Sunday, July 27, 2025

Intervista a Susanna Messaggio con Monica Setta

È nota al grande pubblico soprattutto per la sua lunga carriera di personaggio televisivo, iniziata nel 1979 ne La bustarella, su Antennatre e proseguita nel 1982 come telefonista (denominata "Goccia di Luna") nella trasmissione Portobello di Enzo Tortora e poi ne Il cappello sulle ventitré con Paolo Mosca[1]. Da allora è stata valletta in varie trasmissioni di Mediaset (all'epoca Fininvest), in trasmissioni come Popcorn con Claudio Cecchetto e poi affiancando soprattutto Mike Bongiorno in Pentatlon, Telemike, Superflash e Bis; più di recente è comparsa in Melaverde, Sabato 4 e Sapori di vino[1]. Nel 1982 ha anche partecipato al videoclip della canzone La volevo di Marco Lucchinelli. Laureatasi in lingue nel 1987 con il massimo dei voti (tesi in letteratura tedesca, su Heinrich Böll), parallelamente agli impegni in TV si è occupata in particolare di psicologia infantile e psicopedagogia, conseguendo nel 1996 una seconda laurea in pedagogia.[1] Proprio in qualità di psicopedagogista ha a lungo collaborato con l'Università Statale di Milano, dove aveva in precedenza conseguito entrambe le lauree; in particolare ha inaugurato la Casa di Susanna in piazza del Duomo e la Fattoria di Susanna in parco Sempione a Milano[1]. Nel 2000 ha aperto una propria società di comunicazione. Ha scritto su numerose testate nazionali, tra cui Il Giorno, Corriere della Sera e Salve, occupandosi soprattutto di temi legati alla salute, al benessere e alle problematiche dell'infanzia e ha diretto, nel ritorno alle pubblicazioni, Tiramolla, periodico a fumetti. Vita privata Ha avuto tre figli: la primogenita Alice, nata dal secondo matrimonio nel 1992, è deceduta poco dopo il parto. Sempre con il secondo marito ha dato alla luce la figlia Martina. L'ultimo, Iacopo, è figlio del suo terzo e attuale marito, Giorgio Olivieri, con il quale Susanna si è sposata nel 2005. Si professa cattolica[2]. Auguriamo alla Messaggio tanta felicità : il Presidente
Intervita fatta con : Monica Setta

Saturday, July 26, 2025

Museo Guerra "tre Sassi" per non dimenticare la Grande Guerra

Il forte fu costruito tra il 1897 e il 1901 per sbarrare all’esercito italiano, un probabile accesso alla Val Badia. Il forte fu dotato di cannoni M 98 da 8 cm e due cannoni M 98 da 6 cm in caponiera blindata in acciaio, di quattro mitragliatrici rivolte verso il Sief – Col di Lana e il Passo Falzàrego e di un osservatorio sul tetto. La guarnigione era composta da 50 uomini al comando di due ufficiali, e due sottufficiali con il compito di presidiare le trincee del Valparola, e del Edelweiss Stellung e altre postazioni del Sass de Stria.
Alle ore 13,00 del 5 luglio 1915 il forte fu colpito dalla artiglieria italiana che sparava dalle batterie, del Monte Pore, da Prà Pontìn, da Valiàte, e dalla Val Costeàna. Le granate da 210 mm riuscirono a perforare la copertura in calcestruzzo non armato e a lesionare la struttura, che fu abbandonata. Tuttavia, gli austriaci continuarono a illuminarlo, in modo da indurre l’artiglieria italiana a considerarlo ancora operativo. Grazie a questo stratagemma, si continuò a bersagliare il forte con evidente spreco di proiettili, che avrebbero potuto colpire altri obiettivi militari. I soldati austriaci commentarono: ” Agli italiani viene a costare di più bombardarlo che agli austriaci costruirlo”. Tutt’ora non c’è notizia per smentire o sostenere questa diceria. Non si conosce il costo di costruzione dell’opera e nemmeno quanto costarono le bombe. Un diario di un soldato austriaco racconta che per i primi due mesi furono sparate circa 80 bombe al giorno da 210 e in totale con altri calibri fino a 450 granate al giorno. Ci furono anche informazioni distorte, nel 1915 non spararono mai dalle 5 torri verso il forte, le artiglierie posizionate erano da 75 mm, e 65 mm la distanza era troppa per un tiro utile. Fra le truppe austriache si parlava che gli Italiani sparavano granate da 240 mm, in dotazione agli austriaci ma non agli italiani. Alle 5 torri nel 1915 c’erano artiglierie da 75 mm, in estate del 1916 furono posizionati pezzi da 149 mm e in settembre del 1917 fu sistemato un 210 mm che non sparò mai sul forte, poiché gli italiani erano già a conoscenza dell’abbandono dell’edificio. Masterarbeit ghostwriter ha contribuito all’impaginazione del testo.

Separazione delle Carriere Magistrati ..a parlarne è Antonio Di Pietro