Wednesday, February 2, 2022

Miocardite

La miocardite è un’infiammazione del tessuto muscolare del cuore (miocardio) che provoca la morte del tessuto. La miocardite può essere causata da molti disturbi, compresi infezioni, tossine e farmaci che influenzano il cuore, nonché patologie sistemiche come la sarcoidosi, ma spesso la causa è sconosciuta. I sintomi possono variare e possono includere affaticamento, respiro affannoso, gonfiore (edema), percezione del battito cardiaco (palpitazioni) e morte improvvisa. La diagnosi si basa su elettrocardiogramma (ECG), misurazione dei biomarcatori cardiaci, diagnostica per immagini del cuore e biopsia del muscolo cardiaco. Il trattamento dipende dalla causa e include farmaci per trattare l’insufficienza cardiaca e le aritmie e raramente trattamento chirurgico. L’infiammazione può diffondersi a tutto il muscolo cardiaco o rimanere confinata a una o poche zone. Se l’infiammazione si estende al pericardio (il sacco flessibile a doppio strato che avvolge il cuore), si sviluppa miopericardite. L’entità del coinvolgimento del miocardio e l’estensione nel pericardio possono determinare il tipo di sintomi. L’infiammazione che si diffonde in tutto il cuore può provocare insufficienza cardiaca, aritmie e talvolta morte cardiaca improvvisa. L’infiammazione meno estesa è meno probabile provochi insufficienza cardiaca, ma può comunque causare aritmie e morte cardiaca improvvisa. Il coinvolgimento del pericardio determina dolore toracico e altri sintomi tipici della pericardite. Alcune persone sono asintomatiche. Cause della miocardite La miocardite può avere cause infettive o non infettive. Molte cause non possono essere identificate (idiopatiche). Negli Stati Uniti e nella maggior parte degli altri Paesi sviluppati la miocardite infettiva è causata più spesso da infezioni virali. Le cause virali più comuni negli Stati Uniti sono il parvovirus B19 e l’herpesvirus umano 6. Il virus SARS-CoV-2 causa talvolta miocardite. Nei Paesi in via di sviluppo la miocardite infettiva è più spesso dovuta a febbre reumatica, malattia di Chagas o AIDS. Le cause non infettive includono sostanze tossiche per il cuore (come alcol e cocaina), alcuni farmaci e alcuni disturbi autoimmuni e infiammatori. La miocardite causata da farmaci è chiamata miocardite da ipersensibilità. TABELLA Cause della miocardite icon Miocardite a cellule giganti La miocardite a cellule giganti è una rara grave forma di miocardite a esordio rapido. La causa è poco chiara, ma potrebbe essere di natura autoimmune. Per formulare la diagnosi viene effettuata una biopsia. In chi soffre di miocardite a cellule giganti improvvisamente il cuore non è in grado di pompare sufficiente sangue per le funzioni dell’organismo (il cosiddetto shock cardiogeno). I pazienti presentano spesso anche aritmie difficili da correggere. La miocardite a cellule giganti presenta una prognosi infausta, ma la terapia immunosoppressiva può aiutare a migliorare la sopravvivenza. Sintomi della miocardite I soggetti possono avere solo alcuni sintomi o presentare insufficienza cardiaca grave che progredisce rapidamente e gravi aritmie. I sintomi dipendono dalla causa della miocardite, nonché dall’entità e dalla gravità dell’infiammazione. I sintomi dell’insufficienza cardiaca possono includere affaticamento, respiro affannoso e gonfiore (edema). Alcune persone possono avere una percezione del battito cardiaco (palpitazioni) o svenire. In alcuni soggetti il primo sintomo è un’improvvisa grave aritmia. Se l’infiammazione del pericardio è accompagnata da miocardite, i pazienti possono lamentare dolore toracico. Il dolore sordo o intenso può irradiarsi a collo, schiena o spalle. Il dolore varia da lieve a intenso. Il dolore toracico a causa di pericardite è solitamente peggiorato da movimenti del torace come tosse, respiro o deglutizione. Il dolore può essere alleviato stando seduti e piegandosi in avanti. Chi soffre di miocardite infettiva può lamentare i sintomi di