Thursday, September 8, 2022
Aeroclub Brescia succedeva nel 2009
Si è trasformò in tragedia con un morto e un ferito grave la seconda giornata del Brixia Air Show, la manifestazione dedicata al volo, in programma nel pomeriggio di questa domenica a Montichiari, nell'area dell'aeroporto Gabriele D'Annunzio.
La vittima è Marzio Maccarana, un aviatore professionista di Ronco di Gussago di soli 26 anni ma già con molta esperienza (guidava gli aerotaxi della Aliven di Verona), allievo istruttore. Si trovava sul velivolo insieme con il suo copilota e capo istruttore dell'aeroclub Brescia con base a Montichiari, Paolo Castellani, piacentino di 55 anni molti dei quali trascorsi nell'aeronautica militare, il quale è ricoverato in ospedale in prognosi riservata per fratture agli arti superiori e trauma cranico.
Un piccolo aereo acrobatico dell'aeroclub Brescia (identificato come CAP 10 I-ZAG) con le due persone a bordo è infatti precipitato intorno alle 16,18, quattro minuti dopo il decollo, davanti agli occhi delle decine di migliaia di persone che stavano assistendo alla manifestazione che avrebbe avuto come momento clou l'esibizione delle Frecce Tricolori.
La visibilità era ottima e il velivolo monomotore Mudry Cap10b (dotato di doppi comandi) era da poco impegnato in alcune evoluzioni quando ha perso potenza nell'eseguire una figura che in gergo viene chiamata 'cappio'. Ed.è caduto dopo aver toccato il terreno con l'ala destra, ribaltadosi ai bordi della pista e lasciando costernati e terrorizzati tutti i presenti, che hanno potuto assistere in diretta alla tragedia.
Tra l'altro, pare che lo speaker abbia illuso la folla comunicando in un primo momento che entrambi gli occupanti dell'aereo erano vivi e scatenando un applauso liberatorio. Purtroppo invece non era così.
Quando i soccorritori si sono portati sul luogo dello schianto, sono riusciti a estrarre solo Paolo Castellani ancora vivo dai rottami. Per il giovane Marzio Maccarana, purtroppo, non c'era ormai più nulla da fare. All'incidente hanno assistito anche la madre e la fidanzata della vittima.
Il ferito è stato trasportato in gravi condizioni con l'eliambulanza all'ospedale Civile di Brescia, dove non corre pericolo di vita. La manifestazione è stata sospesa in segno di lutto e l'attesa esibizione della pattuglia acrobatica dell'Aeronautica militare è stata annullata. Per decine di migliaia di appassionati bresciani c'è stato un triste ritorno a casa da Montichiari.
L'Agenzia nazionale per la sicurezza al volo ha aperto un'inchiesta sull'incidente. Il velivolo era stato completamente revisionato nel 2006.
Indaga anche la procura di Brescia che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Se ne occupa il sostituto Sara Pozzetti. Sul corpo di Maccarana il magistrato ha disposto un'autopsia. Il funerale è in programma giovedì 9 settembre alle 15,30 nella chiesa di San Zenone a Ronco di Gussago.
Pubblichiamo qui sotto il video con la ripresa in diretta della tragedia effettuata dall'emittente Teletutto, tratto da Youtube.
Si è sempre difeso sostenendo che nulla poteva prevedere, né evitare: fino all'ultima manovra fatale, Marzio Maccarana aveva chiuso evoluzioni perfette con il suo velivolo e nulla lasciava presagire l'errore che gli è costato la vita. Anche avesse avuto la sfera di cristallo, in ogni caso, non avrebbe avuto tempo e modo di impedire la tragedia. In sette secondi, e non potendo disporre di comandi autonomi, non sarebbe riuscito ad evitare lo schianto che è costato la vita al 26enne pilota nel corso dell'Air Show del settembre 2009 a Montichiari, e a lui un'incriminazione per omicidio colposo.
Le ragioni di Paolo Castellani, piacentino con un passato da pilota dell'aeronautica e da istruttore di volo, a bordo del velivolo pilotato dal 26enne bresciano morto il 6 settembre del 2009, sono state accolte dal giudice dell'udienza preliminare Luciano Ambrosoli.
Ieri il gup ha infatti pronunciato il non luogo a procedere nei confronti del superstite di quella tragedia aerea perché il fatto, così come contestato dal sostituto procuratore Carla Canaia, ovvero l'omicidio colposo per condotta omissiva, non sussiste.
Ventotto mesi dopo l'incidente, avvenuto sotto gli occhi di centomila persone e ripreso in diretta dalle telecamere di Teletutto, si chiude la vicenda processuale. La morte di Maccarana alla cloche del Cap10, precipitato ad una velocità ben oltre i 200 km/h, non è dipesa da chi era seduto al suo fianco e che è miracolosamente uscito vivo dalla carcassa fumante del velivolo precipitato in sette secondi.
Le inchieste condotte dall'Enav e dalla Procura della Repubblica sono arrivate ad escludere una causa tecnica dell'incidente. L'aereo, un biposto capace di una velocità di crociera di 270 km/h, era correttamente mantenuto e non palesava alcun tipo di problematica.
