetto aperto. Un altro video ci spiega come eseguire una corretta sequenza di accensione del camino che renda minima la produzione di fumi. Sullo stesso tema si veda anche: Come abbassare le emissioni delle stufe a legna: i 5 errori da evitare Potrebbe interessarti anche: Gse, l’elenco aggiornato delle proroghe dei termini per accedere agli incentivi Pellet, superata quota 100 certificazioni ENplus in Italia Aggiornato contatore Conto Termico: superato il miliardo di euro di incentivi Come abbassare le emissioni delle stufe a legna: i 5 errori da evitare Riscaldamento a Gpl e a biomasse: prezzi a confronto

Digiuno

Canna Fumaria

La presunzione di pericolosità e il rispetto delle distanze dal confine non può ammettere prova contraria se il regolamento comunale fissa dei limiti; altrimenti è il giudice a decidere caso per caso. Anche le canne fumarie e i camini devono rispettare una distanza minima dalla proprietà del vicino di casa e ciò perché si presumono pericolose per natura. La legge non dice quale sia questa distanza, rinviando al regolamento edilizio comunale. In mancanza di tale regolamentazione locale, bisognerà valutare, caso per caso, quale sia la distanza necessaria a non recare pericolo e alla sicurezza del fondo del vicino: una valutazione che può portare ad avere distanze più ampie in alcune situazioni ed in altre meno estese. A decidere e a determinare, in assenza dei regolamenti comunali, quale sia la distanza dal confine delle canne fumarie e dei camini sarà il giudice, sulla base dello stato dei luoghi. Di recente, la Cassazione [1] è intervenuta sull’argomento stabilendo che la distanza giusta dovesse essere un metro e mezzo. La norma di riferimento base per stabilire a quale distanza vanno posizionate canne fumarie e camini è contenuta nel codice civile [2]. Esso stabilisce che: «Chi presso il confine, anche se su questo si trova un muro divisorio, vuole fabbricare forni, camini, magazzini di sale, stalle e simili, o vuol collocare materie umide o esplodenti o in altro modo nocive, ovvero impiantare macchinari, per i quali può sorgere pericolo di danni, deve osservare le distanze stabilite dai regolamenti e, in mancanza, quelle necessarie a preservare i fondi vicini da ogni danno alla solidità, salubrità e sicurezza». Detto ciò, come deve comportarsi concretamente il giudice nel caso di controversia sul rispetto delle distanze di una canna fumaria o di un camino dal confine della proprietà del vicino o da una finestra situata sopra o sotto nello stesso edificio? Le possibilità sono due: se esistono delle distanze specifiche inserite nei regolamenti comunali, il giudice è tenuto a farle rispettare sempre, a prescindere dalla valutazione sulla pericolosità o meno della canna fumaria o del camino. La presenza di una regolamentazione da parte del Comune toglie al tribunale ogni potere in merito. Infatti, per legge, ai comignoli e alla canna fumaria è collegata a una presunzione di assoluta nocività e pericolosità che prescinde da ogni accertamento concreto nel caso in cui vi sia un regolamento comunale che stabilisca la distanza medesima. In altre parole non è ammessa la prova contraria sulla non pericolosità della costruzione; viceversa se il Comune nulla ha determinato in merito, il tribunale deve decidere la distanza minima caso per caso, valutando la possibile pericolosità concreta della canna fumaria o del camino. Sarà dunque il magistrato – e non la legge o il regolamento comunale – a determinare la distanza minima in base al caso concreto, in modo da preservare i fondi vicini da ogni danno alla solidità, salubrità e sicurezza. Il tribunale dovrà tenere conto anche di un’altra previsione del codice civile [3]: il proprietario di un terreno non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.
L’ultima norma di riferimento è contenuta nel codice penale [4] e stabilisce che chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a euro 206. Ricapitolando, se il regolamento comunale indica le distanze minime di comignoli e canna fumaria, queste costruzioni si presumono sempre pericolose e nocive; pertanto, non essendo ammessa alcuna prova contraria, dovranno sempre rispettare dette distanze dal confine. Viceversa, in assenza di una disposizione regolamentare si ha una presunzione relativa, che può essere superata ove la parte interessata al mantenimento del manufatto dimostri che, mediante opportuni accorgimenti, può ovviarsi al pericolo od al danno del fondo vicino.