un’infezione, come febbre e dolore muscolare prima che si sviluppi la miocardite. La miocardite correlata a farmaci o da ipersensibilità può essere accompagnata da un’eruzione cutanea. Alcuni soggetti possono presentare linfonodi ingrossati. La miocardite può essere acuta, subacuta o cronica. In alcuni casi la miocardite può portare a cardiomiopatia dilatativa. Diagnosi della miocardite Elettrocardiogramma (ECG) e misurazione dei marcatori cardiaci Diagnostica per immagini cardiaca Talvolta, biopsia endomiocardica Esami per identificare la causa Si sospetta una miocardite in soggetti altresì sani senza fattori di rischio per cardiopatie che presentano sintomi di insufficienza cardiaca o aritmie. Viene effettuato un ECG per ricercare evidenze di problemi cardiaci. Il medico misura i livelli dei marcatori cardiaci (sostanze presenti quando il cuore viene danneggiato) nel sangue. L’ecocardiogramma può evidenziare anomalie nelle persone affette da miocardite. La RMI cardiaca può evidenziare un caratteristico andamento di anomalie nei soggetti che soffrono di miocardite. Per confermare la miocardite può essere condotta una biopsia endomiocardica, nella quale viene prelevato un campione di tessuto dalla parete interna del cuore ed esaminato al microscopio. Tuttavia, dato che la diagnosi dipende dall’ottenimento da parte del medico di un campione di tessuto da un’area interessata dalla malattia, la biopsia endomiocardica può non essere il metodo migliore per la diagnosi di miocardite. Se pertanto la biopsia endomiocardica indica evidenze di miocardite, il disturbo viene confermato, ma il fatto che un campione di tessuto non presenti segni di miocardite non significa che la diagnosi possa essere esclusa. Inoltre, dato che la biopsia endomiocardica comporta il rischio di gravi complicanze, compresa lacerazione della parete cardiaca e il decesso, non viene eseguita abitualmente, salvo il medico sospetti una miocardite a cellule giganti (perché il trattamento tempestivo della miocardite a cellule giganti può salvare la vita) o in caso la miocardite provochi grave insufficienza cardiaca o aritmia. Diagnosi della causa Dopo la diagnosi di miocardite vengono condotti esami per determinarne la causa. Negli adulti precedentemente sani con infezione virale e miocardite di solito non è necessaria una valutazione estesa. L‘ematocrito completo è utile per esaminare alcuni tipi di globuli bianchi (eosinofili), presenti in gran numero nei soggetti con miocardite da ipersensibilità, di solito a causa di un’allergia a farmaci. Può essere utile il cateterismo cardiaco per escludere una diminuzione del flusso ematico al cuore, perché la miocardite può simulare un attacco di cuore. In altri casi può essere necessaria una biopsia del tessuto cardiaco per stabilire la diagnosi. Potrebbero essere necessari altri esami, inclusi quelli per disturbi autoimmuni, infezione da virus di immunodeficienza umana, istoplasmosi e altre infezioni. Trattamento della miocardite Trattamento dell’insufficienza cardiaca e delle aritmie Trattamento della patologia di base Il trattamento dell’insufficienza cardiaca include diuretici e nitrati per alleviare i sintomi. In alcuni casi di insufficienza cardiaca può essere necessario un intervento chirurgico come l’impianto di un dispositivo di assistenza ventricolare sinistra (LVAD) oppure il trapianto di cuore. È necessario il trattamento a lungo termine dell’insufficienza cardiaca. Le aritmie sono trattate con terapia antiaritmica. Talvolta è necessario un pacemaker se l’aritmia persiste. Possono talvolta essere somministrati antibiotici o farmaci per trattare altri tipi di infezioni se la miocardite è di tipo infettivo. Quando la miocardite è causata da un farmaco o da tossine, viene interrotta la sostanza causa del problema e vengono somministrati corticosteroidi. La miocardite a cellule giganti è trattata con corticosteroidi e terapia immunosoppressiva. La miocardite causata da sarcoidosi è trattata con corticosteroidi.