La conclusione per l'Ente nazionale dell'aviazione e per il sostituto procuratore è stata unanime: a causare lo stallo fu l'errata manovra di chi lo conduceva. Un evento, stando almeno alle conclusioni rassegnate dal consulente del pubblico ministero, però evitabile. Per l'accusa infatti Paolo Castellani avrebbe avuto modo e tempo di impugnare la cloche e correggere la traiettoria imposta al velivolo da chi lo pilotava e quindi evitare lo schianto con le sue mortali conseguenze.
Il 58enne pilota piacentino, come ha ribadito al giudice dell'udienza preliminare il suo difensore, l'avv. Marco Capra, non aveva alcun obbligo giuridico in quella circostanza. Castellani era a bordo solo ed esclusivamente come passeggero, non manovrava il mezzo, né stava impartendo una lezione a Maccarana.
I sette secondi intercorsi dall'uscita dall'ultima manovra riuscita allo schianto, secondo la difesa del 58enne piacentino, non erano sufficienti in quelle condizioni per prendere il comando del biposto e «raddrizzarlo». Ammesso fossero bastati Castellani, che passò alcuni giorni in ospedale in seguito allo schianto, avrebbe dovuto vincere la resistenza del pilota. I comandi del Cap10 sono sì doppi, ma solidali. Il 58enne piacentino avrebbe dovuto strapparli letteralmente di mano a Maccarana per riportare l'aereo in condizioni di sicurezza. Troppo difficile non solo per riuscirci, ma anche per finire a processo.
Tuesday, September 6, 2022
Liceo o Istituto Tecnico
“Quella del liceo contro l’istituto tecnico è una vecchia diatriba, un po’ miope. Se guardiamo ai premi Nobel per la Letteratura in Italia mi sembra quasi ridicola: Dario Fo aveva frequentato quello che oggi si chiamerebbe liceo artistico, Salvatore Quasimodo era geometra, Eugenio Montale ragioniere…”.
Queste le parole di Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico, divulgatore scientifico e accademico, nel commentare con l’AdnKronos il botta e risposta tra il leader di Azione, Carlo Calenda, e il segretario della Lega, Matteo Salvini, che ieri sono tornati a scontrarsi sul tema scuola. Calenda ha dichiarato che molti dei ragazzi che frequentano gli istituti tecnici “hanno un problema di preparazione gigantesco”.
Odifreddi, classe 1950, ha frequentato l’Istituto Tecnico per Geometri a Cuneo, dove ha avuto per compagno Flavio Briatore. Un istituto che è stato il trampolino di lancio della sua carriera: dopo aver studiato matematica presso l’Università di Torino (laurea con lode in logica) si è specializzato nella stessa materia negli Stati Uniti e nell’Unione Sovietica.
“Effettivamente – spiega Odifreddi all’AdnKronos – c’è da dire che il livello delle scuole superiori si è un po’ abbassato negli ultimi decenni, perché gli istituti tecnici mirano troppo a produrre persone in grado di fare un lavoro concreto, mentre i licei restano un po’ sul generico e non dovendo preparare immediatamente al lavoro possono fornire cultura. Credo, tuttavia, che sia qualcosa che ci portiamo dietro in maniera endemica”.
Quindi osserva: “Sono stati Giovanni Gentile e Benedetto Croce i due ideologi, cent’anni fa, della riforma Gentile, che separa il liceo e l’istituto tecnico. Prima questa separazione non c’era. Croce e Gentile sostenevano che coloro che dovevano andare a lavorare potevano frequentare la scuola tecnica per imparare il mestiere e chi invece doveva ‘comandare’ allora doveva fare il liceo. Era una cosa classista, che si è tramandata per decenni”.
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Odifreddi si dice d’accordo con Calenda, per il quale tutti gli studenti, almeno per i primi due anni, hanno diritto ad avere una preparazione alla cultura. “Tutti dovrebbero avere accesso alla cultura – rimarca Odifreddi – in particolare chi frequenta gli istituti tecnici. Ci vorrebbe però una riforma radicale della scuola”.
Le uniche riforme che negli ultimi anni hanno interessato la scuola, evidenzia Odifreddi, come la riforma Gelmini, “sono andate a toccare il tema insegnanti ma non si è mai ripensato completamente il modo in cui dovrebbero essere le scuole, come e cosa si dovrebbe insegnare, i metodi, i programmi e i media di apprendimento. I metodi oggi sono ancora molto antiquati, bisognerebbe introdurre di più internet e Google, pensare ad allenare il cervello, oltre a dare nozioni”. Per il matematico “servirebbe fare gli Stati generali della scuola”.
“Non è tanto la quantità quanto la qualità dell’insegnamento a fare la differenza", fa notare Odifreddi. Il nuovo governo e i partiti, dice Odifreddi, dovrebbero cercare di “ripensare completamente” l’offerta scolastica. Un ripensamento che, chiosa, “non mi sembra si stia facendo”.
Monday, September 5, 2022
Sunday, September 4, 2022
Saturday, September 3, 2022
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