Vaccini

Tuesday, February 1, 2022

Direttive e Regolamenti

diritto costituzionale ed europeo

Una recente sentenza della Corte costituzionale, la 269/2017, introduce un’importante novità in tema di rapporto tra diritto interno ed europeo. Al lettore non specialistico va premesso un punto. Come deve comportarsi il giudice italiano innanzi ad un’incompatibilità tra le regole dei due ordinamenti? Se le norme europee, per la loro conformazione, hanno efficacia diretta – sono cioè sufficientemente precise da risolvere direttamente il caso concreto, senza l’intervento mediatore del legislatore – il giudice italiano è tenuto a non applicare la norma nazionale con esse contrastante, garantendo così il primato delle prime. Se, al contrario, tale diretta efficacia manca, il giudice deve sollevare la questione di legittimità costituzionale alla Corte costituzionale, la quale valuterà se annullare la norma interna. La sentenza in esame, con piglio ricostruttivo e ben oltre la “domanda” contenuta nell’ordinanza di remissione, chiarisce il modo in cui il giudice deve comportarsi innanzi ad una particolare fonte europea: la Carta di Nizza. Si tratta della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, redatta nel 2000 e successivamente incorporata nei trattati istitutivi riveduti e corretti a Lisbona (2007). La peculiarità di questo documento sta nel “tono” dei suoi precetti, essendo questi di chiara ispirazione costituzionale; proprio per questo, si caratterizzano per una costruzione delle norme a maglie sostanzialmente larghe, bisognose cioè di una intermediazione legislativa per la loro concreta applicazione. Il punto sembra stare esattamente qui: non di rado è capitato che i giudici comuni, innanzi ad un presunto contrasto tra una norma interna ed un precetto della Carta di Nizza, non applicassero autonomamente il diritto nazionale per favorire la norma europea, considerando così quest’ultima dotata di efficacia diretta. Ciò ha destato una qualche preoccupazione, sia per la tendenza ad un’applicazione della Carta di Nizza oltre il regime di competenza dell’UE, sia per la difficoltà di concepire tali “ampie” norme ad effetto diretto. Forse è a ciò che la Corte ha voluto porre rimedio con la presente sentenza: in essa, dopo aver ricordato la natura sostanzialmente costituzionale della Carta di Nizza, ha precisato che un eventuale contrasto tra quest’ultima e il diritto interno deve essere risolto dalla Corte costituzionale stessa, non dal giudice comune, per tramite un giudizio di costituzionalità. Spetta dunque alla Consulta, non all’attività giurisdizionale diffusa sul territorio, accertare l’incompatibilità tra le due fonti in esame, con tutte le cautele che un tale approccio sembra suggerire in tema di inveramento “automatico” del contenuto della Carta di Nizza nella pratica del diritto. Al contempo, è pur vero però che l’esplicito riconoscimento di una natura sostanzialmente costituzionale alla Carta di Nizza, se preso letteralmente, potrebbe integrare nel giudizio costituzionale i principi in essa contenuti, quantomeno nell’ambito del diritto di competenza UE, ispessendone solennemente il valore e il significato, ben oltre a quanto avvenuto sino ad ora per opera di qualche giudice comune. Il che, se per certi aspetti pare inevitabile, per altri impone quantomeno di interrogarsi sulla completa fungibilità tra le norme costituzionali e quelle della Carta di Nizza, considerata soprattutto l’attenzione che le prime – a differenza delle seconde – pongono alla tutela dei diritti sociali. È pur vero che è la stessa Corte a precisare che la compatibilità tra i due documenti – Corte costituzionale e Carta di Nizza – si riscontra «in larga misura», il che significa non esaustivamente. Tuttavia, quanto realmente sia ampia quella misura merita forse di essere discusso, se non altro per il recentissimo e noto caso Taricco: nonostante i toni formali e accomodanti dell’ultima pronuncia della Corte di giustizia sul punto (nella quale, proprio a stemperare la contrapposizione, si è richiamata una presunta vicinanza in tema di diritti fondamentali tra la Carta di Nizza e la Costituzione repubblicana), il conflitto è parso a tutti lapalissiano (Faraguna, Guazzarotti). Nel complesso, sarà dunque molto interessante comprendere gli sviluppi futuri di questa pronuncia.

PNRR

Regolamento Europeo